Ora solare, ora legale, ora di non sprecare

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Foto: Jon Tyson su Unsplash.com

Abolire il cambio dell’ora. Se ne parla da anni e ancora non si è giunti a una decisione. Eppure abbandonare questa consuetudine potrebbe far risparmiare a ogni famiglia oltre 460 euro all’anno sulle bollette dell’elettricità.

Lo sostiene la professoressa Aoife Foley, della Queen’s University Belfast, che rileva come rinunciare al cambio d’ora garantirebbe un risparmio di quasi 1,40 euro al giorno grazie alla riduzione della domanda nelle ore di punta. Nonostante lo studio sia condotto sulle abitudini del Regno Unito, non si discosta molto dalla situazione europea in generale in tutti quei Paesi che portano avanti di un’ora l’orologio l’ultima domenica di marzo e lo riportano indietro l’ultima domenica di ottobre. Quando l’orologio è avanti di un’ora beneficiamo di maggior luce durante le ore serali e di meno luce nelle ore del mattino. Viceversa, spostare indietro le lancette implica un aumento della luminosità nelle ore del mattino e un anticipo del calar della sera.

Alla Facoltà di Mechanical and Aerospace Engineering, la professoressa Foley ha condotto una ricerca secondo la quale evitando di anticipare la luce del giorno permetterebbe di risparmiare nel periodo invernale non solo una rilevante quantità di energia, ma anche di ridurre conseguentemente gli importi delle bollette e le emissioni di CO2Uno studio che si basa su questo calcolo: rinunciare a spostare le lancette indietro di un’ora appiattirebbe fino al 10% le curve serali disegnate dalla domanda di energia, inclusa quella commerciale, che raggiunge il picco tra le 17.00 e le 19.00. 

Semplicemente rinunciando al Daylight Saving Time (DST) – la nostra ora solare – si godrebbero sere con più luce che permetterebbero di ridurre la domanda residenziale e commerciale di luce: le persone tornano a casa – e dunque lasciano i posti di lavoro – prima e questo si traduce nella minor necessità di utilizzare luci e sistemi di riscaldamento. 

Non stiamo più attraversando in Europa una crisi energetica”, afferma Foley, “ma una vera e propria guerra per l’energia e a dipendere dalle condizioni climatiche è molto probabile che durante l’inverno saremo costretti a razionarne la distribuzione in maniera molto drastica se vogliamo evitare problemi ancora più gravi nei mesi di dicembre e gennaio, quando le riserve di gas cominceranno a farsi esigue”.

E non ha dubbi sulla convenienza di rinunciare al cambio d’ora: risparmi di materia prima e di denaro oltre che riduzione dell’inquinamento, tre fattori fondamentali nell’epoca che stiamo vivendo di crisi climatica e dei consumi.

La pratica di portare avanti o indietro le lancette dell’orologio venne introdotta dalla Germania al tempo della Prima Guerra Mondiale per risparmiare energia prolungando la luce serale durante l’estate. Nel 2019 i deputati del Parlamento Europeo hanno votato l’abolizione del cambio d’ora a partire dal 2021 ma ad oggi i Paesi Europei non vi hanno ancora rinunciato. I più critici adducono ragioni legate al potenziale aumento degli incidenti stradali e anche a un potenziale “confine temporale” sull’isola irlandese. Ma molti incidenti stradali avvengono anche durante il giorno in perfette condizioni di visibilità, quindi non sembra un motivo sufficiente per rinunciare a questa opzione, mentre si potrebbe invece discutere con l’Irlanda una soluzione possibile che non la costringa a due fasce temporali diverse all’interno dello stesso Paese, ma che comunque possa permettere di beneficiare dei vantaggi che deriverebbero dall’abbandono del cambio d’ora. 

A fronte di una crisi già in atto, dati scientifici che supportino questa decisione e ne dimostrino la validità, a maggior ragione in una situazione d’emergenza quale quella che stiamo attraversando, dovrebbero essere tenuti in maggior considerazione nel momento di prendere una decisione. Decisione che, anche se apparentemente di secondaria importanza, in un senso o nell’altro va assunta nella consapevolezza delle responsabilità che comporta.

Anna Molinari

Giornalista freelance e formatrice, laureata in Scienze filosofiche, collabora con diverse realtà sui temi della comunicazione ambientale. Gestisce il progetto indipendente www.ecoselvatica.it per la divulgazione filosofica in natura attraverso laboratori e approfondimenti. È istruttrice CSEN di Forest Bathing. Ha pubblicato i libri Ventodentro (2020) e Come perla in conchiglia (2024). Per la testata si occupa principalmente di tematiche legate a fauna selvatica, aree protette e tutela del territorio e delle comunità locali.

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