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Aspetti economici
I Paesi Bassi rappresentano uno straordinario esempio di come un Paese scarsamente dotato di risorse naturali, svantaggiato altresì da un ambiente "anfibio" e in lotta perenne per salvaguardare il territorio dagli assalti del mare, riesca a conseguire livelli economici e sociali tra i più avanzati del mondo grazie soprattutto agli sforzi costanti di una collettività efficiente e organizzata in modo ottimo.
Strutture produttive. Storicamente le basi della prosperità olandese poggiano sull'agricoltura specializzata e intensiva e ancor più sull'attività commerciale che, sfruttando i vantaggi della posizione geografica favorevole agli scambi, allo sviluppo dei trasporti e delle relazioni internazionali (tra l'altro i Paesi Bassi sono il naturale sbocco dei prodotti tedeschi), è progressivamente divenuta una poderosa fonte di ricchezza: da tempo infatti gli Olandesi godono di una solidissima reputazione di esperti agricoltori, di abili mercanti e intermediari commerciali, di grandi banchieri e finanzieri. A partire dal secondo dopoguerra il Paese è stato però testimone di una sensibile trasformazione delle proprie strutture produttive: per far fronte all'espansione demografica e poter conservare l'elevato tenore di vita, si rese indispensabile potenziare l'apparato industriale sino ad allora piuttosto debole (le attività manifatturiere del passato, pur varie, avevano nel complesso una consistenza abbastanza limitata), così da assicurare un razionale equilibrio tra un'agricoltura moderna, ma che sempre più denunciava una grave eccedenza di manodopera, e un ipertrofico settore terziario. Il processo di industrializzazione è stato piuttosto rapido, favorito da opportuni interventi dello Stato (determinante è stato ed è tuttora per esempio il controllo sugli sviluppi urbanistici e in genere sulla gestione territoriale) nell'ambito però di una struttura economica liberistica, aperta all'iniziativa privata, ma che tiene conto di indirizzi governativi.
Legami internazionali. L'industrializzazione ha provocato peraltro nuovi orientamenti nella politica economica nazionale, data la necessità di trovare adeguati sbocchi commerciali ai prodotti olandesi e di conseguire una maggiore integrazione con gli altri Paesi, specie nell'ambito dell'Unione Europea. Un assetto produttivo come quello olandese, obbligatoriamente ancorato al quadro economico internazionale, all'andamento dei mercati esteri e alle oscillazioni dei prezzi delle materie prime d'importazione, sulla cui trasformazione per lo più vivono le industrie olandesi, non poteva non risentire immediatamente della gravissima crisi mondiale in atto. In effetti tra le cause principali del presente deterioramento economico dei Paesi Bassi si pone proprio il declino della competitività dell'industria; e in un Paese che vive tradizionalmente della prosperità del suo commercio, le difficoltà interne del mondo industriale insieme al rallentamento dell'interscambio internazionale e alla recessione mondiale rischiano di mettere in crisi il modello stesso di società, il Welfare State olandese, duramente toccato sul fronte del lavoro dalla disoccupazione.
Produttività agricola. Anche se in termini relativi, l'agricoltura ha perduto d'importanza nell'ambito dell'economia nazionale in conseguenza della recente evoluzione presentata dall'industria, così come ne è fortemente diminuita la percentuale degli addetti, la secolare esperienza degli Olandesi nell'organizzazione territoriale e nell'opera di valorizzazione delle terre strappate al mare fa sì che il settore agricolo sia fra i più progrediti del mondo quanto a tecniche e rendimenti unitari. Lo spazio a disposizione è limitato (circa 920.000 ha, poco più del 23% della superficie territoriale, contro un incolto e improduttivo pari al 42%), ma un complesso sistema di regolazione delle acque funziona ininterrottamente, controllando anche la profondità della falda acquifera che, insieme alla natura dei suoli, condiziona le possibili colture. I rendimenti, come si è detto, sono elevatissimi; ciò è dovuto sia all'alto livello di preparazione professionale degli agricoltori, sia all'uso intensivo di fertilizzanti, alla diffusa meccanizzazione, alla selezione delle specie vegetali e grazie infine all'attenta presenza dello Stato, che interviene mediante la creazione di adeguate infrastrutture. Le proprietà agricole sono in genere di piccole dimensioni, a conduzione diretta; l'esistenza poi di cooperative di produttori e di distributori, collegate con quelle dei consumatori, assicura ulteriori vantaggi e facilita il buon andamento del settore.
