www.unimondo.org/Notizie/Libia-migranti-e-cittadini-locali-vittime-di-torture-e-uccisioni-illegali-232665
Libia: migranti e cittadini locali vittime di torture e uccisioni illegali
Notizie
Stampa

Foto: Moayad Zaghdani da Unsplash
In Libia chiunque può essere fatto sparire, torturato, maltrattato e anche giustiziato per le sue simpatie politiche, per la sua appartenenza tribale, per razzismo, per la sua attività sui social media, così come per altre misteriose ragioni. La guerra continua dal 2011 e la situazione umanitaria è drammatica, con una crisi politica irrisolta e diritti umani violati. E la vita di tanta gente è a rischio.
Lo denuncia il nuovo report del Libyan Anti-torture Network (Lan), rete di diverse organizzazioni della società civile libica supportata dalla World Organisation Against Torture (Omct). Appena pubblicato con il titolo That was the last time I saw my brother (Quella fu l’ultima volta che vidi mio fratello), il documento parla di 581 uccisioni illegali avvenute sul territorio libico dal gennaio 2020 a marzo 2022: crimini che hanno avuto come vittime i civili e che sono avvenuti al di fuori di qualunque cornice legale.
A essere presi di mira sono stati sia cittadini libici sia migranti stranieri, tanto all’interno quanto fuori dai centri di detenzione gestiti dalle autorità libiche, dove a volte sono loro negati diritti basilari come l’accesso all’acqua potabile, a pasti adeguati, alle toilette e all’assistenza medica.
Essere migranti in Libia oggi: la storia di Ahmed
In questi centri si può anche morire, come si legge nella testimonianza del trentenne originario della Siria, Ahmed (nome di fantasia), inserita nel report dell’organizzazione della società civile libica.
«Eravamo soliti vedere veicoli entrare di sera (nel centro di detenzione, ndr). Uomini armati si univano alle guardie e a volte venivano e prendevano qualcuno di noi per i lavori forzati. […] Quando abbiamo sentito colpi di arma da fuoco ci siamo buttati a terra, impauriti dai proiettili. Una delle guardie aveva una pistola che agitava istericamente, sparando a casaccio. Due sudanesi sono stati feriti alle gambe dai suoi colpi di pistola. Quando i migranti hanno visto queste ferite, si sono preoccupati e hanno provato a scappare dal cortile, ma gli uomini armati li hanno presi di mira e hanno ucciso un vecchio uomo siriano, prima di colpirlo alla testa con un tubo di metallo»...