Eonomia

L'inizio dello sviluppo economico del Paese è di origine recente, risalendo in pratica al 1949, l'anno dell'indipendenza. Punto di partenza sono stati gli ingenti aiuti statunitensi che hanno consentito al Paese sia di modernizzare le proprie attività tradizionali, specie nell'ambito dell'agricoltura e della pesca, sia di intraprendere lo sviluppo del settore industriale. Inizialmente il governo ha realizzato una vasta riforma agraria e ha favorito, con una serie di agevolazioni e di prestiti, l'ammodernamento delle tecniche colturali e il generale miglioramento delle condizioni di vita nelle campagne, che hanno cominciato a dare frutti già nei primi anni Cinquanta del Novecento. Il basso costo e l'alta specializzazione della manodopera hanno attirato in quegli anni l'interesse degli investitori, in particolare di giapponesi e statunitensi, che hanno delocalizzato a Taiwan alcune produzioni industriali. Parallelamente la regolamentazione del commercio estero, con l'abbattimento di alcune barriere tariffarie, ha consentito l'apertura ai mercati stranieri e favorito le esportazioni, in rapida espansione dagli anni Sessanta. Oltre a non essere particolarmente favorita quanto a risorse minerarie, l'industria taiwanese è resa strutturalmente fragile dall'ampia dipendenza dall'estero per il rifornimento di materie prime e dal fatto di essere eminentemente al servizio dell'esportazione, con tutti i rischi derivanti dalle frequenti crisi dei mercati internazionali. Ma questa economia ha mostrato negli anni notevole flessibilità e capacità di diversificazione. Negli anni Settanta l'aumento dei prezzi del petrolio e delle materie prime ha richiesto interventi tempestivi, orientati all'ulteriore apertura del mercato, al sostegno statale all'industria, al potenziamento delle infrastrutture e del terziario, che nei decenni successivi ha progressivamente aumentato la sua importanza. A partire dalla metà degli anni Ottanta il Paese ha cominciato a investire nelle produzioni ad alta tecnologia (elettronica, biotecnologie, fotoelettronica, meccanica di precisione, industria farmaceutica, aeronautica e aerospaziale), il cui contributo alle esportazioni è passato nel periodo 1985-2006 dal 18,8% al 51,8%. Negli anni successivi le produzioni dei comparti manifatturieri tradizionali sono state delocalizzate in altri Paesi asiatici a basso costo di manodopera. Nel 1995 il governo di Taiwan ha avviato un nuovo progetto nell'ambito dell'APROC (Asia-Pacific Regional Operation Centre) che prevedeva lo sviluppo di produzioni a elevato contenuto tecnologico, di servizi finanziari e di telecomunicazioni, il miglioramento delle infrastrutture e dei trasporti aerei e marittimi. L'attuazione del progetto è stata favorita dalle aperture economiche e commerciali della Repubblica popolare Cinese sia nel senso che esse hanno offerto uno sbocco, impensabile fino a qualche anno fa, ai prodotti dell'industria taiwanese (non è un caso che oggi tra i maggiori partners commerciali di Taiwan ci siano Cina e Hong Kong), sia nel senso che hanno favorito l'insediamento a Taiwan delle società straniere che, volendo investire in Cina, hanno potuto trovare nell'isola una serie di servizi che agevolino il raggiungimento del loro obiettivo. Queste prospettive di sviluppo economico hanno avuto e continuano ad avere una ripercussione anche in campo politico con la concessione di maggiore libertà all'interno e l'eliminazione di alcune restrizioni verso il mercato cinese. Anche la crisi dei mercati asiatici nella seconda metà degli anni Novanta ha avuto a Taiwan un impatto minore rispetto a quanto accaduto altrove. La concorrenza dei Paesi asiatici emergenti nei comparti produttivi che richiedono una forza lavoro numerosa e a basso costo ha indotto all'inizio del nuovo millennio a proseguire gli investimenti nella ricerca e nella formazione in campo scientifico e tecnologico, che hanno consentito negli anni di mantenere un'elevata crescita del PIL. All'inizio del Duemila il governo taiwanese ha cercato di dare nuovo impulso al settore primario e al commercio, in particolare con l'introduzione di sempre maggiori agevolazioni doganali e fiscali nei rapporti commerciali con la Cina. In vista dell'ingresso nel WTO (2001) sono state varate leggi a supporto del libero mercato ed eliminate le ultime barriere tariffarie. Nel 2008 il PIL di Taiwan è stato di 392.552 ml $ USA, mentre il rapporto PIL/ab. è di 17.040 $ USA, uno dei più alti del continente (con l'esclusione dei Paesi del Medio Oriente). I programmi per il periodo 2007-2009 riguardano il riassetto del sistema socioeconomico in vista di uno sviluppo più sostenibile.

