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Spazio fisico
Morfologia. Il territorio portoghese forma una specie di rettangolo fortemente allungato nel senso nord-sud (circa 550 km), mentre in direzione ovest-est si interna in media per 150 km. Il Paese corrisponde geomorfologicamente all'estremità occidentale dell'antico zoccolo della Meseta Iberica, costituito da rocce granitiche spianate sulle quali si sovrappongono le formazioni sedimentarie del Mesozoico e del Cenozoico, in corrispondenza delle depressioni invase dal mare; nell'Era Cenozoica si ebbero però forti perturbamenti oro genetici cui è legata la nascita dei rilievi, sia interni sia costieri, dell'intera penisola, talora accompagnati da manifestazioni vulcaniche che interessarono l'estremità montuosa meridionale (Algarve) del Portogallo. Estesi sono pure i terreni alluvio nali neozoici che occupano tutte le pianure, specie quelle dei maggiori fiumi: Sado, Mondego e Tago (in portoghese Tejo, ma il grande fiume iberico è più conosciuto con il toponimo spagnolo). Il Paese, paragonabile alla scarpata occidentale della Penisola Iberica, non si presenta morfologicamente uniforme ma con una successione di dorsali montuose, di terrazze collinari e di pianure che dai margini dell'altopiano interno spagnolo scendono verso l'Atlantico con prevalente direzione est-ovest. Una notevole varietà di forme caratterizza il territorio, nel quale la stessa frammentazione montuosa ha dato origine a regioni ben distinte sotto l'aspetto geografico e quindi socio-economico; una prima fondamentale divisione è operata però dal Tago, che se para il Portogallo settentrionale, montuoso (regioni del Minho, di Trás-os-Montes, della Beira Alta ecc.), dal Portogallo centrale e meridionale, essenzialmente pianeggiante (Ribatejo, Alentejo ecc.). Nella parte settentrionale lo zoccolo si sollevò in modo violento; esso presenta notevoli fratture e i rilievi, prolungamento del Massiccio Galaico e della Cordigliera Centrale Iberica, sono vigorosi culminando nella Serra da Estrela (1.991 m), lunga dorsale che separa il bacino del Tago da quello del Mondego. Una profonda incisione nei rilievi del Portogallo settentrionale è rappresentata dal fiume Douro, che scorre in una valle fortemente incassata. A sud del Tago si stendono invece la maggiori pianure del Paese, in specie quella dell'Alentejo, dove il prolungamento occidentale dei penepiani dell'Estremadura spagnola digrada dolcemente sotto una coltre di terreni cenozoici verso le coste basse e sabbiose dell'Atlantico; è questa la regione più estesa del Portogallo (circa un terzo dell'intero territorio), chiusa sul lato meridionale dai menzionati Monti dell'Algarve. Raramente il rilievo raggiunge il mare, mai comunque con forme molto aspre; ne deriva un profilo costiero piuttosto regolare, caratterizzato da estesi arenili in genere rettilinei, con profonde rientranze solo alle foci dei grandi fiumi, talora paludose o chiuse da cordoni sabbiosi.
Clima. Dal punto di vista climatico il Portogallo è soggetto agli influssi atlantici occidentali di tipo ciclonico, quindi apportatori di aria umida, e di quelli anticiclonici subtropicali. Benché il territorio sia tutto aperto a ovest agli influssi oceanici, questi si allentano verso l'interno, dove si preannunciano le caratteristiche di continentalità proprie della Meseta, e verso sud, dove il Paese è ormai soggetto al clima mediterraneo, contraddistinto da inverni assai miti e da estati pressoché prive di precipitazioni. D'estate l'intero territorio si trova sotto gli influssi dell'anticiclone delle Azzorre, proveniente da sud-ovest, che blocca per molti mesi la situazione meteorologica: il cielo è sempre sereno, la temperatura, in media sui 20 °C, si eleva raggiungendo talvolta i 40 °C e l'umidità relativa si riduce estremamente, fino al 10%; sulla costa tuttavia il mare promuove una certa azione mitigatrice. Verso l'autunno il sopravvenire dei cicloni atlantici da nord-ovest determina condizioni di tempo piovoso, specialmente nelle regioni montuose settentrionali, come il Minho, dove si hanno copiose precipitazioni (2.500 mm annui contro i 500 mm dell'Algarve). Dal punto di vista termico si riscontrano differenze rilevanti tra le regioni settentrionali, con inverni lunghi e rigidi, e quelle meridionali, dove gli inverni sono tiepidi e brevi (la media invernale si aggir a sui 3 °C a Bragança, nel Trás-os-Montes, sui 12 °C a Lisbona).
Flora. Il clima fresco e umido delle zone settentrionali è all'origine della ricca vegetazione che inverdisce il paesaggio, con castagni, querce e pini silvestri; nell'interno, dove le precipitazioni si fanno più scarse e più forti le escursioni termiche, prevalgono i magri pascoli e la boscaglia. Più limitate sono a sud le zone boschive (lecci, querce da sughero ecc.) in relazione al clima caldo e secco; diffusi sono invece gli arbusti tipici della macchia mediterranea (timo, lavanda, rosmarino) e le zone steppose quasi prive di vegetazione, punteggiate da qualche palma nana.
Idrografia. La particolare morfologia del Paese determina corsi d'acqua irregolari e veloci attraverso gradini e dirupate gole d'erosione; essi sfociano al mare con lunghi estuari nei quali la corrente di marea penetra profondamente (per una settantina di km nel Tago), trasformandoli in buone vie di comunicazione: soprattutto il Tago, sul cui estuario non a caso è sorta Lisbona, è quasi interamente navigabile, e il Douro per 2/3 del suo corso. Nel territorio portoghese hanno il tratto finale del loro corso i grandi fiumi iberici, in particolare il Douro (in spagnolo Duero), il Tago e il Guadiana, che interessano però soprattutto la Spagna dove hanno origine; scarsi e di modesto sviluppo sono invece i fiumi che hanno il loro bacino interamente nel Portogallo, tra cui i principali sono il Mondego , che solca la Beira, e il Sado, che raccoglie le acque di buona parte delle regioni meridionali. Data la loro alimentazione di tipo pluviale, tutti hanno un regime assai irregolare, con fortissime differenze di portata nel corso dell'anno; presentano infatti piene notevoli durante la stagione delle piogge (quando non rari sono gli straripamenti con conseguenze spesso disastrose) con massime in gennaio o febbraio, mentre la loro portata diminuisce sensibilmente durante il periodo di siccità estiva: il Mondego ha una portata invernale persino 3.000 volte superiore a quella estiva.