Ambiente umano

 

Popolamento. All'epoca della conquista spagnola nel territorio della Colombia viveva una popolazione india superiore al milione di individui. Gran parte di essi erano rappresentati dai Chibcha, una popolazione assai evoluta, organizzata in città-Stato economicamente fiorenti, il cui influsso culturale si estendeva fino a Panamá e al Venezuela. Costoro avevano sviluppato un'agricoltura tecnicamente progredita nelle valli del Cauca e del Magdalena e negli altopiani andini (altopiani di Cundinamarca, di Nariño ecc.). Gli Spagnoli formarono i loro primi centri sulla costa caribica; successivamente si spinsero nelle tierras templadas , risalendo il corso dei due fiumi principali. Cercavano l'oro e l'argento che trovarono soprattutto nella zona di Medellín, dove vivono oggi i discendenti dei primi colonizzatori stabilitisi nell'interno. La prima fase della conquista fu di sterminio e sfruttamento delle popolazioni indigene. Molto più tardi negli stessi accoglienti altopiani andini avviarono attività di piantagione, valendosi, come per lo sfruttamento minerario, dell'abbondante manodopera india. In funzione di questi originari interessi sorsero e presero sviluppo quelle città che ancor oggi rappresentano i centri focali dell'organizzazione territoriale colombiana: Medellín, Manizales, Cali, Bogotà, Armenia, Ibagué ecc. Esse erano raggiungibili, attraverso le valli di penetrazione del Cauca e del Magdalena, dalla costa e principalmente da Cartagena, la più antica città spagnola in Colombia e rimasta fino al secolo scorso il principale sbocco marittimo del Paese. Gli sviluppi demografici furono però modestissimi: alla fine del XVII secolo la popolazione non superava le 800.000 unità.

 

Gruppi etnici. In seguito il potenziamento delle attività di piantagione fu all'origine dell'introduzione di schiavi neri provenienti dalle Antille nelle zone costiere; l'immigrazione europea fu invece sempre limitata. Tuttavia le migliorate condizioni di vita determinarono durante questo secolo un rilevante incremento demografico: i 4,1 milioni del 1905 sono diventati 11,5 milioni nel 1950 e circa 40 milioni negli ultimi anni, con un forte ritmo d'accrescimento. Dal punto di vista etnico la popolazione è molto composita: principalmente essa è il risultato di incroci tra bianchi e indios ( mestizos ), di bianchi e neri ( mulatos ), di neri e indios ( zambos ); ma esistono miscelamenti diversi e anche individui triétnicos , nei quali cioè sono presenti le tre fondamentali componenti razziali. I meticci rappresentano il 58% del totale, seguiti dai mulatti (14%) e dai bianchi (creoli), che sono il 20%. Neri e zambos sono il 7%, mentre gli amerindi (1%) sono rappresentati da sopravvissuti gruppi insediati nella penisola della Guajira e nelle foreste amazzoniche e dell'Orinoco. La maggior parte dei meticci vive nelle squallide periferie cittadine, nelle campagne e nelle zone montuose; al contrario i creoli risiedono in maggioranza nelle città. Neri e mulatti predominano nelle fasce costiere ( costeños ). Nelle tierras calientes vive poco più del 10% della popolazione totale.

 

Distribuzione. La densità in tutto il bacino degli affluenti dell'Orinoco e del Rio delle Amazzoni è assai bassa, non superando in generale i 10 abitanti/km 2 , con punte inferiori all'1 nelle vaste aree forestali; più popolata è la pianura del Magdalena, con densità comprese tra 20 e 50 abitanti/km 2 . Nelle terre temperate si registrano le densità più elevate, con valori nettamente superiori a 100 abitanti/km 2 in una fascia mediana che dalla zona di Bogotà si spinge fino a Medellín e a Cali. È da notare che gli altopiani sono notevolmente più popolati delle valli: la densità media è di 28,8 abitanti/km 2 , relativamente bassa quindi rispetto alle possibilità del Paese, il quale ha ancora vaste zone da valorizzare. Circa un quarto della popolazione vive nei villaggi, nei piccoli nuclei sparsi nelle valli e nei páramos o nelle haciendas isolate. Notevole è stato negli ultimi decenni l'accrescimento della popolazione urbana, determinato dal clima d'insicurezza delle campagne negli anni della violencia e dalle condizioni di disagio economico dell'ambiente rurale. L'ondata migratoria verso le città ha interessato specialmente i grossi centri sedi di attività industriali, in particolare Bogotá, Medellín, Cali. Le altre città della zona andina come Manizales, Ibagué, Armenia, Cúcuta, Pasto ecc. hanno conservato le loro funzioni locali ereditate dall'epoca coloniale, dotandosi però di nuove attività. Sulla costa del Pacifico il porto maggiore è Buenaventura, mentre sul litorale caribico la vecchia Cartagena e Santa Marta si affiancano a Barranquilla come sbocchi portuali; quest'ultima, con circa 1,2 milioni di abitanti, è il polo di sviluppo della regione caribica, importante centro portuale e industriale, soprattutto nel settore petrolchimico.

Situazione sociale. Pur avendo una carta costituzionale democratica, la Colombia vive da più di trent'anni in perenne stato di emergenza e con una legislazione provvisoria, avendo a che fare con opposti schieramenti di guerriglieri, di destra e di sinistra, con lo strapotere dei trafficanti di droga, che dispongono di eserciti privati e sono in grado di condizionare la vita del Paese, e con il diffuso disagio economico della maggior parte della popolazione.