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Aspetti economici
Il Kuwait è un Paese ricco che deve la sua fortuna al petrolio, il quale fornisce gran parte delle entrate dello Stato. I proventi petroliferi sono stati in larga misura impiegati per fornire gratuitamente alla popolazione l'istruzione a ogni livello, un'ottima assistenza medica e altre previdenze socio-economiche. La corsa al consumismo e all'imitazione dei modelli di vita occidentali ha però il suo contraltare ideologico nella ripetuta affermazione dell'arabicità del Paese, espressa anche attraverso i rilevantissimi aiuti finanziari che il Kuwait elargisce a molti Stati arabi. Obiettivo principale del governo è un razionale e organico utilizzo delle proprie ricchezze, indirizzate da un lato al potenziamento dell'agricoltura, dell'allevamento e della pesca, così da ridurre la dipendenza alimentare dall'estero, dall'altro a incentivare le industrie nazionali, in modo da sottrarre il Paese al ruolo subordinato di esclusivo esportatore di materie prime.
Agricoltura e pesca. L'agricoltura produce in misura modesta cereali, datteri e ortaggi; l'allevamento del bestiame riguarda soprattutto bovini, cammelli, ovini e volatili da cortile; la pesca, tradizionale attività, garantisce alcune migliaia di tonnellate di pescato.
Petrolio. La produzione petrolifera varia, a seconda degli anni, da oltre 130 milioni a circa 100 milioni di tonnellate; è in atto una rilevante contrazione dell'attività estrattiva, al fine di evitare un eccessivo impoverimento delle riserve, mentre è stata completata la nazionalizzazione della Kuwait Oil Company, che controlla tutti i pozzi del Kuwait (quelli più ricchi sono situati nelle zone di Burgan, Magwa, Ahmadi, Mutriba). Dalla fine degli anni Settanta il Kuwait persegue una politica di diversificazione produttiva, poiché il petrolio non può sostenere per sempre il peso dell'intera economia del Paese. Nei primi anni Ottanta, infatti, l'esportazione è scesa di oltre il 20%; il calo del prezzo, la disciplina dell'OPEC, la guerra Iran-Iraq hanno condizionato una scelta economica che ora tende a valorizzare attivamente il terziario, nell'intento di fare del Kuwait il punto di riferimento bancario del mondo arabo. Il 1982 è stato anche l'anno nero dell'economia nazionale, aggravata da un colossale crac in borsa, e va anche detto che nello stesso anno per la prima volta il reddito degli investimenti all'estero ha superato i proventi delle vendite petrolifere. Il prodotto lordo pro capite resta uno dei più alti del mondo, ma il governo ha ormai deciso un rigido contenimento della spesa pubblica e un controllo dell' immigrazione, visto che oltre la metà dei residenti non è nata nel Paese. Inoltre il Kuwait deve far fronte a una difficile ricostruzione dopo l'occupazione irachena del 1990 che ha provocato danni gravissimi alle installazioni petrolifere. Il Paese produce anche gas naturale.
Industrializzazione. Grazie al decisivo impulso dato all'industrializzazione, il Kuwait può già contare su stabilimenti chimici (fertilizzanti, soda caustica, acido cloridrico) e petrolchimici (raffinerie di Mena Al Ahmadi, Shua'ibah, Mena Abdullah ecc.), officine meccaniche, cementifici e fabbriche di materiali da costruzione, piccole aziende alimentari (conservifici di pesce, complessi molitori ecc.). In particolare è stata creata una vasta zona industriale attorno al porto di Shua'ibah, dove operano nuovi impianti generatori di elettricità, alcuni stabilimenti di concimi chimici e un colossale impianto di dissalazione dell'acqua marina, tutti alimentati dal gas naturale.
Comunicazioni e commercio. Non esistono ferrovie né linee aeree all'interno del Paese; la capitale è tuttavia un attivissimo aeroporto internazionale e la compagnia di bandiera Kuwait Airways assicura regolari servizi con varie città asiatiche, africane ed europee, nonché con New York. La rete stradale, recentemente potenziata, si sviluppa per oltre 4.000 km; si hanno buoni collegamenti tra la capitale e tutti i principali centri del Paese, e con l'Iraq e l'Arabia Saudita. I maggiori scali marittimi sono Shuwaykh, al servizio della capitale, e Shua'ibah; a essi si aggiunge il terminal petrolifero di Mena Al Ahmadi. Gli scambi si svolgono soprattutto con il Giappone e i Paesi della UE, specie con la Gran Bretagna, l'Italia, i Paesi Bassi e la Germania, che sono tutti tradizionali acquirenti del petrolio kuwaitiano; abbastanza consistenti sono anche i rapporti commerciali con l'India, gli Emirati Arabi Uniti, gli Stati Uniti, l'Arabia Saudita ecc.