Ambiente umano

Popolamento. Il territorio olandese ha attratto l'uomo fin da epoche assai remote, com'è testimoniato dai numerosi resti dell'attività umana risalenti al Paleolitico superiore. A partire dal II millennio a.C., per la sua posizione di convergenza nell'ambito dell'Europa, gli apporti culturali che il Paese ricevette furono diversi: provennero sia da parte di genti celtiche da sud, sia da parte di popolazioni germaniche (Frisoni, Batavi) da nord e da est. Dalla sintesi dell'elemento franco-germanico i Paesi Bassi hanno acquistato i loro caratteri definitivi che si sono espressi, oltre che sul piano politico e culturale, nella grande conquista agricola medievale. Nei secoli successivi vi furono solo modesti apporti esterni; la popolazione si è accresciuta in pratica indipendentemente da queste immigrazioni, costituite in prevalenza da profughi per motivi religiosi (essenzialmente protestanti) venuti dalle Fiandre e dalla Francia. Aumentava intanto la percentuale della popolazione urbana (oggi è tra le più alte del mondo). Benché non manchino città di fondazione romana, come per esempio Utrecht, esse risalgono per lo più al Medioevo, spesso sorgendo, come Amsterdam, là dove era eretta una diga a sbarrare i corsi d'acqua. I successivi sviluppi del Paese ebbero come elementi promotori i centri più favoriti dal punto di vista commerciale, pre cipuamente i grandi porti, alla cui ricca borghesia si collegano quei grandi movimenti che portarono all'indipendenza dalla Spagna, alla nascita di una potente nazione marinara (si calcola che nel Seicento battessero bandiera olandese dalle 16.000 alle 20.000 navi), alla costruzione del vasto impero coloniale.

 

Sviluppi demografici. La prosperità raggiunta dal Paese tra i secoli XVII e XIX suscitò incrementi demografici notevoli; all'inizio del secolo scorso si contavano già 2 milioni di abitanti, divenuti 2,6 milioni nel 1830, quando fu indetto il primo censimento; cento anni dopo, nel 1930, questa popolazione era salita a 7,9 milioni, cioè si era più che triplicata, grazie all'elevata natalità e alla bassa mortalità. L'invasione delle armate tedesche, agli inizi della seconda guerra mondiale, e la successiva, durissima occupazione del Paese arrecarono danni gravissimi alla nazione e forti perdite demografiche; tra l'altro fu pressoché interamente sterminata la popolazione di origine ebraica. Negli anni del dopoguerra, parallelamente alla ripresa economica, è iniziata quella demografica: la natalità, sebbene molto più bassa che nel secolo scorso, si mantiene tuttavia piuttosto elevata per un Paese dell'Europa occidentale, la mortalità d'altro canto è fra le più basse del continente; il coefficiente di accrescimento risulta pertanto superiore alla media europea e la popolazione ha ormai superato largamente i 15 milioni di abitanti.

 

Densità e distribuzione. La di stribuzione è tuttavia piuttosto ineguale, soprattutto in rapporto ai diversi sviluppi dell'urbanesimo e dell'industrializzazione, più che alle condizioni ambientali, di fronte alle quali il tenace popolo olandese non si è mai arreso. Le province più densamente popolate sono quelle dell'Olanda Settentrionale e Meridionale, che accolgono insieme quasi i 2/5 della complessiva popolazione; un posto a sé occupa il triangolo Rotterdam, L 'Aia e Amsterdam, dove vivono circa 3 milioni di abitanti; si tratta infatti di un'area pressoché interamente urbanizzata, centro vitale della nazione che concentra tutte le attività direzionali dei vari settori della vita economica, politica e finanziaria del Paese. Hanno pure densità superiori alla media le province di Utrecht, del Limburgo e del Brabante Settentrionale, grazie al lo sviluppo che vi hanno preso le industrie. Tutte le altre province hanno densità inferiore alla media nazionale; in relazione al resto del Paese appaiono scarsamente popolate le torbiere e le lande che ancora rimangono nella Frisia, nella Drenthe e nella Zelanda .

