In Europa senza armi, per la pace e la giustizia

Stampa

Si e' riunita a Roma il 21 giugno la Convenzione permanente di donne contro le guerre, che partecipa al percorso del movimento antiglobalizzazione, soprattutto attraverso il forum per la democrazia costituzionale del Forum sociale europeo, e ha lanciato una proposta di art. 1 per il trattato
costituzionale europeo che ha raccolto molte migliaia di firme e che intendiamo presentare pubblicamente.
In apertura dei lavori Lidia Menapace ha ribadito le proposte da lei avanzate, oltre che in altre occasioni pubbliche, anche in un seminario romano del Forum per la democrazia (neutralita' attiva dell'Europa, disarmo, riforma degli organismi internazionali).
Monica Lanfranco ha dato conto del percorso della raccolta delle firme all'art. 1 e ha proposto un confronto sia con altri organismi che lavorano nella stessa direzione sia con alcune parlamentari europee che si sono dichiarate disponibili.
Personalmente sto lavorando da tempo alla proposta di cittadinanza europea universale sessuata, su cui mi soffermero' tra poco.
Molti gli interventi che hanno reso ricca e significativa la discussione e molto produttivo l'incontro, che si e' concluso con un appello al movimento, da portare in tutte le sedi in cui si discute di Europa, appello a cui ha dato un significativo contributo l'intervento di Maria Grazia Campari.
Il contesto di guerra permanente e costituente e' stato analizzato da Elettra Deiana, mentre Elena Beltrame ha esposto alcune considerazioni sulle modalita' di rendere pubblica l'iniziativa della raccolta di firme, e Rosangela Pesenti in un appassionato intervento ha parlato della necessita'
di coinvolgere i/le giovani con risposte profonde alle domande radicali sottese ai percorsi istituzionali e politici.
Tutte abbiamo accettato con convinzione la proposta di Lidia Menapace di procedere d'ora in poi non piu' con assemblee ma con seminari di approfondimento su temi inerenti il "presente di guerra", che e' il dato costitutivo dell'oggi.
*
Per quanto riguarda le questioni della nuova cittadinanza, occorre, a mio avviso, partire dal giudizio nettamente negativo che noi diamo sul lavoro della Convenzione europea che ha approntato il trattato costituzionale. Negativo nel metodo e nel merito. Intanto il metodo: la Convenzione ha operato lontano dal movimento, dalla societa' civile, dalle associazioni, dai soggetti singoli e collettivi, dalle donne e dagli uomini che da anni si occupano di proporre una "nuova" Europa, soggetto politico di pace. Le "consultazioni" sono state puri e
semplici incontri formali con soggetti non "organizzati" e quindi atomizzati e generici. Devo far notare anche che i/le parlamentari europei/e della Convenzione poco o nulla hanno fatto per confrontarsi con i soggetti che si occupano da anni di queste questioni. Come pure, per amore di verita', va
riconosciuto che la questione "Europa costituzionale" da poco, per ragioni del tutto comprensibili, e' entrata nell'agenda del movimento.
Il primo elemento del nostro giudizio negativo riguarda il tema della pace, presente solo in un accenno generico come valore europeo. Accenno del tutto inutile, in quanto in nome della pace si fanno le guerre, si bombarda, si uccide. L'Europa avrebbe tutte le ragioni per iscrivere nella sua Costituzione il ripudio della guerra, quell'art. 11 della Costituzione italiana, che nacque subito dopo la tragedia della seconda guerra mondiale.
Quel "ripudio della guerra" dei nostri padri e delle nostre madri
costituenti dice tutto l'orrore per le guerre. Non si tratta certo di una dimenticanza, in quanto la nominazione della pace viene contraddetta da una vera e propria corsa agli armamenti.
L'articolo intitolato "Politica di sicurezza e di difesa comune" intende assicurare all'Unione europea una "capacita' operativa" con ricorso a mezzi militari e civili, che possono essere "schierati all'esterno", "ai fini del mantenimento della pace e del rafforzamento della sicurezza internazionale",
