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Ambiente umano
Popolamento e composizione etnica. Il popolamento delle Filippine è avvenuto per successivi apporti: essi hanno determinato profondi miscelamenti lungo le coste, ma hanno sovente lasciato aree di fossilizzazione etnica nell'interno forestale e impenetrato delle isole maggiori. A questo processo discriminatorio si deve la presenza degli Aèta (20.000 individui circa), negritos o pigmoidi raccoglitori e cacciatori insediati in aree-rifugio a Luzon e Mindanao, e che rappresentano il substrato etnico dell'arcipel ago, ponendosi anche culturalmente a uno stadio piuttosto primitivo. Nell'insieme le Filippine presentano però una popolazione abbastanza omogenea costituita da sopraggiunte genti paleoindonesiane (Manobo, Mandaya, Igoroti, Apayao, Ifugao, Minghian e numerose etnie minori) e neoindonesiane (Visaya o Bisaya, Ilocano, Tagalog e altri); praticano nel complesso tecniche agricole anche elaborate (come gli Igoroti, i costruttori delle gigantesche terrazze coltivate sui monti settentrionali di Luzon) e culturalmente appartengono al mondo malese, anche se, fin dal V secolo, hanno subito importanti influenze dai Cinesi, che aprirono le isole ai traffici. Attività commerciali nuove si ebbero con la penetrazione musulmana promossa dai regni malesi; l'islamismo, b enché fieramente combattuto dagli Spagnoli, è rimasto radicato nella parte meridionale dell'arcipelago, in particolare nel sud di Mindanao e nelle Sulu, dove vivono i cosiddetti Moros , dediti in larga parte ad attività marinare e, in passato, alla pirateria. Sono circa 200.000 e manifestano un totale disaccordo con il governo centrale. Dopo diffuse manifestazioni e violenze che hanno turbato il Paese, un accordo è stato firmato nel 1997 fra il Governo e il Fronte Moro di Liberazione Islamico (FMLI), che si batte per creare uno stato indipendente nell'isola di Mindanao, ma la guerriglia ha continuato a mietere vittime. Presenti nel Paese vi sono anche i Cinesi (24.000), che esercitano attività mercantili e si distinguono per l'intraprendenza, benché siano tenuti in disparte dai Filippini.
Sviluppo demografico. Le Filippine sono un Paese fittamente popolato. Si tratta però di un fenomeno piuttosto recente, dovuto essenzialmente da un lato a un accrescimento dei mezzi di sussistenza (verificatosi dopo che gli Spagnoli ebbero introdotto con successo, grazie alle rilevanti possibilità agricole dell'ambiente, nuove piante alimentari, come il mais e le patate), dall'altro all'eliminazione di molte malattie endemiche e a un generale miglioramento delle condizioni economico-sociali. Quando nel XVI secolo vi giunsero gli Spagnoli, valutarono che le Filippine ospitassero solo 500-750.000 abitanti. Alla fine del secolo scorso vi erano 8 milioni di abitanti e nel 1948 la popolazione era di oltre 19 milioni di persone, salite nel 1960 a circa 27,1 milioni.
Distribuzione e insediamenti. La popolazione ha una distribuzione assai varia: in generale tende a concentrarsi sulle fasce costiere, ma gli squilibri distributivi sono gravi sia tra zona e zona delle medesime isole, sia tra isola e isola. Il 49% circa degli abitanti si concentra nell'isola di Luzon; la zona più densamente popolata è quella intorno a Manila, polo economico e di attrazione demografica del Paese; la densità è elevata anche nelle isole Cebu, Iloilo e Leyte, mentre poco popolate sono le sezioni interne, montagnose, di Luzon e di Mindanao (tutta l'isola ha peraltro una densità piuttosto bassa) e l'isola di Palawan, che registra i valori più bassi dell'intero arcipelago. Scarsi risultati hanno avuto le migrazioni imposte alle popolazioni dalle aree più congestionate verso quelle meno abitate; come tendenza spontanea e inarrestabile vi è la spinta all'inurbamento verso la zona di Manila e secondariamente verso i centri maggiori delle altre isole. La popolazione, costituita per gran parte da risicoltori che praticano la loro attività fondamentale nelle risaie a irrigazione intorno ai villaggi, vive ancora però per quasi i 2/3 nelle campagne, nei barrios, villaggi che in origine avevano un'organizzazione sociale comunitaria, poi passati a far parte, con gli Spagnoli, delle encomiendas soggette ai latifondisti, i quali ancor oggi rappresentano la classe più influente dello Stato. Una caratteristica forma d'insediamento legata essenzialmente alle attività marinare è quella dei Moros delle isole Sulu, costituita da villaggi palafitticoli.
Città. Le città, e in particolare Manila, sono socialmente il risultato di un urbanesimo d'origine coloniale, oggi precario e tumultuoso, dai caratteri indefiniti, che rende difficile anche la formazione di attive e ben inserite classi borghesi; prevalgono le grandi masse di inurbati dalle campagne. Manila è in tal senso una tipica espressione dell'urbanesimo asiatico. Essa è nata come sbocco e centro d'appoggio dell'organizzazione coloniale dell'arcipelago (di cui è la capitale) e ha via via assunto il ruolo di centro motore dei moderni sviluppi dell'economia del Paese. Nelle sue vicinanze è situata Quezon City, elegante centro residenziale scelto per svolgere funzioni in prevalenza politico-amministrative e culturali. L'area metropolitana di Manila contava nel 1980 circa 6 milioni di abitanti. A Mindanao tutte le maggiori città sono costiere e basano la loro economia sui traffici marittimi. Primeggia Davao, moderna città posta sull'ampio golfo omonimo e sbocco di un ricco retroterra agricolo; segue Zamboanga, affacciata sulla costa sud-occidentale a breve distanza dalle isole Sulu, dei cui prodotti è il tradizionale centro di raccolta. Le altre principali città delle Filippine sono il fulcro commerciale delle isole maggiori e più popolate. La più importante è Cebu , situata sull'isola omonima; è ricca di ricordi storici per essere stata la base della colonizzazione spagnola nell'arcipelago, di cui rimase il centro di maggior rilievo sino alla fondazione di Manila; è tuttora un porto assai attivo.