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Ambiente umano
Popolazione. Il censimento del 1996 indicava in 523.374 i rappresentanti della popolazione indigena, i Maori , concentrati quasi esclusivamente nell'Isola del Nord, specie nell'area statistica di Auckland. Divisi in numerose tribù su base aristocratica, spesso in lotta tra di loro, i Maori, popolo assai evoluto che aveva elaborato la più complessa e ricca cultura dell'Oceania, opposero ben presto un fronte comune all'invasione bianca; tuttavia le durissime e vane lotte cond otte contro gli Inglesi li decimarono così come, deposte le armi, l'alcolismo e le malattie introdotti dagli immigrati. Negli ultimi decenni i Maori hanno invece registrato un sensibile incremento, grazie a un coefficiente di accrescimento doppio di quello dei Neozelandesi d'origine europea, rappresentati pressoché esclusivamente da Inglesi, Scozzesi e Irlandesi (oltre a piccole comunità di Tedeschi e Scandinavi). A questi peraltro si deve fondamentalmente il popolamento dell'arcipelago.
Sviluppo demografico. Nel 1840, quando la Gran Bretagna proclamò la propria sovranità sulla Nuova Zelanda, i bianchi erano circa un migliaio, ma già nel 1868 erano 171.000 e oltre 500.000 nel 1880. Ciò fu il risultato di un'intensissima immigrazione originata dalla "corsa all'oro", scoperto nel 1852 (ma lo sfruttamento iniziò solo nel 1861 a Otago). All'estrazione dell'oro, ridottasi in breve tempo ad attività di modesta importanza, seguì la ben più consistente e duratura diffusione dell'agricoltura e dell'allevamento; a difesa della proprietà dei terreni agricoli e dei pascoli furono anzi poste forti restrizioni all'immigrazione e la crescita demografica, che portò la popolazione a oltre 1 milione di abitanti nel 1911, a circa 2 milioni nel 1951 e agli attuali 3,8 milioni, fu da allora dovuta essenzialmente all'incremento naturale. Quasi i 3/4 degli abitanti vivono nell'Isola del Nord, i cui ambienti sono assai più favorevoli alle attività agricole; l'isola presenta una densità di 25 abitanti/km 2 contro i 6 abitanti/km 2 dell'Isola del Sud.
Centri urbani. La popolazione si addensa nelle aree costiere, mentre vaste aree dell'interno sono pressoché desertiche; è soprattutto concentrata in quattro città, tutte nate come centri portuali: Auckland e Wellington (nella cui area statistica è il grosso centro di Hutt) nell'Isola del Nord, Christchurch e Dunedin nell'Isola del Sud. Auckland è il più popoloso agglomerato urbano della Nuova Zelanda, cuore economico del Paese, massimo scalo marittimo e sede delle principali industrie. Wellington è stata la prima città fondata dagli Inglesi (1840) e per la sua posizione sullo Stretto di Cook, al centro del Paese, ha assunto la funzione di capitale: è anch'essa un porto attivissimo, cui fa capo la rete di comunicazioni stradali e ferroviarie dell'Isola del Nord, collegata, mediante traghetti attraverso lo Stretto di Cook, anche all'Isola del Sud. Di quest'ultima la città più importante è Christchurch, sbocco della pianura di Canterbury mediante l'avamposto di Lyttelton; è sede di industrie legate alla lavorazione dei prodotti dell'allevamento. Dunedin è invece il maggior centro commerciale nella Regione di Otago, sulla ferrovia che si snoda lungo la costa orientale dell'isola. Tra le altre principali città: Manukau, a sud-est di Auckland, e Hamilton nell'Isola del Nord, Invercargill e Nelson nell'Isola del Sud.