Aspetti economici

Le profonde ineguaglianze economico-sociali non possono mettere in discussione il fatto che il Sudafrica abbia una solida e ben diversificata economia, nettamente la prima a livello continentale, grazie alle sue enormi risorse minerarie, a una fiorente agricoltura e zootecnia, a un'industria saldamente affermata.

 

Agricoltura. Come in genere in tutti i settori produttivi del Paese, anche nell'ambito dell'agricoltura l'intervento del governo è stato decisivo; esso si è soprattutto esplicato nei provvedimenti intrapresi per assicurare un sufficiente approvvigionamento idrico in un territorio che perde, per evaporazione o per straripamento, la maggior parte delle acque convogliate dai fiumi. Sin dal 1971 opera la Water Research, commissione istituita appunto per coordinare e promuovere le più opportune ricerche e salvaguardie idrologiche; ma già nel 1966 era stato varato un grandioso progetto per la sistemazione della valle del fiume Orange, con la creazione di tre grandi laghi artificiali in grado di alimentare 20 stazioni idroelettriche nonché una vasta rete di canali. Arativo e colture arborescenti ricoprono il 10,8% della superficie territoriale, pari a circa 13,1 milioni di ha; di questi ben 4 milioni, corrispondenti al "triangolo del mais" tra Mafikeng, il Lesotho e lo Swaziland, sono destinati al mais (il Sudafrica ne è di gran lunga il maggiore produttore tra i Paesi africani e fra i primi del mondo), che in parte è esportato. È invece destinata eminentemente al mercato interno la produzione, molto inferiore, del frumento (di cui peraltro in alcuni anni il Paese è egualmente il massimo produttore africano), diffuso soprattutto nella provincia del Capo Occidentale e nella parte orientale dello Stato libero (Orange); tra i cereali minori figurano il sorgo, l'orzo, l'avena, il miglio. Sempre al mercato interno sono destinate le patate e varie colture orticole (pomodori, piselli, cipolle, fagioli ecc.). Abbastanza netta è, come in altri Stati africani, la demarcazione fra l'agricoltura di sussistenza, cui sono eminentemente adibiti i neri chiusi nell'ambito delle loro riserve, e la ben più fiorente agricoltura industriale di piantagione; qui al primo posto si colloca la canna da zucchero, concentrata nella fascia costiera del KwaZulu-Natal, cui fanno seguito il tabacco, prodotto soprattutto nel Transvaal e in talune zone del Capo, e il cotone, diffuso negli altopiani. Importantissima è infine la frutticoltura, in buona parte destinata all'esportazione e che, grazie alla varietà delle condizioni climatiche presentate dal Paese, consente la crescita di specie sia proprie delle aree temperate sia tipiche di quelle tropicali. La vite prospera nella cuspide sud-occidentale della provincia del Capo Occidentale e dà elevati quantitativi di vini molto pregiati; sempre nella provincia del Capo Occidentale si coltivano mele, pesche, pere, prugne e albicocche. L'agrumicoltura (arance, pompelmi e limoni) è ottimamente rappresentata, oltre che nella provincia del Capo Occidentale, nella fascia costiera del KwaZulu-Natal, specie attorno a Durban; sempre nell'area costiera del KwaZulu-Natal si produce frutta tropicale (ananassi, banane, manghi, papaie ecc.). Ben sfruttate sono anche le non cospicue risorse forestali (foreste e boschi si estendono per meno del 7% del territorio nazionale), che coprono circa il 90% del fabbisogno interno.

