5 giugno a Washington con dimostrazione di massa e corteo

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Michael Berg, il padre di Nicholas Berg, ucciso in Iraq, il 5 giugno sarà uno degli oratori al comizio "Verità al Potere" durante la dimostrazione di massa e parlerà davanti alla Casa Bianca. Questa dimostrazione rifletterà le voci popolari di tutti coloro che hanno sofferto e stanno soffrendo a causa della guerra dell'amministrazione Bush in Iraq, in Palestina, ad Haiti e qui negli Stati Uniti contro i diritti del popolo dei lavoratori. "Il 5 giugno voglio essere a Washington DC alla dimostrazione per la pace. Marceremo dalla Casa Bianca di Bush fino alla casa di Rumsfeld e mi auguro che tutti coloro che in questa nazione si preoccupano per la pace si uniranno a noi" Michael Berg

La manifestazione con lo slogan "Verità al Potere" vuole dare spazio alle voci delle madri e dei padri dei soldati che si oppongono alla guerra; a quelli delle comunità Musulmane ed Arabe le cui famiglie sono state sconvolte da irruzioni nelle abitazioni, da detenzioni e da intercettazioni segrete; ai rappresentanti delle comunità delle classi lavoratrici di Washington, DC che si trovano in stato di grande difficoltà a causa della demolizione dei programmi sociali; noi ascolteremo le voci della gente di Haiti e delle Filippine e della Corea che vivono sotto l'ingerenza e l'occupazione dell'esercito degli Stati Uniti. Il 5 giugno è anche l'anniversario dell'occupazione da parte di Israele della West Bank e di Gaza ed allora ascolteremo le voci del popolo aggredito della Palestina, che in questo momento vede i suoi bambini colpiti e le sue case rase al suolo da una violenza che si intensifica sempre di più con l'appoggio degli U.S.A.

Dopo il Comizio Popolare, migliaia di persone marceranno attraverso i quartieri della classe operaia, fino ad arrivare alla casa - il palazzo - di Donald Rumsfeld. A partire da questo momento, mancano proprio tre settimane e mezza prima dell'impostura del 30 giugno, del "trasferimento di sovranità". La manifestazione e il corteo del 5 giugno diventeranno una potente sfida da parte del popolo all'amministrazione e ai suoi piani per continuare l'occupazione. Il 5 giugno, il popolo dei lavoratori e i media di tutto il mondo potranno vedere che tanta gente si sta sollevando contro le guerre di aggressione dell'amministrazione Bush.

Abu Ghraib and Vietnam

Lo scopo e la pratica sistematica della tortura, le bastonature selvagge, le aggressioni sessuali e la nauseante umiliazione dei prigionieri nelle carceri Statunitensi in Iraq, hanno fatto irruzione nuovamente nelle prime pagine dei quotidiani di tutto il mondo, assieme alla pubblicazione di dichiarazioni di detenuti e di nuove fotografie nel Washington Post (21 maggio), e alla tele-diffusione di nuovi video che documentano solo alcuni degli orrori inflitti ad un popolo occupato. Nessuno dovrebbe avere più alcun dubbio, nemmeno per un momento, che il popolo di quella nazione sta sollevandosi in rivolta - tutto il mondo ora conosce che la tortura e le crudeltà che si vedono applicate sui detenuti dopo gli arresti di massa in Afghanistan, a Guantanamo ed ora in Iraq, hanno fatto parte di un'operazione approvata da Bush e da Rumsfeld.
Lo stesso giorno in cui il Washington Post pubblicava le nuove foto orribili e disgustose, nel nord dell'Iraq l'aviazione Statunitense lanciava bombe su una festa di matrimonio ammazzando più di 40 persone, compresa la sposa, i testimoni e tanti bambini. L'esercito degli U.S.A. continuava a terra a sparare a quelli che ancora vivevano, uno per uno. In risposta all'oltraggio enorme per questo massacro e in presenza delle immagini dei feriti, dei morti e dei bambini decapitati, il Maggior Generale James Mattis, comandante della Prima Divisione Marine, dichiarava ai reporters a Fallujah, "Nelle guerre avvengono cose brutte. Non posso chiedere scusa per la condotta dei miei uomini."
Tenuto conto delle ovvie differenze, risulta chiaro che nella sua essenza l' occupazione Irachena è il Vietnam di George W. Bush. Le fantasie visionarie di Bush e di Rumsfeld verranno spazzate via, e già da adesso in molti modo vengono annullate. Questo è ciò che costituisce il loro "Vietnam". Comunque, se il popolo degli Stati Uniti non entrerà subito in azione, l'assassinio in Iraq continuerà per anni. In Vietnam l'assassinio e il massacro sono continuati per anni, anche dopo che gli artefici della politica U.S.A. si erano resi ben conto che militarmente non avrebbero mai sconfitto i Vietnamiti.

I leaders U.S.A. politici e militari si erano ben convinti che la guerra in Vietnam non poteva essere vinta già ben prima del 1968, e però la guerra si è trascinata per altri cinque sanguinosi anni. I bombardamenti sono continuati, gli assassini per mano della CIA degli oppositori nel sud Vietnam si sono intensificati (secondo il Programma dell'Operazione Phoenix) fra il 1968-1973 fino a qualche decina di migliaia, altri 30.000 soldati hanno trovato la loro morte durante questi anni, e il numero dei civili Vietnamiti ammazzati si poteva contare in migliaia ogni settimana. Tutto questo è stato una devastazione, un crimine, e potrà ripetersi in Iraq, a meno che il popolo unito non esiga: " Termini l'Occupazione, le Truppe Tornino a Casa Subito!" La posta in gioco è alta e la mobilitazione del 5 giugno aprirà la nuova stagione del movimento contro la guerra - con l'utilizzo di nuove tattiche dando inizio all'organizzazione di massa a livello popolare in ogni comunità.

Fonte: A.N.S.W.E.R. Coalition Act Now to Stop War & End Racism

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