Spazio fisico

Le Comore, formate da rocce vulcaniche effusive (basalti soprattutto, poi trachiti e fonoliti), dalle pareti ripide, che sovente cadono a picco su una stretta cimosa costiera paludosa, sono la parte emersa di enormi edifici vulcanici, il cui basamento giace a migliaia di metri sotto il mare, e la cui formazione, che si fa risalire alla fine dell'era cenozoica, fu dovuta alla successiva sovrapposizione di colate laviche emesse dai vulcani durante le loro diverse fasi di attività. Le isole non si formarono contemporaneamente, ma in periodi diversi; dall'esame della loro morfologia si può osservare come l'erosione degli agenti atmosferici abbia diversamente agito nel modellamento, cosicché si può assegnare loro un'età via via crescente procedendo da nord-ovest a sud-est.
L'isola maggiore (1148 kmq), quella formatasi per ultima, è Njazidja (o Grande Comore); costituita di rocce basaltiche, ha un aspetto massiccio, piuttosto uniforme; è la più elevata dell'arcipelago, culminando a 2361 m nel Karthala, vulcano attivo, il cui cratere centrale, situato in una caldera, è circondato da numerosi coni avventizi. Sui versanti sono ben visibili le colate laviche che, emesse durante le eruzioni, raggiunsero talora il mare. La parte centrale dell'isola è un vasto altopiano che separa il Karthala dal massiccio vulcanico de La Grille, a nord, le cui cime più elevate superano i 1000 metri. L'isola di Mwali (Mohéli, 290 kmq) è la minore dell'arcipelago; pianeggiante nella sua parte orientale, a ovest si innalza in una sottile cresta che arriva a toccare i 790 metri. Le coste sono importuose, per la presenza di isolotti, scogli e barriere coralline.
Nzwani (o Anjouan, 424 kmq) ha forma triangolare, e dai tre vertici hanno inizio catene montuose che si riuniscono nel centro dell'isola, culminando a 1595 m del monte N'Tingui. Le coste, con lunghe spiagge, sono orlate da scogliere coralline ininterrotte, spesso emergenti durante la bassa marea.
Il clima è tropicale, influenzato dai monsoni, con due stagioni ben differenziate: quella calda, che va da novembre ad aprile, è legata al monsone di nord-est e caratterizzata da abbondanti precipitazioni, con valori massimi durante il mese di gennaio, e da cicloni; la stagione fredda e secca va da maggio a ottobre, ed è condizionata dagli alisei di sud-est; agosto è il mese più freddo. A Moroni la temperatura media annua supera di poco i 25 °C. La quantità delle precipitazioni varia con l'esposizione dei versanti e con l'altitudine.
Per l'elevata permeabilità del terreno, specie dove le rocce vulcaniche non sono state alterate (Grande Comore), le acque si disperdono in profondità, sì che spesso è assai difficile raggiungere la falda freatica, anche con profondi pozzi. Nei principali centri, viene raccolta l'acqua piovana in speciali serbatoi. Dove l'alterazione superficiale ha dato luogo alla formazione di argille impermeabili, esistono però diversi torrenti, con frequenti cascate, ricchi di acque specie durante la stagione delle piogge, e alcuni laghetti craterici.
La vegetazione è composta da associazioni disposte a fasce secondo l'altitudine. Nella zona costiera domina la foresta a mangrovie cui succede, procedendo verso l'interno, una fascia a palme da cocco, banani e manghi. Più in alto, in particolare a Grande Comore e ad Anjouan, si stende la foresta tropicale, un tempo molto più estesa, ricca di essenze pregiate (mogano, palissandro), palme, felci arborescenti, liane, orchidee epifite, e caratterizzata da semioscurità e da una elevata umidità.