20 settembre, Padova: rivelazione di un saccheggio

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Una delle più grandi manifestazioni popolari di tutta l'America Latina, per difendere il territorio e la foresta dallo sfruttamento delle grande multinazionali del legname. Un popolo che ha deciso di mettersi in cammino per difendere le risorse naturali da cui dipende la sua stessa vita.

Caritas diocesana di Padova, in collaborazione con Caritas Italiana e le Caritas di Milano, Genova e Roma, ha deciso di sostenere l'impegno del Movimento ambientalista di Olancho, come segno di vicinanza a un popolo e un continente martoriato dalla povertà. L'incontro con padre Andrès Tamayo, che sarà accompagnato da Noèl Lanza, cofondatore e leader del Mao, sarà l'occasione per sensibilizzare l'opinione pubblica verso un tema, quello ambientale, che in Honduras sta assumendo dei contorni drammatici: chi difende il bosco viene sistematicamente colpito fino ad arrivare all'assassinio.

Gli omicidi di Janeth Kawas, Carlos Escaleras, Carlos Lunas, Carlos Flores e di Arturo Reyes, che si susseguono dal 1998 dimostrano che certi settori di potere non sono assolutamente disposti a cedere quei privilegi che si sono storicamente auto conferiti.

Padre Tamayo, che era già stato ospite di Caritas Padova in occasione della prima Marcia per la vita del 2003, continua a essere bersaglio di minacce di morte: dopo cinque tentativi di omicidio e una taglia di 40mila dollari emessa da settori vicini alle grandi imprese di legname, Tamayo è riuscito a ripetere la Marcia sulla capitale, facendo confluire a Tegucigalpa quasi 50mila persone.

In questo vero e proprio cammino verso la giustizia sociale e il riconoscimento dei diritti delle popolazioni locali, il Movimento ambientalista di Olancho e tutte le altre formazioni che si battono per questi principi hanno bisogno del sostegno dei vari organismi internazionali ma anche dei singoli individui, perché l'ambiente è una risorsa di tutti gli abitanti del pianeta.

Il Centro America esce da una crisi per entrarne in un'altra: la frequenza di cicloni, terremoti, inondazioni, siccità e repentini cambi climatici sono i sintomi di una regione tra le più sensibili al mondo per il fatto di essere una lingua di terra che si distende tra due masse oceaniche e due masse continentali, attraversata da vulcani e cordigliere che alternano zone aride e territori piovosi ricoperti di foreste.

È su queste terre, che più di in ogni altra parte del mondo, si avverte quello che 12 anni fa la Conferenza di Rio sul clima aveva descritto come "collasso ecologico del pianeta".

È su queste terre che si stanno registrando i danni collaterali derivanti dal modello di sviluppo della modernità occidentale. Nel 1998 le "upper class" di Tegucigalpa (Honduras) registravano come danno l'allagamento di qualche garage, mentre nelle colline della periferia, durante le piogge portate dall'Uragano Mitch, in cinque minuti sono sprofondate nel fango 5.000 persone.

L'Honduras è un paese di 6 milioni di abitanti, il 65% dei quali, secondo il Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo (PNUD), vive in povertà. Più del 70% dei 112.492 chilometri quadrati del territorio nazionale è dichiarato di vocazione forestale. Secondo un rapporto del 2001 della Corporazione Honduregna dello Sviluppo Forestale (COHDEFOR) il Paese perde tra i cento e i cento venti mila ettari di bosco ogni anno a causa degli incendi, del taglio illegale, dell'agricoltura e dell'allevamento intensivo.

Secondo uno studio della Banca Mondiale datato febbraio 2003, "la corruzione rappresenta il mezzo principale per lo sfruttamento del bosco in Honduras". Il rapporto parla di un vero flagello ambientale che provoca allo Stato perdite economiche che vanno "dai 300 ai 1000 milioni di dollari l'anno". Nella regione di Olancho si trovano gran parte delle foreste primarie del Paese, ma è anche la regione in cui lo sfruttamento delle risorse forestali ha raggiunto situazioni estreme, determinando la distruzione dell'intero ecosistema. Nel nord di Olancho si sono seccate negli ultimi 10 anni quasi tutte le fonti di acqua che rifornivano la popolazione di acqua potabile e per l'irrigazione dei campi.

Caritas Diocesana di Padova, via Vescovado 29, 35141 Padova.

Tel: 049.8771722 - Fax: 049-8771723 - e-mail: caritaspadova@diweb.

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