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A Mumbai, l'esperienza nonviolenta nei conflitti armati
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Il prossimo 17 gennaio nell'ambito del prossimo Forum Sociale Mondiale, che si terrà per la prima volta non più a Porto Alegre bensì in India, a Mumbai, la Rete Lilliput sarà presente, oltre che con le sue esperienze nel settore del commercio equo, anche con un incontro/seminario sulla nonviolenza.
Interposizione nonviolenta nei conflitti armati
Promosso insieme da varie realtà impegnate in un percorso di pace sulle strade della nonviolenza: Beati i costruttori di pace, Operazione Colomba della Papa Giovanni XXIII; Kathy Kelly e Milan Rai, Voices in the Wilderness UK/USA; Jean Dreze, Gulf Peace Team, India. Sono già stati invitati a partecipare il Vescovo Samuel Ruiz, Sicsal "Oscar Romero", Messico; John Stewart, Nonviolent Peaceforce, Zimbabwe; Achin Vanaik, Committee for Nuclear Disarmament and Peace, India; Colleen Kelly, September 11 Families for Peaceful Tomorrows; Peretz Kidron, Yesh Gvul; Izzat Abdul-Hadi, Bisan Center, Ramallah; Parents' Circle, Gerusalemme; Claudio Martini, Regione Toscana. E' nostra intenzione estendere l'invito a partecipare a quei movimenti sociali che, pur non adottando la nonviolenza come strategia dominante, hanno ultimamente dimostrato molto interesse per le analisi e le prospettive della nonviolenza.
Nel mondo esiste un grande numero di esperienze nonviolente in situazioni di conflitto anche armato. Non ci accontentiamo di farne una mappa, vorremmo approfondirne il senso. Per una proposta che acquisti uno spessore globale.
Anche oggi (Iraq, Palestina ...) è molto problematica la posizione dei pacifisti nei confronti dell'uso della risposta armata. Gli attentati suicidi favoriscono la pace? L'interposizione nonviolenta può sostenere la resistenza anche armata di un popolo vittime di invasione? Quali sono le risorse e i limiti della nonviolenza nell'attuale situazione globale?
La nonviolenza è una strategia, non una panacea. Non discuterne apertamente, in trasparenza, è una negazione della nonviolenza.
Gli obiettivi del seminario sono due:
1.. Negli anni ci sono state tante esperienze, in tanti paesi diversi, di interposizione nonviolenta di vari tipi; tutti trarremmo gran beneficio da uno scambio di racconti, di idee, e potremmo porre le basi per la costruzione di reti più ampie ed azioni comuni per il futuro.
2.. Il contesto del Social Forum Mondiale può offrirci la possibilità di comunicare con uno spettro molto ampio di gruppi, movimenti ed individui impegnati per la pace e la giustizia, per scambiare con loro idee sull'analisi e l'azione nonviolente.
Con chi già condivide l'analisi nonviolenta, sarà interessante esaminare le esperienze già fatte o ancora in corso:
- Interposizione nonviolenta prima di un conflitto annunciato; la funzione preventiva dell'interposizione civile; la diplomazia popolare; l'intervento politico; favorire lo sviluppo di una resistenza nonviolenta;
- Interposizione nonviolenta durante un conflitto armato; gesti ed atti di testimonianza; intercessione tra le parti; fermare la violenza con la propria presenza; interventi politici tesi a fermare la violenza;
- Interposizione nonviolenta facendo monitoraggio del rispetto dei diritti umani; la funzione di osservatori, di protezione delle vittime;
- Interposizione nonviolenta dopo un cessate il fuoco; farsi ponte tra le parti; favorire il dialogo; promuovere progetti di verità e riconciliazione.
Insieme ad altri gruppi e movimenti impegnati in lotte per la giustizia e la pace, sarà interessante discutere le seguenti tematiche:
- oggi la nonviolenza è l'unica strategia che ci permetta di spezzare il circolo vizioso di violenza-contro-violenza, l'unico modo di offrire un'alternativa all'attuale ordinamento mondiale, politico, economico e sociale ... e l'Iraq ce lo dimostra ogni giorno che passa;
- eppure, non possiamo far finta di non vedere il fatto che questa crescente spirale di violenza sta convincendo un numero sempre maggiore di settori di opinione pubblica della necessità di rispondere con la violenza (in altre parole, la nostra comunicazione nonviolenta sta perdendo consensi, anziché guadagnarne);
- dobbiamo inoltre avere il coraggio di affrontare tutte le guerre, non solo quelle che riempiono le prime pagine e rientrano facilmente nelle nostre analisi dello scenario internazionale;
- all'interno dei movimenti sociali, la nonviolenza troppo spesso viene considerata esclusivamente come argomento di dibattito teorico/ideologico o al limite solo pratica di manifestazione simbolica, e non invece accettato come strategia, come piano d'azione globale.