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Economia
L'economia del Paese, legata per molti anni a quella della Federazione iugoslava, ha potuto avviare un processo di riassestamento soltanto una volta placate le lotte tra le fazioni interne e con le Repubblich e confinanti.
Agricoltura, allevamento e pesca. Largamente praticata è l'agricoltura, i cui principali prodotti sono i cereali, le patate, le barbabietole da zucchero, ortaggi e frutta nelle zone nord-orientali, l'uva e le olive in quelle costiere. Diffuso l'allevamento del bestiame (bovini, suini, ovini e volatili da cortile), mentre nelle zone montuose si sfruttano le cospicue risorse forestali. Una certa importanza ha anche la pesca, che alimenta una discreta industria conserviera.
Risorse minerarie e industrie. Le ricchezze del sottosuolo sono rappresentate da carbone (Arsia), bauxite (Istria), petrolio e gas naturale (Goijlo, Klostar Ivanic). Prima delle distruzioni causate dalla guerra la Croazie era, con la Slovenia, la repubblica iugoslava più industrializzata. Oggi, grazie anche all'afflusso di notevoli capitali esteri, molti settori sono tornati competitivi: la siderurgia, la metallurgia, la chimica e la petrolchimica, la meccanica, la cantieristica, l'industria alimentare e quella tessile.
Turismo e comunicazioni. Il turismo registra una notevole ripresa. Le comunicazioni sono assicurate da una rete ferroviaria e da una rete stradale di circa 28.000 km. I porti principali sono quelli di Fiume, Pola, Spalato, Ploce (Kardeljevo) e Ragusa (Dubrovnik); aeroporti a Zagabria, Spalato e Ragusa.