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La memoria scomoda del Baltico
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Foto: Alice Pistolesi ®
L’invasione dell’Ucraina ha rimarcato un sentimento anti-russo che è condiviso da molti nei Paesi Baltici. Percorrendo le strade delle capitali di Lettonia, Estonia e Lituania, il sostegno all’Ucraina e la condanna alla Russia di Putin è lampante. Le bandiere giallo-azzurre sono ovunque: nelle strutture pubbliche, nei negozi, così come in moltissime case private. Tanti sono i monumenti illuminati con i colori di Kiev. Nella capitale lituana, Vilnius, su ogni autobus di linea appare una scritta luminosa a favore della popolazione vittima del conflitto e sulle rive del fiume Neris si legge “Slava Ucraini” (Gloria agli ucraini).
A Tallin, capitale dell’Estonia, l’ambasciata russa è presidiata giorno e notte dalla polizia. Sulle transenne che la circondano centinaia di cittadini hanno lasciato foto di caduti in guerra, cartelli, pensieri e accuse.
Più difficile è però stabilire come si vive al confine con la Russia. A Narva, ad esempio, terza città dell’Estonia, il 97% delle quasi 60mila persone che vi abitano è russofona. I legami sono sempre stati forti: la città è contigua alla russa Ivangoord e a 159 chilometri da San Pietroburgo. Attraversare il confine era la normalità, mentre oggi è sempre più complicato...