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A Natale “fa’ la cosa giusta”: regala l'esenzione dall’obbligo dei regali
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“Natale più bello senza carrello”, oltre che far rima è lo slogan di una campagna anticonsumismo che sta dilagando in queste settimane pre-natalizie. Che le numerose condivisioni su facebook o twitter siano nella maggior parte dei casi niente più che un “ammiccamento” a cui probabilmente non seguirà una pratica coerente è altamente probabile. Tuttavia si tratta un’iniziativa degna di nota che sembra racchiudere in un documento il richiamo a non sprecare tempo e risorse in acquisti dovuti, futili e iper-pubblicizzati. Il documento in questione è addirittura un certificato “di esenzione dall’obbligo di comprare regali di Natale” rilasciato da Contiamoci.com, una comunità on line che raccoglie nel sito web “contenitore” le buone pratiche segnalate dalla community per l’ambiente ma anche per la stessa comunità. Mettendo da una parte lo strumento internet, che permette di condividere, dibattere e ricevere suggerimenti, l’obiettivo promosso dalla campagna è quello di un ritorno alla semplicità del gesto della donazione e di una riscoperta della bellezza di fare un regalo perché lo si desidera, nella misura adeguata a ciò che il portafoglio consente e senza le influenze che il marketing (potenziato di questi ultimi mesi) ha creato, forgiando aspettative di ricezione e doveri di acquisto.
La campagna di esenzione dall’obbligo di donazione natalizia è stata presentata scenograficamente nell’edizione di Torino della Fiera Fa’ la cosa giusta, durante la quale un gruppo di più o meno giovani con tanto di cappellini di Babbo Natale e strumenti alla mano ha ballato al ritmo di musica intonando sulle note di “Tu scendi dalle stelle” un testo dal significato poco ambiguo: “Caro signor consumator, non lo sai che il Natal è soltanto un baillame infernal per fregarti i quattrini… ma cosa c’entra Gesù?”. Immagini raccolte in un video on line di sicuro divertimento che sta ricevendo ampia promozione con il Natale ormai alle porte.
Diffusione e condivisione sono infatti le parole d’ordine di Contiamoci.com, e di altri gruppi che uniscono al consumo critico un rinnovato gusto dello stare insieme secondo stili di vita sostenibili e ritmi accettabili. È proprio la frenesia della vita di oggi, e di quella natalizia in particolar modo, ad essere duramente condannata. Ecco allora che si moltiplicano le iniziative che mirano ad assicurare un momento di condivisione con la persona cara piuttosto che di cessione di denaro sotto forma di dono materiale: regalare gli ingredienti occorrenti per una ricetta da realizzare insieme attorno ai fornelli appare allora una valida proposta per creare un bel momento di convivialità e serenità. Come anche proporre visite a un museo o brevi gite per riscoprire la bellezza di una chiacchierata con un amico e il piacere di stare insieme. In sintesi, più attenzione e maggior tempo dedicato all’altro, per “confezionare” regali più consapevoli e più autentici (che talvolta carta non hanno), non tanto per un obbligo da timbrare annualmente. Anche perché, come specifica lo stesso certificato, “la quantità di amore verso il ricevente non è mai proporzionata al costo economico di un regalo” e, con una buona dose di ironia, “si instilla il sospetto che costosi regali ad un coniuge siano indizio di imperfetta fedeltà matrimoniale”.
La proposta di Contiamoci.com non vuole però affatto eliminare i regali sotto l’albero con tutta la loro magia ma, al contrario, rinnovare quell’atmosfera che oggi sembra spesso smarrita nel dare per scontato un regalo e nell’attesa di un prodotto che spesso segue unicamente le logiche pubblicitarie e del marketing. “La gioia di scartare un regalo fatto col cuore” passa anche secondo un vademecum del consumatore che fa del pacifismo, dell’ambientalismo e della tutela dei diritti valori incommensurabili, di cui tener conto, e della priorità data alle piccole imprese artigianali e alla qualità dei prodotti la sola tessera valida per gli acquisti. No quindi ai giocattoli di guerra, ai prodotti fabbricati in Paesi dove la manodopera è sfruttata e l’ambiente deturpato, agli articoli super-pubblicizzati in televisione che fanno pagare al consumatore anche i costi degli spot, e ai marchi più famosi che spesso però fanno rima con prodotti di scarsa qualità.
Che possa risultare a tratti retorica, la campagna ha l’indiscusso pregio di invitare a fermarsi e a riflettere su una pratica, quella dell’“obbligo” all’acquisto dei regali natalizi, che ha trasformato la bellezza di un’azione di dono in un inferno di frenesia, di corse e di consumi che odorano principalmente di spreco.
Miriam Rossi

Miriam Rossi (Viterbo, 1981). Dottoressa di ricerca in Storia delle Relazioni e delle Organizzazioni Internazionali, è esperta di diritti umani, ONU e politica internazionale. Dopo 10 anni nel mondo della ricerca e altrettanti nel settore della cooperazione internazionale (e aver imparato a fare formazione, progettazione e comunicazione), attualmente opera all'interno dell'Università degli studi di Trento per il più ampio trasferimento della conoscenza e del sapere scientifico.