Agricoltura, allevamento e pesca. L'agricoltura è tuttora abbastanza praticata, occupando il 5,2% della popolazione attiva; sopperisce in gran parte alle necessità interne e riesce persino a esportare alcuni prodotti, grazie all'alta specializzazione e alla modernità delle tecniche. Base dell'alimentazione locale è il riso, che nelle aree irrigate dà due raccolti all'anno; questa coltura occupa tutta la fascia collinare pianeggiante della parte occidentale dell'isola ma, con i terrazzamenti, anche i fianchi montani. Gli altri cereali danno quantitativi modesti (primo viene il mais poi il sorgo); hanno invece notevole importanza nell'alimentazione locale la patata dolce e numerosi prodotti orticoli, come cavoli, pomodori, cipolle, asparagi, nonché varie qualità di frutta: agrumi, papaia, ananas, coccomeri, banane e manghi che alimentano anche una discreta corrente d'esportazione. Modernamente organizzate sono le colture industriali, la cui gamma era assai vasta anche se negli ultimi anni sono state potenziate quelle che maggiormente contribuiscono all'esportazione. Prevale nettamente la canna da zucchero, che interessa buona parte dell'arativo, essendo coltivata in tutte le aree pianeggianti dell'isola, inserita tra le risaie; lo zucchero rappresenta il principale prodotto agricolo d'esportazione. Altra coltura rilevante è quella del tè; si aggiungono il tabacco, varie oleaginose come la soia, le arachidi, la colza e il sesamo, nonché piante tessili quali il cotone, la iuta, l'agave sisalana e il lino. Costituisce una cospicua risorsa anche il patrimonio forestale, che occupa circa la metà della superficie territoriale ed è rigoglioso per le abbondanti precipitazioni e le temperature elevate; annualmente vengono prodotti buoni quantitativi di legname, che alimentano una discreta industria del legno; tra le principali essenze si annoverano un cipresso localmente chiamato kinoki, l'albero della canfora (per cui l'isola era un tempo famosissima), la cui coltura è praticamente scomparsa dagli ultimi anni del XX sec., e il bambù, che in particolare trova le più svariate utilizzazioni. Il patrimonio zootecnico è stato potenziato notevomente; prevalgono l'allevamento dei suini e quello dei volatili da cortile (anatre), che sono praticabili a livello familiare; sono in diminuzione bovini e bufali, questi ultimi utilizzati come animali da lavoro nelle aree risicole. Ha inoltre notevole rilievo la pesca, favorita dalla ricchezza ittica dei mari che bagnano l'isola; il pesce costituisce una componente essenziale dell'alimentazione locale, elemento d'altronde comune a gran parte delle regioni cinesi e indocinesi. L'attività peschereccia, di cui principali centri sono i porti di Keelung e Kaohsiung, è particolarmente curata dal governo; il pescato (tonni, pescispada, squali soprattutto) in parte viene esportato e in parte è lavorato in moderni impianti conservieri.

