Ambiente umano

Indice articolo

  1. Etiopia
  2. Storia
  3. Economia
  4. Ambiente umano
  5. Spazio fisico

Popolamento. Il popolamento dell'Etiopia è un problema che ancora non è stato risolto: infatti il Paese è abitato in gran parte da genti assai antiche che appartengono a un tipo umano caratteristico, l'Etiopide, diverso da quello Negroide con il quale, però, vi sono stati ripetuti incroci fino ai tempi attuali. È certo che in epoca preistorica vi furono mescolamenti con genti della Valle del Nilo, mentre nulla si sa per epoche precedenti. Tuttavia va sottolineato il fatto che in varie zone dell'acrocoro (Afar, Valle dell'Omo, Bacino del Turkana) sono stati rinvenuti i più antichi reperti fossili di ominidi sicuramente umani, appartenenti alla specie Homo habilis. In epoca storica il Paese ha risentito di influssi semitici provenienti dall'Arabia meridionale che hanno determinato l'attuale stratificazione etnica. Le popolazioni più direttamente interessate da questo influsso costituiscono il gruppo più numeroso del Paese, gli Abissini , cui appartengono gli Amhara e gli Shoa (Scioani). All'apporto semitico si deve anche l'affermarsi della cultura che è stata all'origine del regno di Aksum e che diede unità alle genti dell'altopiano; l'adozione del cristianesimo fu un ulteriore elemento di coesione per gli Abissini, i quali riuscirono a conservare la propria identità etnica e culturale, nonostante la grande espansione islamica, grazie anche al relativo isolamento ambientale conseguente la felice disposizione difensiva dell'acrocoro etiopico con le sue alte scarpate.

Composizione etnica. Gli Abissini sono stanziati in un'ampia area che si estende dall'Eritrea fino all'Etiopia centrale; rappresentano oggi il 40% dell'intera popolazione etiopica. Gli Amhara, che si trovano fra il Lago Tana e il fiume Tacazzè, sono il gruppo principale e si diversificano di poco dagli Shoa, che occupano l'acrocoro centrale. L'altro grande gruppo etnico è rappresentato dalle diverse genti che non hanno subito un diretto influsso semitico e hanno conservato, come elemento distintivo della loro origine camitica, soprattutto la lingua, il cuscitico. Essi formano sia piccoli gruppi sparsi, come gli Agau, sia gruppi estesi e compatti di pastori e agricoltori, come i Galla (Borana, Arussi, Uollo, Gugi ecc.), che da soli rappresentano un altro terzo dell'intera popolazione etiopica, e i più ridotti gruppi meridionali: Sidama, Ghimirà, Caffini ecc. Cuscitiche sono anche le popolazioni dell'Eritrea settentrionale (Begia, Bileni), i Danàchili (Dancali), stanziati nella Dancalia, e i Somali delle regioni orientali. Alle stratificazioni etniche più antiche si riallacciano minoranze di Paleonegridi (dispregiativamente detti Sciangalla), oltre a genti negroidi più o meno camitizzate. Nelle zone periferiche occidentali e sud-occidentali si trovano gruppi di popolazioni nilotiche di pastori e agricoltori, come gli Anuak e i Nuer (Abigar), e niloto-camitiche, come i Mekan, i Bako e i Conso, che vivono nella zona del lago Turkana (Rodolfo) e del Lago Stefania praticando soprattutto la pastorizia. Tra le minoranze si annoverano i Falascià (circa 25.000 individui), di religione ebraica, stanziati a nord del Lago Tana e trasferiti in gran parte in Israele a partire dal 1984, e gruppi arabi. Tra gli Europei prevalgono gli Italiani (quasi 2.000).

Sviluppo demografico e insediamenti. La densità media della popolazione ha forti variazioni da zona a zona in rapporto all'ambiente e ai corrispondenti generi di vita. Tra le aree a diverso grado di densità esistono dei limiti precisi: si tratta infatti di limiti ecologici legati alle diverse altitudini e alle condizioni generali, più o meno favorevoli all'agricoltura e alle attività sedentarie in genere. La popolazione vive per gran parte nei villaggi (si può dire anzi che tutta l'Etiopia sia un Paese di villaggi, data la povertà degli sviluppi urbani); questi sono più o meno compatti, benché la morfologia imponga una certa frammentazione degli insediamenti in funzione degli spazi coltivabili, e in genere hanno dimensioni modeste: però non mancano agglomerati più grossi, che nell'area abissina sono dominati dalle chiese copte e che hanno spesso funzioni di mercato dei prodotti locali. Un urbanesimo esisteva in Etiopia già in epoche remote: Gonder (Gondar) e Aksum sono appunto la testimonianza di una civiltà dai caratteri fondamentalmente urbani.

Urbanesimo e città. L'ur banesimo moderno però si è sviluppato in seguito alla promozione dei vecchi centri di mercato posti nelle zone più popolose e strategiche dal punto di vista dei traffici. Un caso a sé è costituito da Addis Abeba , nata dalla scelta di Menelik II che la volle al centro del suo impero. La prima valorizzazione della città si deve alla costruzione della ferrovia per Gibuti, sul golfo di Aden, poi alle strade che l'hanno collegata con Asmara (Eritrea) e altri centri dell'altopiano, nonché al porto di Assab, sul Mar Rosso, ora in territorio eritreo. Addis Abeba è di fatto il fulcro di tutta l'organizzazione territoriale etiopica e ha acquistato le dimensioni di una grande città, che da sola ospita oltre un terzo dell'intera popolazione urbana del Paese, di cui è il massimo centro culturale, politico ed economico (vi lavora tra l'altro il 50% dei dipendenti dell'industria). Ha un volto moderno, arioso, benché ancora mal definito, e risulta tuttora formata da una serie di quartieri sparsi nella conca dominata dalle verdi colline dell'Entotto.