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Economia
La rimanente popolazione è dispersa in insediamenti rurali rappresentati da piccoli villaggi costieri dove viene svolta la fondamentale attività economica del Paese: la pesca. Essa ha da sempre rappresentato la principale fonte di reddito e tra gli anni Settanta e gli anni Novanta ha più che triplicato la sua produzione. Questo risultato è stato raggiunto grazie all'intervento del governo, che ha fornito un certo numero di motori ai pescherecci, incrementando i semplici mezzi tecnici utilizzati fino a quel momento, e della Banca Mondiale, che ha realizzato alcuni progetti tendenti all'aumento della produttività, delle esportazioni e dei redditi degli addetti. Accanto alla pesca l'altra attività tradizionalmente svolta dalla popolazione è la coltivazione della palma da cocco. L'agricoltura, però, nel Paese ha carattere di sussistenza e la sua produzione, costituita da frutta tropicale, ortaggi, miglio, patate e mais, è insufficiente a soddisfare il fabbisogno interno. Le attività manifatturiere sono strettamente legate a quelle primarie. Sono presenti alcune industrie che si occupano della lavorazione della noce di cocco, ottenendo l'olio e la copra, e altre di trasformazione dei prodotti della pesca: oltre alla tradizionale pratica dell'essiccamento, anche quelle dell'inscatolamento e della refrigerazione. Ad esse si aggiungono la costruzione e riparazione di barche e attività svolte a livello artigianale, come la tessitura e la produzione di oggetti laccati. La bilancia commerciale delle Maldive presenta un saldo fortemente negativo dato che il valore delle esportazioni, costituite per la maggior parte da abbigliamento e da pesce fresco, essiccato e inscatolato, rappresenta circa un quinto delle importazioni, formate al contrario da macchine e mezzi di trasporto, beni di consumo, prodotti alimentari e petroliferi. Un settore fortemente attivo è quello turistico che, sviluppatosi a partire dagli anni Settanta grazie alle notevoli attrattive ambientali e all'iniziativa del settore privato, contribuisce alla formazione del PIL nella misura del 19%, assorbendo un quinto della forza lavoro totale. Durante gli anni Novanta, esso ha sperimentato una crescita considerevole evidenziata dal quadruplicarsi degli arrivi (nel 2002 pari a 485 000) e dal raddoppio della capacità ricettiva. Il maremoto del dicembre 2004, che ha devastato alcune regioni dell'Oceano Indiano, ha causato gravi danni anche alle strutture ricettive nelle Maldive. Un altro settore redditizio è quello delle attività finanziarie offshore: censurato nel 2000 dall'OCSE come "paradiso fiscale", il Paese ha introdotto nell'ordinamento alcune norme antiriciclaggio.