Industria e risorse minerarie. L'industria è nettamente la struttura portante dell'economia di Taiwan; nonostante la preminenza del terziario, contribuisce a circa un terzo del PIL e alla quasi totalità delle esportazioni. Il settore ha subito un'evoluzione interessante, in relazione ai cambiamenti dei mercati internazionali; nonostante la preminenza del terziario, contribuisce a circa un terzo del PIL e alla quasi totalità delle esportazioni. Il settore ha subito un'evoluzione interessante, in relazione ai cambiamenti dei mercati internazionali. L'industria taiwanese fu agli inizi essenzialmente legata all'attività di trasformazione dei prodotti agricoli locali; questo tradizionale settore è ancora assai fiorente, rappresentato soprattutto da zuccherifici, conservifici di frutta e verdura, birrifici, complessi molitori, manifatture di tabacchi, cartiere (la carta è ottenuta dai residui della canna da zucchero) e da stabilimenti tessili, eminentemente cotonieri, che lavorano in larga misura anche per l'esportazione. Successivamente sono stati sviluppati altri settori industriali incentivati dai rilevanti investimenti esteri: il settore dell'abbigliamento, l'industria chimica (acido solforico, nitrico e cloridrico, di soda caustica, resine e materie plastiche, fertilizzanti azotati, superfosfati), la petrolchimica (che lavora greggio d'importazione ed è rappresentata da varie raffinerie, tra cui quelle di Miaoli e di Kaohsiung), l'industria elettromeccanica di precisione e quella elettrotecnica. Nel settore cementiero e per l'industria cantieristica Taiwan ha vissuto una lunga stagione di crescita raggiungendo livelli europei, anche se è in fase di rallentamento. Molte di queste produzioni, in particolare quella del comparto tessile, sono state in parte delocalizzate in altri Paesi asiatici a minor costo di manodopera. Buone produzioni provengono infine dalla siderurgia (acciaio, ghisa di cui il Paese è ancora uno dei grandi produttori mondiali, e ferroleghe), dalla metallurgia del rame e dell'alluminio, dall'industria dell'automobile (rappresentata però da stabilimenti di montaggio) e di costruzione di altri veicoli (Taiwan è il quarto produttore al mondo di biciclette). La terza “rivoluzione” del secondario ha riguardato l'industria elettronica, dell'informatica e delle telecomunicazioni; l'alta tecnologia è diventato il comparto dominante e il Paese continua a investire in questa direzione: nel 1980 è stato costruito il parco scientifico e tecnologico di Hsinchu, a S di T'aipei, dove sono operative circa 300 aziende, alcune specializzate nella produzione di microchip, comparto nel quale Taiwan è leader mondiale, e nel 2005 un secondo polo, dedicato alle biotecnologie, presso T'ainan. Le risorse minerarie non sono molto rilevanti; il sottosuolo offre soprattutto carbone, che insieme a buoni quantitativi di gas naturale rappresenta una discreta fonte energetica. Scarse sono le produzioni di rame, oro, argento, piriti, zolfo, amianto, salgemma ecc. In relazione al forte sviluppo del settore industriale ha registrato un notevole incremento la produzione di energia elettrica; prevalgono le centrali nucleari (il Paese è il quarto produttore asiatico di energia nucleare).

Commercio, comunicazioni e turismo. Il terziario è la principale voce del PIL e impiega più della metà della forza lavoro. I servizi bancari, finanziari e assicurativi sono molto sviluppati e Taiwan è una delle maggiori piazze affari dell'Asia. In ragione dell'ormai alto livello di vita raggiunto dal Paese, il commercio interno è abbastanza vivace. Gli scambi con l'estero sono essenziali per l'economia taiwanese; il Paese esporta in prevalenza apparecchiature elettriche ed elettroniche, macchinari, strumenti ottici e di precisione, prodotti minerari (ferro, acciaio, rame), oggetti in plastica, bambole e giocattoli, attrezzi sportivi, capi di vestiario, mentre importa soprattutto petrolio, macchinari e mezzi di trasporto, minerali, prodotti agricoli. La bilancia commerciale è in costante attivo; l'interscambio si svolge eminentemente con Stati Uniti, Cina, Giappone e Corea del Sud, seguiti da Arabia Saudita (per le importazioni petrolifere); le esportazioni sono inoltre dirette verso Hong Kong, che è stato a lungo il mercato di punta anche perché faceva da tramite nei rapporti con la Cina, e alcuni Paesi dell'Unione Europea. La morfologia dell'isola ostacola le comunicazioni, che risultano carenti, specie tra le coste e le aree interne. Le ferrovie seguono il contorno costiero e si sviluppano complessivamente per 4600 km (di cui però solo poco più di un migliaio sono di ferrovie nazionali); il tronco più importante è quello che costeggia l'isola sul lato occidentale, da Keelung a N a Kaohsiung a S. Migliore è la situazione per quanto riguarda la rete stradale (ca. 37.000 km, per la maggior parte asfaltati, nel 2002). Sviluppati sono i trasporti marittimi, che fanno capo soprattutto ai quattro porti internazionali di Kaohsiung, Chilung, Taichung e Hualien. Taiwan inoltre ha potenziato la propria struttura aeroportuale; l'aeroporto internazionale di Taoyuan, presso T'aipei, si affianca a quelli, pure internazionali, di Kaohsiung e di Hualien nonché a vari scali nazionali. In forte sviluppo è il turismo: l'isola è visitata ogni anno da ca. 2,8 milioni di stranieri (2005). Il governo ha avviato programmi di promozione delle ricchezze naturalistiche e storiche del Paese; le Olimpiadi di Pechino 2008 costituiscono una tappa importante di questo programma.