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Haiti pericolosa: crisi umanitaria e violenza senza fine
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Foto: Heather Suggitt da Osservatoriodiritti.it
Anche Medici senza frontiere (Msf) ha dovuto alzare bandiera bianca di fronte alla dilagante violenza della quale è preda oramai da mesi Haiti, in modo particolare in alcuni quartieri della capitale Port-au-Prince.
La situazione del paese caraibico, situato nella parte ovest dell’isola La Española (nella parte est sorge Santo Domingo), è completamente fuori controllo e la popolazione civile è ostaggio di banda criminali armate che superano per numero, e in alcuni casi anche per armamento, le poche forze di polizia ancora attive.
Dal comunicato rilasciato da Msf emerge che di fronte a rischi insostenibili per la sicurezza l’organizzazione è stata costretta a chiudere temporaneamente il suo ospedale nella zona di Cité Soleil della capitale haitiana. La violenza si è ormai diffusa in tutta Port-au-Prince, lasciando coloro che sono rimasti coinvolti nel fuoco incrociato.
Con violenti scontri tra gruppi rivali pesantemente armati che si svolgono a pochi metri dal complesso ospedaliero, l’ong non è più in grado di garantire la sicurezza dei pazienti o del personale.
«Stiamo osservando scene di guerra a pochi metri dal nostro ospedale. Sebbene lo stesso non sia stato preso di mira, siamo una vittima collaterale dei combattimenti, poiché la struttura si trova proprio nella prima linea dei combattimenti», ha detto Vincent Harris, consulente medico dell’organizzazione.
Haiti pericolosa: l’Onu chiede un contingente armato internazionale
Alla radice di una situazione insostenibile che vede buona parte della popolazione nell’impossibilità di accedere a beni di prima necessità, sono arrivate le parole dell’Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Volker Türk, che ha invitato la comunità internazionale a considerare urgentemente il dispiegamento di una forza di supporto specializzata con una scadenza specifica e un piano d’azione completo e preciso per Haiti.
A sostegno delle parole di Türk ci sono le cifre e i fatti riportati da Marta Hurtado, sua rappresentante sull’isola. Si parla di più di 500 morti violente dall’inizio dell’anno fino al 15 marzo, 300 feriti e 277 persone sequestrate...