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Aspetti economici
Agricoltura. L'agricoltura occupa ancor oggi l'assoluta maggioranza dei Sudanesi; peraltro la superficie coltivata è piuttosto esigua, pari ad appena il 5% del territorio. Le fondamentali colture destinate all'alimentazione sono in genere quelle tipiche dell'ambiente africano delle savane, cioè le colture dei cereali poveri, come il sorgo e il miglio, che complessivamente coprono circa la metà dell'intero arativo; sono infatti coltivabili un po' ovunque, giacché crescono senza richiedere il ricorso all'irrigazione, sfruttando unicamente la breve stagione piovosa. Minor rilievo hanno il frumento, il mais e il riso, la cui coltivazione peraltro si va estendendo nelle zone irrigue in relazione alle crescenti richieste da parte dei centri urbani. Altri generi alimentari di grande consumo sono la manioca, le patate dolci, le patate, i pomodori e altri prodotti orticoli, come cipolle e piselli. Nelle oasi del Nord il prodotto principale è costituito dai datteri; sono inoltre presenti nel Paese varie altre colture fruttifere, per esempio di banane, arance, pompelmi. Notevole è stata negli ultimi anni la diffusione delle colture a carattere commerciale mediante la realizzazione di apposite piantagioni, là dove si sono riscontrate favorevoli condizioni ambientali. Un posto sempre più importante vanno assumendo le colture oleifere, tra cui quelle del ricino ma principalmente delle arachidi e del sesamo, prodotti che sono consumati localmente e in parte anche esportati; del pari registra un certo sviluppo la coltivazione della canna da zucchero. La cotonicoltura trova nelle fertili terre alluvionali della Gezira condizioni assai propizie e il cotone rappresenta di gran lunga la principale merce d'esportazione del Paese (la quantità annuale varia sensibilmente a causa delle avversità climatiche). I terreni irrigui hanno comunque aumentato di parecchio la loro estensione; altre piantagioni si sono aggiunte a quelle della Gezira, tra cui le piantagioni di Nuova Halfa (Khashm el Girba), irrigate dal fiume Atbara
Patrimonio forestale. Circa il 17% del territorio sudanese è ricoperto da foreste e boschi ricchi di legname pregiato, tra cui mogano ed ebano. Altro importante prodotto del Sudan è la gomma arabica, che occupa un posto rilevante anche nelle esportazioni e che si ricava dall'Acacia senegal, diffusa nelle savane del Kordofan, del Darfur, del Nilo Azzurro e della zona di Kassala
Allevamento e pesca. Il patrimonio zootecnico (bovini, caprini e volatitili da cortile) è considerevole; l'allevamento è reso possibile, anche in forme nomadiche, dalla vastità del territorio, ma è ostacolato e reso difficile dalla povertà d'acqua. La pesca è praticata nelle acque interne, specie nelle zone acquitrinose del sud, dove è un'attività complementare per le popolazioni agricole locali; la pesca è diffusa anche lungo tutto il Nilo, mentre ha sviluppo assai limitato lungo le coste del Mar Rosso
Risorse minerarie e industrie. Le risorse minerarie sono svariate e consistono soprattutto in depositi di minerali di ferro, manganese, oro, argento, cromite, zinco, tungsteno, rame, mica, gesso, nonché petrolio, rinvenuto nel Sudan occidentale; tuttavia lo sfruttamento minerario è reso particolarmente difficile dalla scarsità di comunicazioni con le zone di estrazione e dall'insufficienza di capitali da destinare al settore. Al momento vengono estratti, e in quantità modesta, cromite, oro, rame, manganese, magnesite; salmarino si ottiene dalle saline di Port Sudan. La scarsità di minerali energetici incide sensibilmente sulla produzione di energia elettrica, i cui quantitativi sono molto modesti, per metà di origine termica, ottenuti con petrolio d'importazione, e per metà d'origine idrica, forniti soprattutto dalle centrali di Er Roseires e di Sennar, entrambe sul Nilo Azzurro. L'industrializzazione del Paese è appena agli inizi; manca in pratica l'industria di base e le principali produzioni industriali riguardano la trasformazione dei prodotti agricoli locali. Tra le industrie, un cementificio ad Atbara, zuccherifici a Sennar, Guneid e Kenana, industrie tessili, distillerie.
Comunicazioni. Data la vastità del Paese, la dotazione di un adeguato sistema di vie di comunicazione rappresenta un compito assai arduo per il governo; nell'insieme le carenze maggiori riguardano il sistema viario (73.600 km), in quanto le strade in grande maggioranza non sono transitabili durante la stagione delle piogge. Nel 1980 è stata ultimata la superstrada di 1.179 km tra Port Sudan e Khartoum, via Kassala, mentre già nel 1977 era operante l'arteria stradale da Juba a Kitale, in Kenya, che consente l'accesso al porto kenyota di Mombasa; inoltre, sempre nel 1977, veniva aperta al traffico la superstrada Wad Medani-Gedaref, realizzata con l'aiuto della Repubblica Popolare Cinese. La situazione è particolarmente grave nella parte meridionale del Paese, dove la lunga guerra civile ha causato danni ingentissimi alle pur modeste preesistenti strutture viarie. Discreta appare al confronto la situazione per quanto riguarda le comunicazioni ferroviarie: il Sudan dispone di 4.765 km di ferrovie; al primo tronco da Wadi Halfa (alla frontiera con l'Egitto) a El Obeid, via Khartoum, se ne sono aggiunti vari altri, tra cui le linee che da Atbara e Sennar portano a Port Sudan e quelle, più recenti, per Nyala, nel Darfur, e Wau, nella regione di Bahr al Ghazal. I trasporti interni si avvalgono però largamente della navigazione fluviale, che si sviluppa per oltre 4.000 km, massimamente sul Nilo Bianco. Il traffico portuale si svolge in gran parte a Port Sudan e, dal 1991, anche nel nuovo porto eminentemente petrolifero di Suakin. La compagnia aerea di bandiera è la Sudan Airways; nella capitale opera un aeroporto internazionale
Commercio. Il commercio interno non è molto sviluppato, data la grande povertà del Paese che non facilita certo i consumi; quello con l'estero presenta, soprattutto a partire dalla seconda metà degli anni Settanta, gravissimi squilibri nella bilancia commerciale, giacché le esportazioni coprono appena da metà a 1/3 delle importazioni. Queste ultime sono naturalmente rappresentate soprattutto da macchinari e mezzi di trasporto, petrolio, prodotti industriali d'ogni genere, mentre il Sudan esporta quasi unicamente fibre e semi di cotone, arachidi e sesamo, gomma arabica, bestiame, oro; l'interscambio si svolge in prevalenza con l'Arabia Saudita, la Gran Bretagna, la Germania, il Giappone e la Cina