fatti salvi gli obblighi che alcuni Stati hanno con la Nato. Gli Stati membri, per parte loro, si impegnano a migliorare progressivamente le loro capacita' militari; insomma la Nato non si tocca e si corre alle armi.
In questa logica c'e' una sorta di graduatoria, in quanto agli Stati piu' capaci militarmente (si parla di "criteri elevati in termini di capacita' militari") viene data la facolta' di cooperare tra loro. Una "clausola di solidarieta'" (quale slittamento semantico hanno ormai le parole umanita', solidarieta', aiuti, cooperazione) autorizza l'Unione europea a mobilitare
gli strumenti di cui dispone per "prevenire" una non precisata "minaccia terroristica". A tal fine vengono previste "missioni" (Enduring Freedom europee!) e viene istituita una "Agenzia europea per gli armamenti e la
ricerca strategica".
Insomma un'Europa fortezza esposta alle "invasioni" dei popoli migranti. E qui sta il secondo, decisivo punto su cui si fonda la nostra critica. La "sicurezza" dell'Europa spinge i governi europei a organizzare una difesa per prevenire le "emergenze" dovute alle migrazioni come "afflusso improvviso di cittadini di paesi terzi", nei confronti dei quali sono previste cooperazioni di mercato e missioni armate coloniali, come sta accadendo in Iraq. Certo, Bossi vorrebbe cannoneggiare, Blair, che e' piu'
elegante, propone i campi di concentramento, ma fuori dei confini europei.
Si ha cosi' il paradosso che l'Occidente "democratico", che ha sfruttato le risorse dei "paesi terzi", cattura, tiene in cattivita', respinge uomini e donne che fuggono da guerre e miserie. Davvero la guerra e' diventata il fondamento di un nuovo "diritto internazionale", basato sul dominio e sulla prevaricazione, sul diritto del piu' forte. In questo contesto la nostra Convenzione, per come e' fatta, si e' posta in
tutto questo tempo l'obiettivo di rendere visibile e il piu' possibile diffusa una lettura di genere delle guerre e del contesto, un contesto di moderno patriarcato, e di attraversare criticamente anche la lettura "neutra" del movimento. D'altronde una cittadinanza universale non puo' che essere sessuata, altrimenti e' maschile.
L'inclusione delle donne nei "diritti dell'uomo" e', come sempre, colonizzazione ed esclusione. L'attenzione alla presenza delle donne si risolve in un articoletto sulle pari opportunita' e azioni positive.
La cittadinanza universale sessuata attiene alla soggettivita' politica femminista, costituitasi in particolare nella seconda meta' del Novecento sulla critica al patriarcato come decostruzione sia dell'equivalenza cittadino = soldato, sia di ogni struttura verticistico/militarista, produttivistica ed economicistica del lavoro e della vita, nonche' della
relazione tra tempo di lavoro e tempo di vita.
La pratica delle donne ha spostato confini e frontiere, decostruendo i concetti di patria e onore militare; ha criticato la coincidenza tra cittadino e lavoratore in produzione, giacche' il tempo del "non lavoro" non e' tempo del prima, del senza, del dopo, ma e' anche tempo di vita.

Fonte: Il paese delle donne

Ultime notizie

L’inizio dell’offensiva terrestre israeliana e l’esodo di massa da Gaza City

17 Settembre 2025
Israele conferma che l’offensiva ha provocato un esodo senza precedenti. (Giacomo Cioni)

Dossier/ Materie prime critiche (4)

17 Settembre 2025
Oltre a quelli ambientali, l’estrazione di minerali critici comporta una serie di impatti diretti sulla vita di diversi gruppi vulnerabili. (Rita Cantalino)

Il blocco del porto di Trieste

16 Settembre 2025
Il blocco del porto di Trieste contro le armi per Israele e per l’applicazione del Trattato di pace. La mobilitazione di USB. (Laura Tussi)

L’E-Mobility in stallo?

15 Settembre 2025
La mobilità elettrica potrebbe scaricarsi: colpa di costi, filiere e infrastrutture. (Alessandro Graziadei)

Dipendenze digitali

15 Settembre 2025
Nell’era dell’iperconnessione, le dipendenze digitali rappresentano una sfida crescente per le giovani generazioni, con effetti sempre più evidenti sul benessere psicologico, relazionale e scolasti...

Video

Serbia, arriva a Bruxelles la maratona di protesta di studenti per crollo alla stazione di Novi Sad