 

Allevamento. Nel complesso per le sue caratteristiche climatiche il Sudafrica si presta, ancor più che alla pur fiorente agricoltura, all'allevamento del bestiame: ben il 66,6% del territorio nazionale è occupato da prati e pascoli permanenti. La distribuzione attuale del bestiame è condizionata dall'estensione e dalla natura dei pascoli; così i bovini sono concentrati nelle aree più umide dell'Est e del Nord, cioè nel Natal, nel Transvaal, nella sezione orientale della zona del Capo e nello Stato libero (Orange) settentrionale; più importante è però l'allevamento degli ovini (primato africano), che si accontentano di pascoli magri e aridi e che sono quindi diffusi in tutta la vastissima regione centrale. Il Sudafrica è un grande produttore di lana; ma gli ovini forniscono pure le pregiate pelli karakul. Fra i caprini sono di particolare rilievo le capre d'angora; si allevano inoltre suini, cavalli e volatili da cortile.

 

Pesca. Anche la pesca riveste notevole importanza, essendo un settore modernamente attrezzato e organizzato; i prodotti più abbondanti (sardine, acciughe, sgombri, merluzzi) sono tratti dalle fredde acque atlantiche.

 

Oro e diamanti. La Repubblica Sudafricana è per tradizione il "Paese dei diamanti e dell'oro"; tuttavia le sue risorse minerarie sono molto più varie e in taluni casi grandiose. Benché sia ormai estratto a notevole profondità e quindi a costi crescenti, l'oro (oltre 1/4 della produzione mondiale) è un primato sudafricano; l'area d'estrazione più famosa è il Rand; ad essa si sono aggiunti numerosi altri giacimenti, come quelli di Odendaalsrus, nello Stato libero (Orange), e di Elsburg, nella provincia del Gauteng: si tratta nel complesso di una cinquantina di miniere situate tra il Transvaal e l'Orange. I minerali auriferi contengono anche notevoli quantità di uranio, che viene lavorato in diversi impianti; rilevantissima è anche l'estrazione di argento. Quanto ai diamanti, il Sudafrica ha tuttora una colossale produzione; tale attività fa capo alla potentissima compagnia De Beers, che controlla gran parte del commercio mondiale delle pietre. Per i diamanti vanno soprattutto ricordate le miniere di Kimberley, nella provincia del Capo Settentrionale, la miniera Premier presso Pretoria (Gauteng), dove fu rinvenuto nel 1905 il più grande diamante del mondo, il Cullinan, che, tagliato, diede pietre per 1.063,65 carati; infine i giacimenti di Jagersfontein e di Koffiefontein, nello Stato libero (Orange). Diamanti alluvionali si estraggono dal letto del Vaal a ovest di Kimberley e presso Port Nolloth, alla foce del fiume Orange; con imbarcazioni appositamente attrezzate vengono estratti diamanti anche dal fondo del mare. All'oro e ai diamanti si deve aggiungere il platino: si stima che il Sudafrica possegga il 50% delle riserve aurifere mondiali e ben il 75% di quelle platinifere.

 

Carbone e petrolio. Importanti sono anche i giacimenti di carbone, di cui anzi il Sudafrica è il primo produttore africano, tra i massimi a livello internazionale; la più cospicua area carbonifera si estende dal KwaZulu-Natal fino a comprendere tutto il Transvaal centrale; altre miniere si trovano nello Stato libero (Orange). I primi ritrovamenti di una certa entità di petrolio, ubicati nei fondali sottomarini al largo delle coste del Capo, sono del 1982, ma il petrolio rinvenuto non è sufficiente perché ne risulti economica l'estrazione. In effetti quasi la metà degli idrocarburi impiegati nel Paese non sono provenienti dal petrolio, ma sono dei succedanei ottenuti per sintesi dal carbone nei colossali impianti del complesso SASOL (South African Coal, Oil and Gas Corporation); lo stabilimento SASOL 3 è entrato in funzione nel 1983.

 

Altri minerali. Anche per i minerali metalliferi il Sudafrica è dotatissimo, specie per quelli di ferro, presenti soprattutto a Prestwick nel KwaZulu-Natal, ma ancor più lo è per la cromite (il Sudafrica ne è il primo produttore del mondo, escludendo la Russia), il manganese e l'antimonio; cospicua è anche la produzione di vanadio e di nichel. Sempre tra i minerali metalliferi si annoverano, ma a grande distanza, rame, stagno, tungsteno. Tra i minerali non metalliferi prevalgono l'amianto, i fosfati naturali, la mica e lo zolfo. Grandi saline si trovano a Port Elizabeth e a Brantford.