Principali prodotti agricoli. Circa metà dell'arativo è occupato dai cereali; principale prodotto è il frumento, limitato tuttavia alle aree argillose meridionali, mentre maggiore diffusione hanno l'orzo, l'avena e la segale. Tuttavia i raccolti cerealicoli sono insufficienti alle necessità interne e si deve fare largo ricorso all'importazione. Diffusa ovunque è la coltivazione della patata, che dà luogo a notevoli esportazioni e all'industria della fecola; la patata è altresì l'alimento nazionale insieme ai legumi secchi (fagioli, piselli) e ai cavoli. Le buone terre argillose delle pianure marittime favoriscono anche la coltura della barbabietola da zucchero, che consente una notevole industria saccarifera; tra le oleaginose sono soprattutto rappresentate la colza e il lino, coltivazione quest'ultima qui tradizionale come nel vicino Belgio e che fornisce fibra e semi. Ampi spazi sono altresì lasciati alle colture foraggere in funzione di un allevamento veramente prestigioso; ma forse l'aspetto più interessante dell'agricoltura dei Paesi Bassi è dato dalla diffusione delle serre riscaldate, presenti nelle province dell'Olanda sia meridionale sia settentrionale. Si calcola che circa metà della superficie delle serre europee si trovi proprio nei Paesi Bassi, dove sono adibite a coltivazioni di fiori - tulipani, giacinti, crisantemi, rose da serra - e di primizie ortofrutticole, la cui maturazione accelerata consente la relativa esportazione soprattutto verso i mercati tedeschi e svizzeri sin dall'inizio della primavera. Sono oggetto di esportazione in tutto il mondo anche i bulbi che, al contrario dei fiori, vengono coltivati all'aperto, in particolare nella regione compresa tra Alkmaar e L'Aia. Estremamente limitata è per contro l'area boschiva, pari a più dell'8% della superficie nazionale.
Allevamento. Data la morfologia del territorio e le condizioni climatiche, assai estese sono le aree a prati e a pascoli permanenti che, insieme alla diffusione delle colture foraggere, favoriscono lo sviluppo di una fiorentissima zootecnia; prevale l'allevamento bovino, che si avvale di razze altamente selezionate, tra cui la famosa frisona da latte, raggiungendo rendimenti difficilmente eguagliabili. L'allevamento è anzi alla base della prosperità di molte zone specificamente agricole ed è praticato soprattutto in funzione dell'industria lattiero-casearia, che è ottimamente organizzata e produce formaggi destinati in ampia misura all'esportazione; i Paesi Bassi si collocano fra i principali produttori europei anche per il burro e la margarina. Del pari ampia diffusione hanno i suini, per i quali si utilizzano i sottoprodotti dell'industria casearia, e i volatili da cortile.
Pesca. La pesca rappresenta altresì un settore di rilievo, anche perché modernamente organizzato. Le aringhe, di cui gli Olandesi trovarono per primi il processo di affumicatura necessario per la loro conservazione, costituiscono il prodotto più importante, con principale centro di lavorazione a Vlaardingen; altri porti pescherecci sono Scheveningen, Katwijk e IJmuiden. A Bergen op Zoom prospera l'ostricoltura.
Risorse minerarie. Il Paese è scarsamente provvisto di risorse minerarie; in pratica è del tutto privo di minerali metalliferi. Migliore è la situazione nell'ambito energetico; più però del petrolio (giacimenti di Coevorden e di Rijswijk) conta il gas naturale, di cui anzi i Paesi Bassi sono tra i maggiori fornitori del mondo (il primo d'Europa, Russia esclusa), con vasti giacimenti soprattutto nei dintorni di Groninga . Uns fitta rete di gasdotti attraversa tuttavia il Paese e si può dire che ogni casa olandese utilizzi gas naturale. Esso soddisfa oltre metà delle richieste energetiche del Paese, che per il rimanente dipende essenzialmente dal petrolio d'importazione; viene inoltre esportato in vari Stati, tra cui la Germania, la Francia e il Belgio. I giacimenti di carbon fossile del Limburgo sono inattivi dal 1989. La produzione totale di energia elettrica consente un elevato consumo annuo pro capite, che corrisponde alle più elevate medie europee. Modesta rispetto ad altri Stati è la produzione di energia di origine nucleare (centrali di Borsele e Dodewaard), che trova forti opposizioni all'interno del Paese, e geotermica.
Industria e commercio. Le industrie olandesi traggono la loro origine dalle svariate attività manifatturiere basate sulla lavorazione dei prodotti agricoli locali e dei prodotti coloniali importati (tabacco, spezie, cacao, zucchero, caucciù, semi oleosi, frutta tropicale), che le ricche colonie fornivano a basso costo e la potente flotta mercantile faceva facilmente affluire. Ancor oggi questo tradizionale settore è assai fiorente, con complessi in gran parte ubicati a Rotterdam e ad Amsterdam o nei dintorni di queste città (precipua è infatti la duplice funzione, mercantile e industriale, delle due metropoli): più in generale, circa la metà delle industrie olandesi è concentrata nella sezione occidentale del Paese, specie nella cosiddetta Randstad Holland, dove la presenza dei porti ha favorito lo sviluppo delle attività manifatturiere, essenzialmente legate alle merci d'importazione. Oggi i Paesi Bassi, oltre a essere tra i maggiori produttori mondiali di sigari e sigarette, occupano un buon posto nella produzione di cacao, cioccolato, margarina, zucchero, birra, liquori (rinomanza mondiale ha il curaçao ); Amsterdam è il massimo mercato mondiale per il chinino e il centro più celebre per il taglio dei diamanti.
