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Storia
La famiglia regnante nel Qatar discende da quegli Arabi 'Utubi che fondarono nel 1716 il Kuwait e parte dei quali si stabilì nel 1766 nel Qatar, da dove, nel 1783, si spinse in Bahrein togliendolo alla dominazione persiana. Dopo circa un secolo, nel 1871, i Turchi, occupata la provincia di Al Hasa, estesero il loro dominio anche alla penisola di Qatar, esercitandolo a mezzo della famiglia degli el-Thani, che era già al potere, e che lo mantenne anche dopo il 1914, quando i Turchi abbandonarono la penisola. La Gran Bretagna riconobbe allora l'emiro 'Abdallah ibn Gasim come capo indipendente e stipulò con lui nel 1916 un trattato simile a quelli che erano stati conclusi con gli emirati del Golfo Arabico. Nel 1949 si diede l'avvio all'estrazione commerciale del petrolio, già rinvenuto in prospezioni effettuate prima della seconda guerra mondiale da parte della Qatar Petroleum Company associata della Iraq Petroleum Company.
Nel 1971 lo Stato del Qatar ottenne l'indipendenza: annullati tutti i precedenti vincoli con la Gran Bretagna, i due Paesi stipularono un nuovo trattato di amicizia, che mantenne la penisola nell'area di Londra fino alla completa "arabizzazione" operata da Khali-fa ibn Hamad el-Thani, che aveva deposto e sostituito intanto il cugino Ahmed ibn 'Ali el-Thani.
Sotto la guida del nuovo sovrano, nel corso degli anni Ottanta e nei primi anni Novanta, il Qatar continuò a svolgere una politica moderata e di mediazione tra i Paesi del Golfo Persico. In campo internazionale, dopo aver sostenuto l'Iraq durante il conflitto che dal 1980 al 1988 lo vide impegnato contro l'Iran, il Qatar condannò l'occupazione del Kuwait messa in atto da Baghdad nell'agosto 1990, prendendo parte alla forza multinazionale che condusse la guerra contro l'Iraq tra gennaio e febbraio del 1991. La capitale, Doha, svolse durante il conflitto un ruolo piuttosto importante come base strategica per i velivoli statunitensi, canadesi e francesi impegnati nelle operazioni militari. Negli anni immediatamente successivi furono poi firmati accordi difensivi con gli Stati Uniti, la Francia e la Gran Bretagna, mentre un certo deterioramento subirono i rapporti con l'Arabia Saudita, tradizionalmente stretta alleata del Qatar, a causa di un contenzioso sulla demarcazione delle frontiere tra i due Stati.
Quando fu raggiunto un accordo, nell'aprile del 1996, la situazione interna del Paese era cambiata. Poco meno di un anno prima, nel giugno 1995, l'emiro era infatti stato deposto in modo incruento, mentre si trovava all'estero, dal figlio ed erede al trono Shaikh Hamad ben Khali-fa ath-Thani. Questi già da qualche anno aveva assunto un ruolo di rilievo in molte delle decisioni più importanti per la vita del Paese: come presidente del Consiglio supremo della pianificazione aveva avviato, in particolare, alcuni cambiamenti di indirizzo strategico, con l'obiettivo di diversificare una produzione troppo dipendente dal settore petrolifero, destinato comunque a mantenere un ruolo centrale nell'economia del Qatar. Oltre a questo maggiore dinamismo in campo economico, il nuovo emiro ha profuso un forte impegno nella risoluzione di un altro contenzioso diplomatico, favorendo una ripresa dei rapporti con il Bahrein, incrinati dalla seconda metà degli anni Ottanta a causa di una disputa sulla demarcazione dei confini marittimi, in particolare per il controllo di alcune piccole isole situate nel Golfo Persico.
Sul piano interno, Shaikh Hamad ha dato il via a un cauto processo di democratizzazione dell'emirato, che ha portato ad alcune novità all'interno di un quadro politico e istituzionale tradizionalmente rigido. Nel marzo 1999 gli abitanti del Qatar si sono per la prima volta potuti recare alle urne per eleggere un Consiglio municipale centrale di 29 membri, destinato a ricoprire un ruolo di organo consultivo del ministero degli Affari municipali e dell'Agricoltura. Anche se limitato dal fatto di poter esprimere solo pareri non vincolanti, l'importanza del nuovo istituto è comunque racchiusa nel fatto di essere il primo organismo elettivo a suffragio universale nella storia del Paese e nella possibilità che di esso facciano parte, se elette, anche le donne. Nel luglio successivo l'emiro decretava, inoltre, la creazione di un comitato di 30 membri incaricato di redigere in tre anni una Costituzione permanente per sostituire quella provvisoria in vigore dal 1970. Particolarmente significativo era il punto in cui il decreto prevedeva che un articolo della nuova Costituzione sancisse l'elezione diretta del Parlamento, disposizione che sembrava confermare l'incamminarsi dello Stato del Qatar verso un assetto maggiormente democratico rispetto a quanto non fosse accaduto nel passato. Sempre nel 1999, inoltre, Shaikh Hamad e il presidente iraniano Khatami firmavano un memorandum d'intesa fra i due Paesi e una serie di accordi concernenti per lo più questioni economiche. Nel 2003 si svolgeva un referendum popolare per l'approvazione della nuova Costituzione, che per la prima volta introduceva l'elezione popolare di due terzi dei membri del Parlamento.