Ambiente umano

Indice articolo

  1. Vietnam
  2. Storia
  3. Economia
  4. Ambiente umano
  5. Spazio fisico

Composizione etnica. Complessivamente l'87% della popolazione del Viet Nam è rappresentato da Vietnamiti; essi occupano le terre pianeggianti del Tonchino, delle zone costiere e della Cocincina. Sui rilievi settentrionali e centro-settentrionali vivono, in posizione marginale, i gruppi etnici minori, i Tay (1,7%), i Muong (1,3%), i Thai (1,5%), i Nung (1,1%), i Meo (0,8%) ecc., mentre nel sud un gruppo importante è quello dei Moi, insediato negli altopiani centro-meridionali. Sono tutte popolazioni che praticano l'agricoltura itinerante e rappresentano lo stadio colturale anteriore a quello prodotto dall'agricoltura fondata sulla risicoltura irrigua. Nonostante i sempre più profondi contatti con i Vietnamiti, essi hanno in generale conservato la loro peculiarità etnica, riconosciuta e rispettata anche dal governo centrale. Nel Nord in particolare sono state create delle regioni autonome che raccolgono le principali minoranze delle zone montuose. Cospicuo è anche il numero di Cinesi, entrati nel Viet Nam a seguito di un processo immigratorio iniziato in secoli lontani ma divenuto massiccio nel secolo scorso con l'imporsi delle attività commerciali indotte dall'espansione coloniale europea. I Cinesi, che a lungo svolsero una funzione economica di primo piano, sono concentrati nei centri urbani, soprattutto a Hô Chi Minh; sono tuttavia fortemente diminuiti negli anni immediatamente seguiti all'istituzione della Repubblica, giacché si stima che circa 300.000 siano fuggiti dal Viet Nam nel solo periodo 1978-79.

Sviluppo demografico. La popolazione del Viet Nam oggi assai rilevante nel 1943 era di circa 22,6 milioni di abitanti: si è avuto quindi un notevole incremento demografico che però, tra il 1960 e il 1970, si è ridotto, specie nel Nord, in seguito alle gravi perdite di vite umane, non ben calcolate ma di consistenza numerica certo assai elevata.

Insediamenti e distribuzione. La popolazione vive per gran parte in villaggi raccolti lungo i fiumi o tra le risaie, cingendosi di macchie alberate. La struttura degli abitati è più simile a quella del mondo rurale cinese che a quella indocinese; le case sono aggruppate, talora congiunte lungo le strade e non sono mai su palafitte; sono prevalentemente costruite di legno con il tetto di paglia. La struttura sociale dei villaggi è basata sui clan familiari, che si distinguono tra loro anche per le attività svolte (agricole, artigianali). Ma il villaggio vive di stretti rapporti tra i vari gruppi familiari, rapporti che valgono per tutte le attività che tornano a beneficio della comunità. Su questa base sociale si è facilmente imposta nel nord l'organizzazione collettivistica di tipo comunista, che ha raccolto i numerosi piccoli proprietari (pochi erano i grossi proprietari). Nel sud si aveva invece la situazione inversa, con predominio di veri e propri latifondi, specie nelle aree ad agricoltura di piantagione. Nel Tonchino i villaggi si susseguono nella pianura uno dopo l'altro: qui infatti si hanno le più elevate densità umane del Paese, tra le più alte anzi dell'Asia monsonica. Valori elevati si registrano anche nelle aree pianeggianti della fascia costiera del Viet Nam centrale, mentre si abbassano alquanto nella Cocincina, in relazione anche al regime fondiario in vigore sino alla fine della guerra. Sui rilievi invece si scende a valori bassi.

Urbanesimo e città. Questa distribuzione è ovviamente legata alle forme di conquista del suolo ed è frutto storico. Vi si collega perciò anche l'urbanesimo, che però in antico assumeva gli stessi caratteri che in Cina, dove la città era appunto sede del potere regale, centro simbolico e culturale più che centro animatore di vita economica. Questo è il caso di Hué , che con la sua pianta quadrata, all'interno della quale si collocava la città imperiale come nelle vecchie città cinesi, è la testimonianza più viva di tale antico urbanesimo. Essa è stata nel secolo scorso la capitale annamita, ruolo che ha presto perduto con la valorizzazione dei centri commercialmente più favoriti, come appunto Hô Chi Minh e Hanoi , entrambe sviluppatesi in epoca coloniale allo sbocco delle due principali aree del Paese ed entrambe collegate ai traffici marittimi: Hô Chi Minh si trova su un ramo del Mekong, mentre Hanoi è quasi congiunta con Haiphong, attivo porto situato su un braccio terminale del Fiume Rosso, al centro del Golfo del Tonchino. Hanoi, capitale della nuova Repubblica unificata, fu sede in antico delle dinastie che dominarono sul Tonchino (Thang Long è il suo nome originario) ed è pertanto una città storica; però il suo sviluppo è tutto recente, in rapporto alle sue funzioni economiche (è tra l'altro sede di numerose industrie) e culturali, oltre che politiche e amministrative. Hai Phong , sua città satellite, quasi interamente ricostruita, ha buone attrezzature portuali oltre a essere il massimo centro industriale del Viet Nam settentrionale. Hô Chi Minh è la più popolosa città del Viet Nam; il suo porto, fluviale, è accessibile alle navi oceaniche. Fondata nel 1859, si è sviluppata grazie alla politica coloniale, la quale ne fece un centro amministrativo, metropoli dell'intera Indocina francese. È quindi una città povera di storia, mentre più antica è la vicina Cholon, fondata dai Cinesi, centro di vita commerciale e industriale. Le due città, che formano un'unica conurbazione, hanno conosciuto durante la guerra un accrescimento impressionante, fungendo da asilo per i contadini che fuggivano le campagne insicure, e prima ancora per i profughi, cattolici e anticomunisti, provenienti dal Viet Nam del Nord. Nel Viet Nam centrale la città principale è ancor oggi Hué, cui si è affiancato il centro portuale di Da Nang valorizzato dagli Americani durante la guerra. Gli altri centri, i maggiori dei quali si trovano sulla costa allo sbocco delle valli o dei bacini interni, hanno tutti funzioni locali e sono sedi di attività commerciali e amministrative.