Economia

Profilo generale. Non certo favorita dalla natura, se si eccettuano la pescosità dei mari e il cospicuo potenziale idroelettrico, l'Islanda ha sopperito alla povertà di risorse con un secolare straordinario adattamento dell'uomo all'ambiente e con una mirabile organizzazione economica e politica al servizio dell'intera collettività (notevole è l'intervento dello Stato nei settori chiave dell'economia, quali la pesca e l'attività mineraria); il livello di vita è ormai molto elevato, di tipo scandinavo. Tuttavia l'Islanda denuncia tutta la sua debolezza nella pressoché totale dipendenza dagli andamenti economici internazionali; in particolare il Paese risente in misura assai grave del fatto di poter contare su un'unica fonte di reddito, il pesce e i suoi derivati, alla mercé dell'andamento dei prezzi e delle richieste del mercato internazionale, mentre deve ricorrere alle importazioni per quasi tutti i beni di cui necessita. La gravissima crisi mondiale, iniziata intorno alla metà degli anni Settanta, si è tradotta per l'Islanda in drammatici rialzi dei costi, in un'inflazione altissima, con insostenibili disavanzi della bilancia dei pagamenti e conseguente ripe tuta svalutazione della moneta nazionale, cui ha fatto seguito una rigida politica d'austerità. Malgrado tutto ciò, la situazione presenta anche aspetti positivi: non vi è stata caduta negli investimenti, sicché le tensioni sociali sono state in pratica contenute dalla politica di pieno impiego (il tasso di disoccupazione è su livelli molto bassi), né è stato intaccato l'altissimo livello di vita della popolazione, che resta forse l'elemento più straordinario di questo piccolo Paese, come testimonia anche l'elevato reddito.
Agricoltura. La natura dei terreni consente aree estremamente esigue all'agricoltura (appena lo 0,1% della superficie territoriale, contro un incolto e improduttivo di quasi il 77%). Per i suoli poveri e il clima inadatto si è abbandonata da tempo la cerealicoltura; l'arativo viene riservato in pratica alle sole patate, che tuttavia crescono unicamente in poche zone più solatie, e alle foraggere; caratteristica del Paese è la coltivazione in serre (riscaldate, come le case, utilizzando l'acqua dei geyser) di ortaggi, soprattutto pomodori, frutta, fiori.

Allevamento e pesca. Grande importanza ha l'allevamento, massimamente quello ovino che si accontenta di pascoli magri; il passaggio dalla cerealicoltura alle colture foraggere ha consentito però una certa estensione all'allevamento bovino: il Paese è autosufficiente per quanto concerne carne e prodotti lattiero-caseari. Per il trasporto interno sono ancora largamente impiegati i cavalli ponies , di cui vi è un buon allevamento; praticato con successo è anche l'allevamento degli animali da pelliccia. L'economia però si regge effettivamente sulla pesca. Tale attività, organizzata modernamente con una flottiglia bene attrezzata, sfrutta i pescosi mari costieri: si pescano soprattutto merluzzi e aringhe, mentre la caccia alla balena, un tempo molto importante, è oggi cessata.

Risorse minerarie. Modeste sono le risorse minerarie; in particolare mancano del tutto i combustibili. Sopperiscono in parte alle necessità energetiche le acque dei geyser; rilevante è inoltre il potenziale idroelettrico, il cui accresciuto sfruttamento è stato un elemento fondamentale per il potenziamento dell'industria.

Industria. L'industria si basa eminentemente sulla lavorazione del pesce e dei suoi derivati (olio e farina); si hanno inoltre alcuni cementifici, aziende tessili (in espansione i lanifici), concerie, calzaturifici e soprattutto due importanti complessi metallurgici (uno per la produzione di alluminio, di proprietà svizzera, e uno per la produzione di ferro-silicio, a capitale misto islandese-norvegese), installati nell'isola grazie appunto ai bassi costi dell'energia idroelettrica.

Comunicazioni. Le comunicazioni terrestri interne sono molto ardue, in vari punti rese pressoché impossibili dalle grandi masse glaciali; mancano totalmente le ferrovie, ma esiste una rete stradale (di oltre 12.000 km), che effettua l'intero periplo dell'isola ed è percorsa da regolari servizi di autobus. I commerci interni, in particolare per le merci pesanti, sono principalmente svolti dalle navi, che esercitano il cabotaggio tra la capitale Reykjavík e i principali centri costieri. Sempre maggior sviluppo hanno avuto i servizi aerei (sia all'interno sia con l'estero), assicurati dalla Icelandair; principale aeroporto è quello internazionale di Keflavík, a circa 50 km dalla capitale.

Commercio. I 3/4 delle esportazioni consistono in pesce, congelato e salato, e nei suoi derivati; seguono l'alluminio, alcuni prodotti zootecnici (lana, pelli, carne) e dell'industria tessile; le importazioni sono essenzialmente rappresentate da combustibili, numerosi prodotti industriali (farmaceutici ecc.), macchinari e mezzi di trasporto, generi alimentari, talune materie prime (bauxite e altri minerali, legname ecc.). L'interscambio si svolge soprattutto con gli USA, la Gran Bretagna, la Germania, la Norvegia e la Danimarca.