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Storia
Cronologia
Per una cronologia storica aggiornata delle Comore, vedi la sezione Cronologia dell'Atlante di Nigrizia.
Nei primi anni del XVI secolo i Portoghesi, sulla via di diventare gli unici padroni dell'Oceano Indiano, cacciandone naviganti e commercianti arabi, fondarono una loro colonia alla Grande Comore, poi abbandonata. Tre secoli dopo, apertasi la rivalità tra Francia e Gran Bretagna intorno al sultanato di Zanzibar, l'attenzione delle due potenze si rivolse anche alle Comore. La Francia occupò nel 1843 Mayotte, estendendo nel 1886 il suo protettorato anche a Grande Comore, Mohéli e Anjouan; le quattro isole furono poste alle dipendenze di Riunione sino al 1908 e quindi di Madagascar. Nel 1912 ebbero singolarmente lo status di colonie, ma due anni dopo furono riunite per formare un'unica colonia sotto il controllo del governo del Madagascar. Dichiarate Territorio d'Oltremare con un proprio amministratore all'atto della creazione dell'Unione Francese (1946), le Comore nel 1961 ottennero l'autonomia interna. Il 22 dicembre 1974, tramite un referendum, si pronunciarono per la piena indipendenza (salvo Mayotte, che con il 65% dei voti optava per non cambiare status). Dopo l'indipendenza, la vita politica del piccolo Stato insulare fu segnata da una forte instabilità, alimentata dalle difficoltà economiche provocate dalla rottura dei rapporti con Parigi e dal distacco di Mayotte, la più ricca delle isole dell'arcipelago. Prive di autosufficienza economica e delle infrastrutture necessarie a garantire lo sviluppo economico, le Comore di fatto rimanevano in una condizione di sottosviluppo, che continuava ad alimentare profonde tensioni sociali e politiche. Ahmed Abdallah, primo presidente della Repubblica, venne deposto nell'agosto 1975 in seguito a un colpo di Stato incruento, guidato da Ali Soilih. Soilih tentò di promuovere la trasformazione delle isole in uno Stato laico, fondando un regime di ispirazione socialista, ma nel maggio 1978 un nuovo colpo di Stato, realizzato da un gruppo di mercenari europei, riportò Abdallah al potere.
Proclamata la Repubblica Islamica (ottobre 1978), Abdallah instaurò un regime a partito unico e riallacciò stretti rapporti con la Francia. Nel novembre 1989 Abdallah venne ucciso in una congiura ordita dal capo della guardia presidenziale, il mercenario francese B. Denard, costretto dall'intervento francese a rifugiarsi in Sudafrica. In seguito a tali avvenimenti, un accordo fra le principali forze politiche consentì il ripristino di un sistema multipartitico, che tuttavia non garantì una maggiore stabilità e non impedì il verificarsi di nuovi colpi di Stato. Questa accentuata instabilità fu alimentata anche dalle rivolte secessioniste scoppiate nel 1997 nelle isole di Nzwani (Anjouan) e Mwali (Mohéli). Dopo il fallimento del tentativo governativo di reprimere con le armi le forze secessioniste, fu avviato un difficile processo negoziale, ma la situazione rimase estremamente tesa sia a Moroni sia nei centri secessionisti. Sono tuttora poco chiare le circostanze che portarono alla scomparsa del presidente Taki nel 1998, apparentemente deceduto a causa di un infarto. Alla guida del paese si installò Tadjidine Ben Said Massounde, che nell’aprile 1999 firmò un trattato per l’autonomia di Anjouan e Moheli. Il documento non fu accettato dai separatisti che si riservarono di interpellare le loro genti. Il discorso subì poi una dura battuta d’arresto: Massounde ad aprile 1999 fu rimpiazzato con un colpo di stato ad opera del capo di stato maggiore Col Azali Assoumani, che dichiarò di voler riportare la nazione al suo assetto, se necessario anche con l’uso della forza. Tuttavia nel dicembre 2001 la situazione si avviò alla svolta decisiva poiché la maggioranza degli elettori mostrò la volontà di modificare la costituzione in modo che le tre isole continuassero a formare un unico paese, ma garantendo ad ognuna una maggiore autonomia: lo stato si trasformò in una federazione con un presidente dell’unione e tre governatori. A gennaio 2002 fu costituito un governo provvisorio che portasse lo stato alle elezioni, che si svolsero regolarmente ad aprile. Fu confermato Assoumani alla presidenza, e furono designati governatori il colonnello Mohamed Bacar, ad Anjouan, Mahamed Said Fazul, a Moheli, e Abdou Soule Elbak a Gran Comore. Nello stesso mese fu firmata la nuova costituzione, già approvata in precedenza da Anjouan e Moheli. Nelle elezioni presidenziali del 2006 Ahmed Abdallah Sambi veniva eletto con il 58% dei voti contro il 28.3% di Ibrahim Halidi.