Storia

Prima dellindipendenza.
Nel IV sec. conquistatori di etnia turca, costruendo moschee e imponendo l'Islam, diedero a questa regione un'apparente tranquillità dopo le invasioni unniche dei secoli precedenti. A cavallo dell'anno Mille, molte tribù nomadi invasero e attraversarono le steppe dell'Asia centrale, ma solo nel XV sec. si costituì un'alleanza che portò alla formazione del khanato kazako e più avanti alla formazione dell'identità etnica kazaka.

Nel 1700 iniziò la politica espansionistica e coloniale zarista che portò la Russia a creare una linea di fortezze a nord della regione per poi avanzare verso sud. Questa politica condusse nel 1848 alla totale annessione del Kazakistan, chiamato "territorio delle steppe" all'impero russo, anche se fino alla fine del sec. ci furono continui scontri fra il potere centrale e le tribù locali.

All'inizo del XX sec. nacque un piccolo movimento nazionalista, ma solo dopo la rivoluzione russa del 1905, i kazachi riuscirono ad avere dei propri rappresentanti nelle Dume; i nazionalisti chiesero, dopo la rivoluzione del 1917, la piena autonomia e l'anno seguente si insediò un governo locale, ma la regione si trasformò in un campo di battaglia tra l'Armata Rossa e i russi bianchi. Nel 1936 il Paese diventò una delle 15 repubbliche dell'URSS.
Dall'indipendenza a oggi.
Indipendente dal dicembre 1991, nel quadro della dissoluzione dell'Unione Sovietica il Kazakistan avviava la nuova pagina della sua storia aderendo alla Comunità di Stati Indipendenti (CSI) sin dalla costituzione (dicembre 1991). Alla guida del giovane Stato rimaneva Nursultan Nazarbayev, il presidente già in carica dal febbraio 1990 e confermato con elezione diretta il 1° dicembre 1991. Nella sua nuova condizione il Kazakistan si trovava ad affrontare, innanzi tutto, il problema dell'arsenale nucleare presente nel suo territorio e sottoscriveva in tal senso un accordo con gli Stati Uniti per definire le modalità di attuazione del progetto START sugli armamenti strategici. Questo si sostanziava il 23 maggio 1992 nella definitiva rinuncia al ruolo di potenza nucleare, ma più in generale la questione dell'arsenale militare, come del resto per altre realtà dell'ex URSS, portava il Kazakistan a stringere con la Russia patti di collaborazione per la difesa. D'altra parte il Paese guidato da B. N. Elcin continuava a giocare un ruolo importante nella vita della nuova Repubblica indipendente anche per gli stretti legami di un sistema economico e industriale in precedenza unico. Ma il quadro della cooperazione economica kazaka tendeva comunque ad allargarsi ad altri Stati (Austria, Germania) e prendevano corpo accordi con grandi aziende per lo sfruttamento dei giacimenti petroliferi e di gas naturale. Al dinamismo nei rapporti internazionali, reso obbligatorio dalla necessità di avviare una transizione economica di sistema, faceva riscontro nel Paese una relativa vivacità della dialettica politica con i gruppi di opposizione che si andavano organizzando contro Nazarbayev e nell'ottobre del 1992 si unificavano nel Partito repubblicano (Azad). Ma il presidente dimostrava di non avere nessuna voglia di favorire un ricambio politico e faceva approvare dal Parlamento una Costituzione con la quale rafforzava i suoi poteri (gennaio 1993). Deciso a sfruttare la disponibilità statunitense, interessata prioritariamente al consolidamento della denuclearizzazione del Kazakistan, Nazarbayev faceva ratificare dal Parlamento (dicembre 1993) il Trattato di non proliferazione nucleare, avendone in cambio un congruo aumento degli aiuti da parte della potenza nordamericana (febbraio 1994). Per migliorare le condizioni del Paese il presidente decideva anche, nel gennaio del 1994, di dare vita all'unione economica con i vicini Stati del Kirghizistan e dell'Ubzekistan, la cui gestione sarebbe poi stata affidata (febbraio 1995) a un Consiglio intergovernativo. Le elezioni politiche svoltesi nel marzo 1994 erano vinte in modo schiacciante dai sostenitori di Nazarbayev, in maggioranza ex comunisti, ma sulla legittimità di quello scrutinio si appuntavano forti dubbi delle opposizioni interne e degli osservatori internazionali. Nell'aprile del 1995 Nazarbayev indiceva un referendum con il quale il suo mandato veniva confermato sino alla fine del secondo millennio. Non pago di tale risultato, egli approntava un progetto di riforma costituzionale con il quale i suoi poteri erano ulteriormente ampliati e alle obiezioni dei giudici costituzionali che criticavano il carattere antidemocratico della proposta, egli rispondeva destituendone la maggioranza (luglio 1995): la nuova Costituzione era approvata con un altro referendum plebiscitario. L'interesse degli USA nel non favorire traffici incontrollati di materiale nucleare portavano Nazarbayev a sfruttare la situazione concedendo agli statunitensi una grande partita di uranio arricchito (1994), ottenendo in cambio finanziamenti (1995).

Il processo di rafforzamento del potere personale del presidente si completava agli inizi del 1996 con l'insediamento del nuovo Parlamento bicamerale, dominato dai suoi sostenitori, e riceveva un'ulteriore conferma con la sua rielezione alle presidenziali del gennaio 1999. Nel 2001 iniziò la costruzione di un grande oleodotto per il trasporto del greggio dal Mar Caspio al Mar Nero e nel 2002 il Paese sosteneva l'azione militare internazionale in Afghanistan che portò gli Stati Uniti a offrire equipaggiamenti e addestramento militare.

Nel 2003 il primo ministro I. Tasmagambetov si dimetteva, insieme al suo governo, a causa dell'approvazione, da parte del Parlamento, di una legge sulla privatizzazione dei terreni agricoli. Le elezioni del 2005 riconfermavano Nazarbayev con il 90% dei consensi. Il buon andamento del mercato mondiale dell'energia e la politica di collaborazione internazionale contribuivano a modernizzare le strutture economiche del Paese. Alle elezioni del 2007 il partito della Patria raggiungeva 88% dei suffragi, occupando tutti i seggi del parlamento e rafforzando il regime del presidente.