 

Insediamenti rurali. La distribuzione degli insediamenti rurali è in stretta relazione con le caratteristiche dell'ambiente naturale, le vicende storiche e l'evoluzione che vi ha subito l'agricoltura nel corso dell'ultimo secolo. Nei terrazzi sabbiosi delle regioni orientali (Drenthe), dove l'ambiente naturale era sfavorevole e il terreno coltivabile è stato dissodato palmo a palmo, i villaggi sono formati da case raggruppate senza ordine particolare e sono separati da zone a bosco e pascolo, un tempo sfruttate in comune dagli abitanti; nel Limburgo e nel Brabante Settentrionale si trova invece un tipo di villaggio costituito da un nucleo centrale compatto e da una serie di propaggini formate da case più rade che si diramano lungo le strade in tutte le direzioni; eccettuata la Frisia, con la sua grande casa rurale coperta da un tetto di paglia, non molto frequente è la fattoria isolata. In netto contrasto con le aree orientali, dove i villaggi sono per lo più sorti senza un piano preordinato, nelle zone prosciugate e bonificate dei Paesi Bassi occidentali l'insediamento rurale presenta una straordinaria regolarità. Gli abitati si allungano a fiancheggiare le strade e i canali, con andamento tanto più regolare, talora addirittura geometrico, quanto più le bonifiche sono recenti; qui nulla è lasciato al caso e le fattorie hanno la forma e le dimensioni più convenienti.

 

Strutture urbane. Quasi tutte le città hanno un centro monumentale che rievoca gli splendori urbanistici del Seicento e del Settecento; l'attuale armatura urbana si è tuttavia formata dopo la seconda guerra mondiale e ancor più nel corso degli ultimissimi anni: il grande sviluppo dell'industria moderna ha fatto sorgere nuove città quasi dal nulla e ha determinato il forte accrescimento di molte di quelle già esistenti (le zone più densamente popolate corrispondono infatti ai grandi distretti industriali); Amsterdam, Rotterdam e L'Aia si sono talmente sviluppate da rendere necessaria la costruzione di nuovi quartieri satelliti. Profondo è il contrasto tra gli antichi nuclei urbani e i sobborghi recenti, concepiti in modo da realizzare un equilibrato rapporto tra aree edificate e spazi verdi. Le città più importanti si trovano nella sezione occidentale del Paese e formano una specie di ininterrotta cintura urbana attorno ai polders dell'Olanda; vi si trovano le tre città principali, Amsterdam, nell'Olanda settentrionale, Rotterdam e L'Aia nell'Olanda Meridionale, e altri importanti centri come Utrecht e Haarlem.

 

Grandi città. Amsterdam, la capitale, la "Venezia del Nord" edificata su una novantina di isolotti, deve la sua fisionomia ai grachten (canali ad arco di cerchio collegati da canali trasversali), alle sue strade d'argine fiancheggiate da alte e strette case di mattoni a fronte triangolare, mentre sui lati occidentale e orientale, ma soprattutto su quello meridionale, i vasti quartieri moderni si allargano sempre più sui polders circostanti; è attivissimo centro portuale e industriale ma anche splendida città d'arte e di cultura, frequentata meta del turismo internazionale. Sede di poderose industrie ma ancora più importante per i traffici è Rotterdam; posta sulla cosiddetta Nuova Mosa, in effetti il tratto terminale del Lek (Reno), dopo aver spodestato già dal secolo scorso Amsterdam come massimo centro portuale olandese, nella sua straordinaria ascesa ha ormai conquistato il primato mondiale, grazie ai collegamenti diretti con la valle del Reno e quindi con la Ruhr; è città dal volto assai moderno, essendo stata quasi totalmente distrutta dal bombardamento del maggio 1940. L'Aia, sede del governo, centro tipicamente amministrativo e residenziale, si è ampiamente ramificata non soltanto verso il mare, dove forma un'unica città con Scheveningen, la più celebre stazione balneare del Paese, ma anche verso i polders, circondandosi di una vasta cintura di città-giardino. Capoluogo della provincia omonima, Utrecht ha conservato il suo prestigio di grande centro culturale e religioso ricco di insigni monumenti, e ha ricevuto un nuovo impulso commerciale per essere situata all'incrocio di importanti vie di comunicazioni stradali, ferroviarie e fluviali. Anche a Haarlem, famosa soprattutto per la produzione dei fiori, la parte vecchia della città, intersecata da numerosi canali, conserva notevoli testimonianze del passato. Leida, un tempo il principale centro olandese dopo Amsterdam, non ha tratto uguali vantaggi dall'impulso dell'economia e rimane celebre innanzitutto come città universitaria. Nei Paesi Bassi settentrionali sono Leeuwarden, capoluogo della Frisia e importante mercato agricolo, e Groninga, capoluogo della provincia omonima, centro commerciale, industriale e culturale. Nella Gheldria le storiche città renane di Arnhem, capoluogo della provincia, e di Nimega devono la loro importanza all'industria, maggiormente rappresentata però nel centro di Eindhoven , nella provincia del Brabante Settentrionale.