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Storia
Fin da epoche remote la regione fu attraversata da vie carovaniere dirette verso il Marocco e l'Algeria, mentre verso il 700 d. C. vi si affermò la dinastia neroafricana dei sisē che dette splendore e potenza all'impero di Ghana, attaccato e conquistato poi nel 1076 dagli Almoravidi. Tra i regni resisi indipendenti al momento del crollo del Ghana si distinse l'impero del Mali. Viaggiatori e cronisti arabo-berberi lasciarono dettagliate descrizioni dei regni succedutisi, sul territorio del Mali, tra i sec. VIII e XVI e sembra che nei primi decenni del sec. XVI anche i Portoghesi avessero stabilito contatti con quelle regioni giungendo fino a Tombouctou; quest'ultima e la città di Djenne divennero in questo periodo centri fiorenti del commercio e della cultura islamica.
Dopo la conquista marocchina dell'impero Songhai nel 1591, seguì un periodo di caos politico, i marocchini dispersero i manoscritti delle biblioteche di Tombouctou e interruppero le vie trans-shariane individuando nuovi percorsi per il trasporto di oro e schiavi. Il regno marocchino durò per circa due secoli dopodiché si affermarono i regni bambara di Ségou e di Kaarta che conservarono una certa efficienza fino agli inizi del sec. XIX. Le esplorazioni europee, iniziate in quell'area da Mungo Park (1795) e proseguite da Barth e da Caillié (che raggiunse Tombouctou nel 1828), prepararono la penetrazione francese. Questa trovò un serio ostacolo prima (1850-64) nella resistenza del marabutto tekrur El Hadj 'Umar e poi in quella ancor più ostinata del figlio Ahmadou che aveva stabilito il suo controllo su tutto il territorio. Altro fiero oppositore della Francia fu Samory Touré che nel 1872 costituì un ampio regno sulla riva sinistra dell'alto Niger e resistette alle avanzanti colonne francesi fino al 1898, anno della sua cattura a Guélemou. L'anno successivo la Francia organizzò la colonia dell'Alto Senegal-Niger, comprendente anche il territorio di quella che sarebbe divenuta – con la nuova organizzazione politico-amministrativa del 1919 – la colonia del Sudan Francese. Con la Costituzione del 1946 quest'ultima divenne uno dei territori d'oltremare dell'Unione Francese, destinati con la Loi Cadre del 1956 a procedere ulteriormente sul piano dell'evoluzione politica.
Con l'avvento in Francia della Quinta Repubblica e col referendum costituzionale del 1958, il Sudan occidentale optò per lo status di Repubblica autonoma nell'ambito della Comunità Francese, dandosi un primo governo e una prima Costituzione (23 gennaio 1959). In questo stesso anno il Sudan occidentale e il Senegal formarono la Federazione del Mali, che accedette alla piena indipendenza il 20 giugno 1960. Dissoltasi questa Federazione (20 agosto 1960), i due Paesi ripresero la propria autonomia e il Sudan occidentale assunse il nome di Repubblica del Mali al di fuori della Comunità Francese, dandosi una nuova Costituzione (22 settembre 1960). Una parte determinante nella vita politica del Mali ebbe Modibo Keita, il quale dapprima rivestì la carica di presidente della Federazione del Mali e poi della Repubblica del Mali.
Un colpo di Stato militare pose però fine, il 19 novembre 1968, al suo regime presidenziale: Moussa Traoré assunse (1969) le cariche di capo dello Stato e di capo del governo e varò una nuova Costituzione (1974) che prevedeva l'instaurazione di un regime a partito unico. La svolta fu sia politica che economica. Al vertice del partito (Unione Democratica del Popolo del Mali), fondato nel 1979, si installò lo stesso Traoré, instauratore di un sistema politico ancora più dispotico del precedente. Sotto il suo governo nel dicembre 1985 la disputa confinaria con il Burkina Faso, determinata dalla contesa sui giacimenti minerari (di manganese) della fascia di Agacher, si tramutò in un breve scontro armato a conclusione del quale (gennaio 1986) fu investita della questione la Corte Internazionale di Giustizia dell'Aia. Il malcontento per le difficoltà economiche e per la diffusa corruzione dell'amministrazione pubblica, aggravato dalla repressione di gruppi che chiedevano misure di liberalizzazione politica, stimolò una sollevazione generale delle comunità urbane che pose alla guida dello Stato un Comitato di Transizione per la Salvezza del Popolo (CTSP), destituendo Traoré e sostituendolo con il presidente del CTSP, il tenente colonnello Amadou Toumani Touré (26 marzo 1991). Si avviò quindi un processo di democratizzazione che vedeva come primo atto la reintroduzione del multipartitismo e la proclamazione di una Conferenza Nazionale per la definizione dell'assetto politico-istituzionale.
Sventato un colpo di Stato (luglio 1991) contro il governo provvisorio di Touré e approvata con il referendum del 12 gennaio 1992 la nuova Costituzione che introduceva istituzioni democratiche, nel febbraio-marzo 1992 si svolsero le elezioni parlamentari, vinte dall'Alleanza per la Democrazia del Mali, seguite in aprile dalle presidenziali, vinte da Alpha Oumar Konaré, leader dello stesso partito, entrato in carica l'8 giugno 1992. Il nuovo gruppo dirigente procedette anche alla liquidazione dei simboli del vecchio regime, processando l'ex dittatore Traoré che venne condannato a morte insieme ad alcuni suoi collaboratori (febbraio 1993); ma lo sviluppo del processo di democratizzazione si presentò comunque complicato e la difficile situazione economica determinò l'insofferenza della popolazione giovanile con l'esplosione di una drammatica protesta nella capitale Bamako (aprile 1993). Ciò portò a una fase di instabilità del quadro politico caratterizzata da rimpasti ai vertici del governo e dalla ripresa dell'attività guerrigliera dei tuaregh nel Nord del Paese, per arginare la quale il presidente Konaré inviò l'esercito e favorì la formazione di una forza controguerrigliera: il Fronte patriottico dei Ghanda Koy.
La combinazione dell'iniziativa militare e della ripresa di un dialogo negoziale sulla base del patto nazionale consentì il progressivo allentamento della pressione dei tuaregh che deposero le armi, bruciate in grande quantità in un emblematico “falò della pace” svoltosi a Tombouctou nel marzo del 1996, rendendo così possibile il rientro in Mali di decine di migliaia di profughi tuaregh dalla Mauritania, dall'Algeria e dal Burkina Faso. Rinviate più volte per difficoltà organizzative e caratterizzate da una scarsa partecipazione popolare, nonché boicottate dalle principali forze di opposizione, nel 1997 si svolsero nel Paese le elezioni presidenziali (maggio) e legislative (luglio-agosto), che confermarono al potere Konaré e l'Alleanza per la Democrazia del Mali. Anche le presidenziali del maggio 2002 vennero portate a termine a fatica, a causa dei numerosi problemi organizzativi. Konaré, ineleggibile dopo aver completato il secondo mandato, lasciò campo libero ad altri candidati e le urne premiarono, sorprendentemente, il tenente colonnello Touré, già capo dello Stato dal 1991 al 1992, che ebbe la meglio su Soumaila Cissé, rappresentante dell'Alleanza per la Democrazia del Mali. Alle elezioni presidenziali svoltesi nell'aprile 2007 Touré veniva eletto per il secondo mandato. Nel 2010 Mali, Mauritania , Algeria e Niger avviavano una struttura di coordinamento per combattere la criminalità organizzata e il terrorismo.