Industrie metallurgiche, elettromeccaniche e chimiche. L'assenza di minerali metalliferi non ha impedito l'affermarsi dell'industria metallurgica (d'altronde già nel secolo XVIII gli Olandesi lavoravano il rame e il ferro con materie prime d'importazione); oggi è particolarmente importante il settore siderurgico, ma altresì ben rappresentata è la metallurgia dell'alluminio, dello zinco, dello stagno e del piombo. Di rilievo è anche il settore meccanico: antica fama hanno le costruzioni navali (con principali cantieri a Rotterdam, Amsterdam e Flessinga), che dopo la gravissima crisi del settore negli anni Settanta ha ripreso un buon ritmo produttivo. Di tutto rispetto è la produzione delle industrie aeronautiche (i famosi aerei Fokker), di quelle automobilistiche, collegate a una fiorente industria della gomma, e di quelle del materiale ferroviario. Nei campi elettrotecnico ed elettronico i Paesi Bassi sono specializzati nella fornitura di lampadine, valvole, dispositivi a semiconduttori; a Eindhoven ha sede la Philips, una potenza mondiale nel settore. Quasi tutta concentrata lungo il confine tedesco è l'industria tessile, in gran parte ristrutturata e rivolta soprattutto alla lavorazione del cotone e della lana. Poderoso è stato anche lo sviluppo dell'industria chimica, attiva nei settori delle fibre tessili artificiali, dei fertilizzanti azotati, delle materie plastiche, dell'acido solforico, dei prodotti farmaceutici, e di quella petrolchimica: le raffinerie, localizzate in prevalenza a Rotterdam, hanno una ottima capacità di raffinazione. I cementifici e le lavorazioni del cuoio, della carta, delle porcellane (Delft) completano il quadro della grande industria dei Paesi Bassi.
Comunicazioni. Ottimo è il sistema delle vie di comunicazione; esso tocca i suoi massimi vertici a Rotterdam e ad Amsterdam e si allaccia perifericamente ai porti del Mar e del Nord, connettendosi sul lato orientale con la Germania, su quello meridionale con il Belgio. Tale trama vale sia per le ferrovie sia per le strade e le vie d'acqua interne; queste ultime, che complessivamente si sviluppano per circa 5.000 km (la densità idroviaria olandese è la più elevata del mondo) e per le quali transita 1/3 delle merci trasportate nel Paese, hanno avuto in particolare una funzione decisiva nella determinazione del ruolo prevalente di Amsterdam e Rotterdam. Vie d'acqua preminenti sono quelle del Reno-Waal e della Mosa; molto fitta, sebbene meno importante, è la rete di canali che nella sezione settentrionale del Paese fa capo a Groninga. Le reti ferroviarie e stradali, del pari efficientissime, collegano il Paese con il resto dell'Europa occidentale. Assai attivi sono i collegamenti aerei internazionali, che hanno a Schiphol (Amsterdam) uno dei più funzionali scali d'Europa; seguono per importanza gli aeroporti di Zestienhoven (Rotterdam), Eelde (Groninga), Beek (Maastricht), parimenti internazionali. Compagnia di bandiera è la KLM (Royal Dutch Airlines), che è la più antica linea aerea commerciale del mondo, essendo stata fondata nel 1919, e tra le principali per ampiezza di rete. L'importanza degli scambi spiega anche lo sviluppo della marina mercantile olandese e, ancora più, delle attrezzature portuali. Il movimento commerciale con l'estero si svolge essenzialmente attraverso i porti di Rotterdam e di Amsterdam. Rotterdam è congiunta al mare e al modernissimo scalo di Europoort mediante il Nieuwe Waterweg (Nuovo Canale), lungo il quale si affacciano gli imponenti complessi petrolchimici della città; il collegamento marittimo di Amsterdam è assicurato mediante il Canale del Mare del Nord. Tra gli altri principali porti Hoek van Holland (di fronte a Europoort) e Flessinga contano invece per il movimento passeggeri.
Scambi commerciali. Gli scambi sono vitali per l'economia olandese: per talune branche produttive il mercato estero è più importante di quello interno. Si esportano soprattutto combustibili, prodotti chimici e petrolchimici, generi alimentari (carne e derivati, latticini, prodotti ortofrutticoli ecc.), veicoli e macchinari (tra cui ben rappresentate le apparecchiature elettriche), prodotti industriali vari; si importano in prevalenza cereali e altre derrate alimentari, petrolio, minerali, materie prime in genere, ma altresì molteplici prodotti industriali che il Paese non è in grado di fornire. La bilancia commerciale è attiva.