Storia

Dalla coloniazzazione al conflitto con la Bolivia.

Abitato da Indios guaraní, a partire dal 1521 il territorio fu percorso da numerose spedizioni spagnole spinte da voci di favolose ricchezze. Una di queste, diretta da Juan de Salazar, portò il 15 agosto 1537 alla fondazione del forte di Asunción, al centro del territorio guaraní. Domingo Martínez de Irala estese la conquista e si proclamò governatore di Asunción. Per consolidare la loro presenza, gli Spagnoli inviarono altre truppe dal Perú e dall'Argentina. Il Paraguay cominciò in tal modo a seguire le vicende politico-amministrative e socio-economiche delle altre colonie sudamericane. Inserito nel vicereame del Perù, nel sec. XVII ospitò numerose missioni di gesuiti. Questi, gradualmente, istituirono popolose comunità di Indios, osteggiate tuttavia dalle autorità spagnole che vi scorsero un pericolo per la sovranità regia finché, nel 1767, i gesuiti furono espulsi da tutti i territori soggetti al dominio della corona di Spagna.

Nel 1776, sotto il regno di Carlo III, fu creato il vicereame del Río de la Plata, con Buenos Aires per capitale: ne fecero parte, oltre all'Argentina, la Banda Oriental (Uruguay), l'Alto Perú o Charcas (Bolivia) e il Paraguay. I fremiti indipendentistici che percorsero tutta l'America Meridionale in seguito all'emancipazione degli Stati Uniti del Nord, all'esplosione del romanticismo in Europa e all'epopea napoleonica, coinvolsero anche il Paraguay. Al punto che, quando in varie città sudamericane, tra il 1810 e il 1811, si costituirono giunte patriottiche in vista del distacco dalla metropoli, Asunción fu una delle più sollecite ad aderire. Ma Buenos Aires, dove nel 1810 era stata proclamata la nascita dello Stato delle Province Unite, non intendeva accettare la perdita del Paraguay: perciò inviò un esercito verso la provincia ribelle, al comando del generale Belgrano.

Il 9 marzo 1811 i Paraguayani diedero battaglia a Tacuarí e sconfissero gli Argentini. Il 14 maggio successivo il leader nazionalista José Gaspar Rodriguez de Francia annunciò solennemente l'indipendenza del Paraguay. L'anno seguente si riunì il primo Congresso del nuovo Stato che decise di affidarne i poteri a due consoli. Rodriguez de Francia fu dapprima compartecipe di questa investitura costituzionale; poi, progressivamente, liquidò gli altri capi politici e assunse il titolo di primo console; finalmente rimase solo al comando e si fece chiamare El Supremo. Governò sino all'anno della propria morte (1840). Il Paraguay tornò a essere guidato da una coppia di consoli, Mariano Roque Alfonso e Carlos Antonio López. Quest'ultimo riuscì presto a eliminare il compagno. Anch'egli, come Rodriguez de Francia, fu un dittatore, ma contrariamente a quanto aveva fatto il primo, non chiuse le porte ai contatti con l'estero bensì favorì lo sviluppo di relazioni commerciali e culturali con le nazioni vicine. Inoltre costruì strade, ferrovie, scuole e si sforzò di migliorare le condizioni di vita, oltremodo infelici, degli Indios. Morto Carlos Antonio López nel 1862, gli succedette il figlio Francisco Solano, generale dell'esercito e ministro della Guerra. Ambizioso e intelligente, quest'ultimo si era formato culturalmente in Europa, soprattutto in Francia, alla corte di Napoleone III. Costruì uno Stato forte, bene organizzato, che presto venne a contestare la potenza dei Paesi geograficamente più estesi, quali l'Argentina e il Brasile. In realtà, F. S. López era un nazionalista convinto e aveva individuato dietro i governi di Rio de Janeiro e di Buenos Aires grossi interessi stranieri, che, a suo giudizio, potevano minacciare l'indipendenza economica, e perciò anche politica, delle Repubbliche sudamericane. Questo conflitto sfociò nel 1865 in una guerra: da una parte il Paraguay, dall'altra una triplice alleanza formata da Argentina, Brasile e Uruguay. Lo scontro durò cinque anni e per l'America Latina fu decisivo: infatti si concluse con la sconfitta totale del Paraguay e con l'affermazione, per converso, degli interessi internazionali combattuti da F. S. López. Ma per il Paraguay non fu soltanto un rovescio militare: fu un vero e proprio disastro, che costò rovine e perdite immense. Solano López morì fuggiasco (1870). Asunción e altre città del Paese vennero occupate per alcuni anni da truppe degli Stati vincitori. In quelle condizioni, la ricostruzione del Paraguay sembrò quasi impossibile. Pure, agli inizi del 1871, si trovò l'energia di introdurre una nuova Carta costituzionale e di avviare la marcia del risanamento lungo binari diversi da quelli percorsi da Solano López. Ammaestrata dall'esperienza, la classe dirigente evitò di consegnare il potere a uomini audaci e preferì a essi deboli personalità. In quel lasso di tempo presero corpo pure due partiti politici: il Partito radicale (o liberale) e il partito Colorado: erano entrambi espressioni di ceti dominanti, ma il secondo perseguiva obiettivi più decisamente conservatori.

Dopo un lungo periodo di permanenza al governo dei conservatori, all'inizio del nuovo secolo ascesero i liberali. Ma la situazione non mutò fondamentalmente; la vita politica continuava a essere caratterizzata dalle lotte tra i potentati rivali. La prima guerra mondiale e le sue conseguenze accentuarono il fenomeno; tuttavia esplosero anche agitazioni popolari, dovute alle richieste di miglioramenti salariali. In un clima così teso scoppiò nel 1932 il conflitto con la Bolivia per il possesso del Chaco Boreal al quale non furono estranei i contrasti fra le Compagnie straniere operanti nel settore petrolifero. Le ostilità effettive durarono fino al 1935. L'esercito boliviano, addestrato da un generale tedesco, si era gettato nella mischia certo di conseguire una rapida vittoria; ma i Paraguayani seppero resistere con abilità e coraggio. Ne risultò una situazione di stallo che portò all'intervento della Società delle Nazioni. Nel 1938 un arbitrato permise la conclusione della pace: il Paraguay conservò la quasi totalità del Chaco Boreal, la Bolivia ricevette qualche facilitazione di transito per l'accesso all'Atlantico.