Ambiente umano

Indice articolo

  1. Iran
  2. Storia
  3. Economia
  4. Ambiente umano
  5. Spazio fisico

Popolamento. Il popolamento dell'Iran è il risultato di quella progressiva espansione verso sud delle popolazioni centrasiatiche, indeuropee, che da un lato hanno conquistato la valle dell'Indo (i popoli Arii), dall'altro, varcando il Kopet Dag, l'altopiano iranico. Il Kopet Dag è rimasto ancor oggi, come più a est il Paropamiso, l'elemento divisorio tra area iranica e area turca. Tuttavia non mancano in Iran diversi gruppi di Turchi: gli Azerbaigiani (16,8%), i Turcomanni, che vivono a est del Mar Caspio, Kashkai, nomadi e seminomadi dello Zagros, discendenti di un'orda giunta nel Paese a seguito de ll'invasione mongola. La maggioranza della popolazione, tuttavia, è data da Iranici, tra i quali si riconoscono gruppi etnici che hanno conservato una loro unità di promozione feudale: tra questi gruppi i principali sono quelli rappresentati dalle grandi tribù nomadi dello Zagros, tra cui i Luri, i Bactiari e gli stessi Curdi (9,1%) (questi ultimi rappresentano, in territorio iranico, solo una frazione del più vasto gruppo che occupa l'Iraq nord-orientale e la Turchia orientale); altro gruppo importante è quello dei Baluchi (2,3%) nel sud-est del Paese. Gli Iranici veri e propri rappresentano il 45,6% del totale e non hanno soltanto una comune paternità ma sono stati anche profondamente plasmati nel tempo da una cultura che non ha mai perduto i suoi pr ofondi legami unitari. Questi si rifanno anzitutto all'Impero achemenide, che per la prima volta ha allacciato sotto un'unica organizzazione il territorio iranico, creando centri nodali non più abbandonati e ponendo nel Fars il nucleo di base del Paese.

Urbanesimo islamico. Importante fu poi l'islamizzazione, che ha esaltato l'urbanesimo, consolidando quella struttura territoriale che ha i suoi centri nelle grandi oasi già privilegiate anteriormente. Sotto il dominio dei Safawidi l'urbanesimo fu ancora riattivato dalla vivacità economica e commerciale del Paese, che trovò in Esfahan la sua raffinata capitale. Con la dinastia dei Cagiari la capitale fu trasferita a Teheran , e si ebbe così una riorganizzazione territoriale che, già sotto il dominio di Nadir Shah (Scià), era stata contrassegnata da un nuovo regime delle terre (che favorì la riconversione del feudalesimo in quel latifondismo perdurato sino a pochi anni fa) e da una estesa sedentarizzazione delle popolazioni nomadi. Nel corso di questo secolo, dopo un lungo periodo di decadenza e di isolamento, il Paese si aprì all'influsso occidentale grazie alla politica di Reza Pahlavi con il quale ebbero inizio tutti quei fenomeni caratteristici connessi alla modernizzazione, tra cui la crescita demografica, lo sviluppo dell'urbanesimo, la valorizzazione delle aree più funzionali rispetto ai traffici a svantaggio di quelle più povere e periferiche.

Sviluppo demografico. Dal punto di vista demografico la situazion e del Paese nel secolo scorso era delle più depresse: la mortalità era molto elevata e in tutto l'Iran vivevano non più di 10 milioni di persone secondo certe valutazioni (in epoca safawide sembra che gli abitanti fossero tra i 40 e i 50 milioni). Il primo effettivo censimento risale al 1933 e registrò 15 milioni di abitanti, divenuti 19 milioni nel 1950 e oltre 44,5 milioni nel 1985; l'ultimo censimento del 1996 ha fatto registrare 60 milioni di abitanti. Il valore della densità di popolazione ha poco significato in un Paese in cui gli abitanti si concentrano in poche aree o isolati centri oasici. Le province più popolate sono quella della capitale e il Gilan; densità medie hanno i territori settentrionali (Hamadan, Mazandaran, Azerbaigian, Kermanshah, Kurdistan, Khuzestan) e ciò in rapporto alla maggior estensione delle aree coltivabili; mentre il Baluchistan, lo Semnan e lo Yazd, in gran parte desertici, hanno le densità più basse.