 

Potenzialità industriali. Se i minerali hanno fatto del Sudafrica una potenza economica con tutte le conseguenze che il Paese accusa dai primi anni Ottanta per la caduta mondiale del prezzo dell'oro e di tutte le materie prime esportate, il settore però in maggior espansione è quello industriale. Già oggi è questo il Paese largamente più industrializzato del continente, ma le ambizioni dei Sudafricani "bianchi" vanno molto più in là e mirano a confronti di ben più ampio respiro. Una delle caratteristiche più significative dell'industria sudafricana è la presenza di un forte settore pubblico, che ha istituito grandi società, come la citata SASOL, la ISCOR (South African Iron and Steel Industrial Corporation), la ESCOM (Electricity Supply Commission), la SOEKOR (Southern Oil Exploration Corporation ) ecc. Sotto egida governativa viene sostenuta la realizzazione di vari progetti economici di grandi proporzioni; in particolare la ISCOR e la SASOL hanno in pratica dato l'avvio a una ormai fiorente industria siderurgica, chimica e petrolchimica. Il potenziamento industriale ha avuto come logica premessa un'attenta politica economica di sviluppo del settore energetico; la produzione di energia elettrica supera già quella di molti Paesi europei. L'energia prodotta è d'origine quasi interamente termica, alimentata dal carbone locale e dal petrolio d'importazione; tra i maggiori impianti si annoverano quelli di Duvha, Matla e Hendrina; sono in atto però sia il potenziamento delle centrali idriche, legato soprattutto alle grandi opere in corso sul fiume Orange, sia, con l'assistenza di vari Stati, un vasto programma di costruzione di centrali nucleari: la centrale di Koeberg, presso Duynefontein, soddisfa il 5% delle richieste energetiche del Paese.

 

Produzione industriale. L'industria nacque come attività di trasformazione delle risorse minerarie locali; oggi il suo panorama è assai diversificato e ha assunto proporzioni rilevanti anche in vari settori manifatturieri. Cospicua è l'industria siderurgica, che si avvantaggia della presenza di ferro e carbone: localizzata specialmente nel Rand (Johannesburg, Pretoria, Vereeniging ecc.). A fianco di essa operano complessi metallurgici diversi: del rame, dello stagno, dell'alluminio (che lavora bauxite d'importazione) ecc., che operano sia per le richieste interne sia per l'estero. Vasta è la gamma dei prodotti dell'industria meccanica, dalle automobili e dai veicoli in genere (il settore nacque come industria di montaggio) agli aerei, alle navi, alle apparecchiature elettriche; collegati soprattutto con l'industria dell'automobile sono gli stabilimenti per la lavorazione della gomma. Ha assunto proporzioni molto rilevanti l'industria chimica, dislocata in vari centri ma soprattutto operante a Sasolburg (poco a sud di Johannesburg), dove si producono elevati quantitativi di benzina sintetica ricavata dal carbone, acido solforico, superfosfati, materie plastiche, caucciù sintetico; altri grandi complessi sono a Modderfontein (ammoniaca sintetica), Somerset West (resine sintetiche, coloranti), Phalaborwa (fertilizzanti) ecc. Il settore petrolchimico, esso pure in costante espansione, è presente con varie raffinerie ubicate in prevalenza nei centri portuali d'importazione (Città del Capo, Durban), nonché a Sasolburg. Il settore tessile si segnala per il cotonificio e il lanificio con la collegata industria dell'abbigliamento, la cui sede principale è a Bloemfontein. Lavorano materie prime nazionali varie altre industrie, dall'alimentare (conservifici di carne, frutta e verdura, zuccherifici, birrifici, oleifici ecc.) alla calzaturiera e alla manifattura dei tabacchi; il Sudafrica è infine un buon produttore di cemento (a Pretoria, Port Elizabeth ecc.) e di carta: quest'ultima industria ha il suo maggior impianto a Springs (presso Johannesburg).

