Caritas: "Respingimenti deprecabili, non regna la pace nel Mediterraneo"

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Intervenendo al ‘Migramed Forum-2010’, il presidente della Commissione giuridica della Conferenza episcopale italiana (Cei) e vescovo di Mazara del Vallo, mons. Domenico Mogavero, ha definito "deprecabili" i respingimenti "che il nostro Governo sventola per dire che la pace regna nel Mediterraneo e che non sono la soluzione" - riporta l'agenzia Misna. Monsignor Mogavero ha quindi esortato la Chiesa a "non dare copertura a certi atteggiamenti di rifiuto, larvato razzismo e xenofobia che emergono qui e là" uscendo da atteggiamenti di "neutralità e silenzio nei quali a volte ci rifugiamo" avvertendo che “altrimenti il rischio di andare in ordine sparso è dietro l’angolo”.

Una denuncia, quella contro i respingimenti italiani, ribadita al Forum organizzato da Caritas Italia, anche dal vescovo di Palermo e presidente della Conferenza episcopale siciliana, mons. Paolo Romeo: "La politica dei respingimenti manca di dimensione umana, prima ancora che cristiana" - ha affermato, mentre mons. Giancarlo Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes ha sottolineato l’importanza di "allargare ogni forma di protezione umanitaria ai milioni di persone in movimento perché costretti da situazioni drammatiche" .

Monsignor Perego ha ricordato che "il tema dei richiedenti asilo, dei rifugiati e delle altre categorie beneficiarie della protezione internazionale è sempre più all’ordine del giorno in un contesto internazionale in cui guerre e disgrazie ambientali, costringono e costringeranno ancora un gran numero di persone a spostarsi dalla propria terra". Sulla questione dei respingimenti, infine, l’Alto commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr) ha ribadito il rischio che l’Italia violi l’articolo 33 della Convenzione di Ginevra sui rifugiati e richiedenti asilo, ossia il principio di non-refoulement, per cui non si può rimpatriare una persona che fugge da un Paese dove viene perseguitato o è in guerra.

In occasiojne della 'Giornata mondiale del Rifugiato', l'associazione MeltingPot promuove domani, 20 giugno, "Welcome. Indietro non si torna!", una mobilitazione internazionale di lotta in difesa del diritto d’asilo e contro tutti i respingimenti. Sono previste manifestazioni congiunte nei porti dell’Adriatico e in quelli di Igoumenitsa e Patrasso in Grecia.

"Da maggio del 2009, con i respingimenti dei migranti verso la Libia, ha avuto inizio una delle pratiche più violente e lesive della dignità umana che le istituzioni italiane abbiano mai messo in atto. Esiste un’altra frontiera italiana, però, molto più vicina e meno spettacolarizzata, dove “respingimenti” altrettanto illegali e violenti vengono attuati ogni giorno nel silenzio. Dai porti di Venezia, Ancona, Bari e Brindisi, la polizia di frontiera respinge ogni anno migliaia di profughi afghani, curdi, somali, eritrei, sudanesi, palestinesi, che cercano, nascondendosi dentro o sotto i tir in partenza dai porti di Igoumenitsa e di Patrasso, di fuggire dalla Grecia, paese dove l’asilo non esiste" - afferma l'associazione che invita a aderire all’appello e segnalare appuntamenti locali.

Ieri al riguardo, intervenendo al ‘Migramed Forum-2010’, la responsabile rifugiati di Caritas Atene, Begona Castiella Kalliga, ha denunciato che "il porto di Patrasso è la vera porta per l'Italia". "Patrasso è una vera e propria bidonville - ha detto Castiella Kalliga - dove si ammassano gli immigrati in attesa dell'occasione per sgattaiolare nel porto e di lì su una delle navi cargo pronte a salpare per Ancona o per Bari". Castiella stima che siano "varie migliaia" le persone che vivono nella bidonville, distrutta dal governo e poi ricostruita dai migranti, sempre con mezzi di fortuna". ''I trafficanti sono sempre tre passi avanti rispetto ai governi'' - ha spiegato Castiella.

Medici Senza Frontiere ha presentato il rapporto "Migranti nei centri di detenzione: vite in sospeso", in cui documenta l’impatto della detenzione sulla salute fisica e mentale dei migranti e dei richiedenti asilo nei Centri di detenzione in Grecia. MSF ha chiesto alle autorità greche di garantire condizioni di vita dignitose per i migranti reclusi e di prendere in considerazione soluzioni alternative alla detenzione.

Per la 'Giornata mondiale del Rifugiato', l'UNHCR ha presentato il Rapporto annuale "Global Trends 2009" (in inglese in .pdf) dal quale si apprende che nel mondo sono 43,3 milioni le persone costrette alla fuga da guerre e persecuzioni. "Si tratta del numero più alto dalla metà degli anni Novanta. Allo stesso tempo, il numero di rifugiati rientrati spontaneamente a casa è il più basso degli ultimi venti anni" - evidenzia il rapporto. “Non ci sono segnali che facciano presagire una soluzione per i principali conflitti in corso, come quelli in Afghanistan, Somalia e nella Repubblica Democratica del Congo” - ha detto l’Alto Commissario Onu per i Rifugiati. António Guterres.

Per quanto riguarda l'Italia, i rifugiati sono 55mila. "L'Italia presenta cifre molto basse rispetto ad altri paesi dell'Unione Europea, in termini sia assoluti che relativi. A titolo di comparazione, la Germania accoglie quasi 600mila rifugiati ed il Regno Unito circa 270mila, mentre La Francia e i Paesi Bassi ne ospitano rispettivamente 200mila e 80mila. In Danimarca, Paesi Bassi e Svezia i rifugiati sono tra i 4 e i 9 ogni 1.000 abitanti, in Germania oltre 7, nel Regno Unito quasi 5, mentre in Italia appena 1 ogni 1.000 abitanti.

In Italia nel 2009 sono state presentate circa 17mila domande d’asilo, quasi la metà rispetto all’anno precedente (circa 31mila). La diminuzione viene attribuita alle politiche restrittive attuate nel Canale di Sicilia da Italia e Libia, fra cui la prassi dei respingimenti in mare. "Il netto calo delle domande di asilo in Italia dimostra come i respingimenti anziché contrastare l’immigrazione irregolare abbiano gravemente inciso sulla fruibilità del diritto di asilo in Italia" - denuncia il rapporto. [GB]

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