Spazio fisico

Morfologia. Il territorio danese è formato da una sezione peninsulare, lo Jylland, e da circa 400 isole (le più estese sono Sjælland, Fyn o Fionia, Lolland) che per la maggior parte sorgono nei bracci di mare antistanti la costa svedese sud-occidentale; piuttosto emarginata rispetto alle altre è solo l'isola di Bornholm , nel Mar Baltico. Strutturalmente non c'è discontinuità di substrato tra la Svezia meridionale e la Danimarca: si tratta di una zolla rigida, marginale allo scudo baltico e ai massicci paleozoici centreuropei, che ha subito nel corso delle ere geologiche moti di subsidenza alternati, con conseguenti ingressioni o regressioni del mare. Da ciò la costituzione geologica della terra danese, che vede la successiva sovrapposizione di strati sedimentari a partire dagli inizi del Mesozoico, e la cui potenza, nel complesso, sembra raggiungere i 1.000 m. La maggior parte delle sedimentazioni risalgono al Cretaceo e sono rappresentate da calcari diversi, in rapporto ai cicli di sedimentazione in mari più o meno profondi; peculiare è il Limsten, un calcare duro che affiora in alcune zone dello Jylland. Alle formazioni mesozoiche succedono strati di marne, argille e sabbie del Cenozoico, corrispondenti a fasi diverse di sommersione ed emersione del territorio che, durante i periodi di emersione, fu più o meno intensamente sottoposto alla denudazione subaerea. Nel Quaternario le glaciazioni investirono direttamente il Paese con le grandi espansioni provenienti dai massicci scandinavi. I depositi glaciali rappresentano le formazioni più superficiali del territorio danese; l'ultima glaciazione, quella di Würm, ha lasciato i suoi depositi lungo una linea che taglia da nord-ovest a sud-est la penisola dello Jylland. La morfologia della Danimarca è il risultato di queste vicende geologiche; il Paese è prevalentemente pianeggiante, ma, data la presenza dei depositi morenici, si hanno ondulazioni, lievi avvallamenti, alture isolate (Bakkøer) che si elevano 100-150 m sopra le pianure sabbiose: la massima cima, l'Ejer Bavnehøj, tocca i 171 m. L'attuale contorno costiero, il cui elevatissimo sviluppo è di ben 7.314 km, deriva da un regresso del mare che è continuato sino a oggi e che dall'Età del Bronzo, cioè in circa 4.000 anni, ha registrato un abbassamento del livello di 25 m, con conseguente accrescimento del territorio. Paese insulare e frammentato, la Danimarca è con ciò tutta aperta al mare, ma al tempo stesso ne è largamente difesa, specie sul lato orientale, dove sono ubicati infatti, nei bracci di mare tra isola e isola, i porti maggiori. Sul lato occidentale dello Jylland la costa presenta invece cordonature sabbiose, allineamenti dunosi, lagune e terre anfibie, secondo una morfologia che ricorda il litorale fiammingo.

Clima. Il clima è essenzialmente oceanico, soggetto cioè agli influssi delle masse d'aria occidentali d'origine atlantica; essi si alternano però agli influssi delle masse continentali polari, provenienti da nord-est, il che ha effetti sensibili sulla varietà delle condizioni climatiche da zona a zona. La sezione occidentale dello Jylland, direttamente investita dai venti atlantici, è relativamente piovosa (800 mm annui), mentre il resto del Paese, specie le isole orientali, ha precipitazioni scarse, che in media non superano i 600 mm annui, scendendo a 450-500 mm nell'Isola di Sjælland. Le piogge si verificano principalmente nella tarda estate, mentre la primavera, molto ventosa, è di solito secca. L'inverno è umido e brumoso. Le temperature, data la limitata azione mitigante dei mari nordici, poco profondi, hanno sensibili variazioni stagionali: in generale si passa da 1-2 °C in gennaio a 13-14 °C in luglio, mentre la media annua del Paese è di 7 °C.

Flora. La vegetazione naturale è essenzialmente quella dell'area atlantica, però con specie prevalenti d'ambiente freddo: estesi sono le faggete e i boschi di conifere (pino silvestre, abeti), questi per lo più d'impianto, dato che il manto boschivo originario è stato a lungo e profondamente alterato. Aspetti selvaggi si ritrovano invece nelle brughiere dei terreni costieri e sabbiosi dello Jylland occidentale, dove la pianta tipica è l'erica (Calluna vulgaris).

Idrografia. Legata al glacialismo è l'idrografia, che si svolge in corrispondenza dei corsi fluviali che uscivano un tempo dai ghiacciai o che scorrevano sotto i ghiacciai stessi (fiumi a galleria). Dato il carattere pianeggiante della Danimarca il drenaggio delle acque è ovviamente difficile, e ciò ha creato laghi e aree paludose, sebbene oggi i terreni siano interamente bonificati. Inoltre, per la limitata estensione e la frammentarietà del Paese, i fiumi hanno uno sviluppo molto modesto; il più lungo, il Gudenå , che scorre nello Jylland e sfocia nel Randers Fjord, non raggiunge i 158 km.