Storia

Anticamente popolato dagli Illiri e più tardi (sec. VII) da tribù slave dalla cui unione sorse il principato di Duklja (sec. IX), poi conosciuto col nome di Zeta, il Montenegro, vassallo dei Serbi (1215), fu poi sottomesso a Venezia (1421) e il suo territorio rimase, fino alla fine del sec. XV, l'unico dei Balcani da cui fossero assenti i Turchi che se ne impadronirono nel 1499. L'influenza dei Turchi però, così come precedentemente quella veneziana, si fece sentire solo sulle coste e sui territori periferici, mentre l'interno e le montagne rimanevano inaccessibili. Gli abitanti, rifugiatisi nell'interno, furono governati dall'autorità religiosa e politica del vescovo di Cettigne. Danilo Petrovic-Njegos, vescovo dal 1697 al 1735, rese ereditario all'interno della propria famiglia il potere religioso e il Montenegro divenne una specie di monarchia teocratica. L'efficacia nel respingere gli attacchi turchi e il soffocamento delle rivolte dei Musulmani locali irrobustirono il Montenegro, consolidando la sua indipendenza; la sua posizione internazionale si avvantaggiò grazie all'alleanza con la Russia (1711). Pietro I riorganizzò l'amministrazione del Paese e ne ordinò la legislazione, facendo pubblicare nel 1796 il primo codice di leggi; al contempo, quale alleato della Russia, combatté con successo una guerra con la Turchia e la Francia napoleonica. Uno dei suoi successori, Danilo II (1851-60), secolarizzò il Paese nel 1852, si dichiarò principe e introdusse un esercito regolare.

Dopo la guerra russo-turca del 1877-78 il Montenegro, alleato della Russia, ebbe alcuni vantaggi territoriali, ottenendo anche l'accesso al mare e il riconoscimento internazionale. Nel 1905 divenne principato costituzionale e nel 1910 il principe Nicola si proclamò re del Montenegro, prese parte alla I guerra balcanica e durante la I guerra mondiale fu apertamente favorevole all'Austria. Questo atteggiamento costò a Nicola il trono, dopo il conflitto e la caduta dell'Impero austro-ungarico e il 1º dicembre 1918 il Montenegro entrò a far parte del nuovo Regno di Serbia, Croazia e Slovenia (dal 1929, Iugoslavia).

Durante la II guerra mondiale fu occupato dall'esercito italiano (aprile 1941) contro il quale il Paese insorse il 13 luglio 1941; liberato nel maggio 1945 dall'armata iugoslava, con la Costituzione del 1946 il Montenegro entrò a far parte della Repubblica Popolare Federativa di Iugoslavia come una delle sei repubbliche popolari. Dopo la disgregazione della Repubblica Federativa, determinatasi in seguito alle proclamazioni di indipendenza della Croazia, della Slovenia (1990) e della Bosnia-Erzegovina (1992), nello stesso anno il Montenegro strinse con la Serbia un nuovo patto federale riconosciuto internazionalmente solo con gli accordi firmati a Parigi alla fine del 1995.

Le elezioni del 1998 videro prevalere la coalizione riformista anti Milošević, guidata dal vittorioso candidato alla presidenza Milo Djukanović, ponendo le premesse per un “affrancamento” da Belgrado e un'evoluzione democratica del sistema politico nella ex Iugoslavia. Nei primi mesi del 1999, coinvolto suo malgrado nel conflitto scoppiato nei Balcani tra la Serbia e i Paesi aderenti alla NATO a seguito dell'acuirsi della crisi nel Kosovo, il Montenegro si dissociò dalla politica del leader iugoslavo Milošević, accogliendo nel suo territorio migliaia di profughi kosovari. Dopo la fine della guerra i rapporti tra le due repubbliche andarono nettamente peggiorando. Milošević infatti respinse la proposta di trasformazione della Federazione iugoslava in una “unione di Stati” avanzata dal Montenegro, che sembrava perciò puntare sempre più decisamente verso l'indipendenza, introducendo il marco come moneta parallela a quella corrente e creando una forza di polizia autonoma.Un contrasto gravido di rischi per la già tormentata area balcanica, attenuato dalla caduta di Milošević (ottobre 2000), ma non scomparso, e che divise le stesse forze politiche montenegrine: nel dicembre 2000 si dimise infatti l'esecutivo guidato da Milo Djukanović per il dissenso del piccolo Partito popolare, uscito dalla coalizione al potere in seguito all'approvazione di un progetto per una maggiore indipendenza dalla Serbia.

Il partito di Djukanović ottenne una risicata vittoria sul movimento indipendentista alle elezioni dell'aprile 2001 e il governo di minoranza scaturito da questa consultazione elettorale si trovò stretto tra le spinte separatiste e l'ancora forte opposizione filoiugoslava. Le cose, per Djukanović, andarono decisamente meglio alle elezioni legislative dell'ottobre 2002, in cui il partito del presidente otteneva la maggioranza assoluta in Parlamento. Le elezioni presidenziali del dicembre 2002 furono invece annullate per non aver raggiunto il quorum, secondo le indicazioni date dall'opposizione, situazione che si ripetè alle elezioni presidenziali del 2003.

Il 14 marzo 2002, Serbia e Montenegro stipulavano un accordo di federazione. L'accordo includeva il mantenimento del seggio unico alle Nazioni Unite e la futura adesione all'UE. Nel gennaio 2003 il parlamento montenegrino approvava la costituzione della nuova unione Serbia e Montenegro che sostituirà la Federazione Iugoslava. Nel maggio dello stesso anno si svolgevano nuove elezioni presidenziali, nelle quali, grazie anche all'abolizione della soglia minima di votanti prevista dalla vecchia legge elettorale, vinceva Filip Vujanovic, prendendo il posto del presidente uscente Djikanović, non più rieleggibile per incompatibilità costituzionale. Questi, tuttavia, rimase ai vertici istituzionali della repubblica, assumendo la carica di capo del governo.

Nel maggio 2006 si svolgeva il referendum che ha sancito la separazione del Montenegro dalla Serbia con il 55,5% dei consensi, mezzo punto percentuale in più della soglia stabilita dall'Unione Europea per riconoscere la validità del voto. In settembre si svolgevano le elezioni legislative vinte da Milo Djukanović. Nell'aprile 2008 si sono svolte le elezioni presidenziali vinte dal presidente uscente Vujanovic con il 51.9% dei consensi, mentre nel 2009 la coalizione guidata dal primo ministro Djukanović ha vinto le elezioni legislative.