 

Comunicazioni. Anche per quanto riguarda le vie di comunicazione il Sudafrica si colloca a un livello nettamente superiore a quello degli altri Stati africani. Ferrovie, strade, linee di navigazione e i principali servizi automobilistici di linea sono gestiti dallo Stato mediante il South African Transport Services Board, la National Transport Commission, il South African Shipping Board e, per quanto riguarda le linee aeree, la SAA (South African Airways). La rete stradale è più che soddisfacente; si sviluppa per circa 183.000 km, dei quali oltre 1/3 asfaltati, che collegano tutte le principali città del Paese; grandi nodi di comunicazione sono i centri portuali e, nell'interno, Johannesburg e Pretoria. Anche la rete ferroviaria, che si sviluppa complessivamente per 21.000 km e che si avvale di materiale costantemente rinnovato, è molto efficiente; la linea principale è quella che da Città del Capo porta ai centri del Rand; da Johannesburg un ventaglio di linee tocca tutte le maggiori città dello Stato libero (Orange) e del Transvaal. Là dove non esistono le comunicazioni ferroviarie, quindi principalmente nelle aree rurali, il South African Transport Services Board ha istituito un ottimo servizio di autocorriere di linea. Non esistono vie navigabili interne; per contro i collegamenti marittimi con l'estero sono garantiti da un ben organizzato sistema di porti, serviti da oltre una trentina di linee mercantili. I principali porti sono quelli di Città del Capo, in posizione però eccentrica rispetto alle grandi aree produttive del Paese, Durban, sbocco della ricca regione mineraria e industriale del Rand, Saldanha Bay, eminentemente adibito all'esportazione di minerali di ferro, Richards Bay, che, entrato in funzione nel 1976 e operante soprattutto per l'esportazione del carbone, è collegato mediante ferrovia con i giacimenti carboniferi di Witbank, East London e Port Elizabeth, entrambi sbocchi marittimi dei prodotti della provincia del Capo Orientale. Efficientissimi sono i servizi aerei, tanto internazionali quanto interni; principali aeroporti sono quelli internazionali di Johannesburg, Città del Capo, Pretoria, Durban ed East London. Oltre alla già citata compagnia di bandiera SAA, operano nella Sudafrica molte altre compagnie aeree private, che assicurano ottimi servizi interni.

 

Commercio. Gli scambi sono vivaci, sia quelli interni (molte produzioni sono legate a ben precise aree) sia quelli internazionali; nei centri urbani, in particolare, il livello dei consumi è assai elevato. Ciò vale naturalmente per quanto riguarda la comunità bianca, perché gli Africani sono in genere troppo poveri per poter partecipare a un'economia di tipo occidentale, anzi gran parte di essi è ancora legata a strutture produttive di pura sussistenza. Quanto agli scambi internazionali, malgrado il notevole sviluppo raggiunto dalle sue industrie, il Sudafrica è tuttora un Paese eminentemente importatore di prodotti industriali (macchinari di vario tipo e mezzi di trasporto, prodotti chimici, manufatti di base ecc.) ed esportatore di materie prime (oro innanzitutto, che fornisce in certi anni il 20% del valore complessivo delle esportazioni, quindi diamanti ed altri minerali, metalli, prodotti zootecnici e agricoli); tuttavia l'esportazione dei prodotti industriali, specie chimici, comincia a incidere in modo sensibile sulla bilancia commerciale. Questa, grazie all'oro, è quasi sempre attiva; l'interscambio è particolarmente intenso con gli Stati Uniti, la Gran Bretagna, il Giappone, l'Italia e la Germania. Cospicui sono inoltre i proventi del turismo, attirato dalle belle coste e dagli ambienti naturali in gran parte ancora intatti.