Distribuzione e insediamenti. Esistono ancora gruppi di nomadi, soprattutto nello Zagros; essi compiono migrazioni stagionali tra le piane costiere affacciate al Golfo Persico (terre calde o Garmsir) e i pascoli dell'altopiano (terre fresche o Sardsir). Seminomadi si trovano nel Baluchistan, nell'Elburz e nell'Azerbaigian. Ma la maggior parte della popolazione, dopo i processi di sedentarizzazione avviati nei secoli scorsi, vive in villaggi. Essi sono di diverse dimensioni e si raccolgono nelle oasi, più o meno estese secondo la ricchezza d'acqua, attinta dai qanat (canali sotterranei lunghi decine di chilometri), che consentono perciò agli insediamenti di porsi anche lontano dal pedemonte, nelle piane aperte, dove i suoli sono migliori. A questa distribuzione nelle pianure si debbono i villaggi tipo qala, cioè quei centri fortificati, numerosi soprattutto nel Khorasan, la cui origine è antichissima e la cui diffusione sembra sia da ricollegarsi all'insicurezza lasciata dall'invasione mongola di Gengis Khan. Questi villaggi comunque si ponevano come difesa dalle incursioni dei nomadi che, nei secoli passati, si avevano frequentemente sul fronte settentrionale aperto al Turkmenistan (la diga di Alessandro, il Sad-e-Iskender , è un elemento di difesa che aveva funzioni un po' simili a quelle della muraglia cinese). Oggi, nelle oasi, nelle zone di agricoltura più intensiva, al villaggio compatto si sostituisce in qualche caso la casa sparsa (costruita di fango e aerata mediante prese d'aria; ben diversa è la casa urbana signorile che deriva da tradizioni antiche ed è di notevole raffinatezza). Tuttavia anche nell'Iran si assiste alla crescita convulsa dell'urbanesimo e nelle periferie delle grandi città si hanno oggi aggregati estremamente squallidi.

Città. Teheran è un'immensa fungaia di quartieri miserabili, che si contrapp ongono in modo violento a quelli moderni e lussuosi della parte alta, sulle pendici ospitali del Kolum Bartek. La città è cresciuta in modo vertiginoso in questi ultimi decenni: nel 1930 contava solo 120.000 abitanti, mentre le ultime stime fanno superar e largamente i 6,5 milioni di abitanti, considerando anche le vaste bidonvilles periferiche. Ciò è dovuto al fatto che essa concentra le principali attività, rispetto alle quali è favorita dalla sua posizione nodale nei confronti delle aree più pr osperose e popolose del Paese. La capitale è direttamente collegata con le altre città del Paese, nodi centrali, a loro volta, di distinte regioni: Tabriz, chiave di volta del nord-ovest, Esfahan del centro-sud e Mashhad del nord-est; tutte e tre hanno una popolazione che supera il milione di abitanti. In particolare un notevole sviluppo ha avuto negli ultimi decenni Esfahan: l'antica capitale safawide rappresenta la tipica città persiana, con la sua ordinata urbanistica sviluppata intorno alla Maydan-i-Shah, con i suoi magnifici monumenti e con il vicino bazar diviso in quartieri artigianali e commerciali; essa ha conservato gran parte del suo fascino e al tempo stesso è andata industrializzandosi e moltiplicando le sue attività, tra cui quelle turistiche restano fondamentali. Esfahan è ben collegata per strada e ferrovia alla capitale e si trova sull'importante direttrice stradale che continua fino a Shiraz , capoluogo del Fars, città anch'essa in notevole fase di sviluppo e ricca di attività commerciali e industriali. Funzioni analoghe svolge Tabriz, la cui importanza è accresciuta dalla posizione sulle arterie che collegano la capitale alla Turchia e alla Russia. Su Mashhad, all'estremità opposta del Paese, gravita tutto il Khorasan; essa inoltre, unita alla capitale da una linea ferroviaria, si trova sulla direttrice che conduce al confine afghano ed è al centro di una ricca e vasta oasi. È anche un prestigioso centro religioso, frequentato da migliaia di pellegrini. Su Teheran fanno direttamente capo le città del Caspio, di cui Rasht è la maggiore. Nonostante siano ormai unite da buone comunicazioni con la capitale, minor sviluppo hanno avuto le città che si trovano ai margini dei deserti, centri di antica origine come Yazd e Kerman, poste sulla direttrice che prosegue sino a Zahedan, città di recente valorizzazione presso il confine del Pakistan. Sul Golfo Persico si trova Abadan, porto d'imbarco del petrolio e centro petrolchimico; un ruolo portuale rilevante hanno assunto Bandar-e-Khomeini e Bandar-Abbas.