Gli orizzonti di guerra del 2023

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Immagine: Ogzero.org

Questa raccolta di saggi, incentrata sulla produzione delle armi e il loro passaggio di mano in varie situazioni mondiali, prende spunto dal dossier su www.ogzero.org "La guerra viene con le armi", nel quale abbiamo monitorato costantemente lungo tutto il 2022 alcuni degli innumerevoli traffici di cui la stampa specializzata dà notizia, quelli che potevano apportare un tassello in più al completamento dei mosaici globalizzanti delle varie aree geopolitiche più investite da tensioni e fenomeni bellici. Ossia: “dove vanno le armi, lì si prepara la guerra. Da queste analisi invece proviene una spinta ad aprire gli occhi sull’abisso, ad acquisire consapevolezza di ciò che avviene quotidianamente nel mondo che ci viene raccontato dai media, o che ci viene volutamente nascosto affinché non se ne parli, mentre una militarizzazione sempre più diffusa e una folle corsa al riarmo sostengono un commercio in rapida ascesa che crea comparti economici veri e propri del mercato globale.

Per un anno ci siamo calati in un abisso di orrore costituito da pubblicazioni esaltanti le performance di macchinari di distruzione di massa, sbirciando cataloghi guerrafondai, e abbiamo notato un’accelerazione della spirale innescata dall’industria bellica dal 24 febbraio che ci ha permesso di cogliere esplicitamente il motore primo che innesca l’escalation di ogni corsa al riarmo: fornire armi a un belligerante – dapprima svuotando gli arsenali e poi sollecitando l’industria bellica a sovraproduzioni mirate – innesca richieste da parte di tutti i vicini di ordigni più potenti per essere certi della propria “sicurezza” percepita come in pericolo.

L’intreccio di relazioni tra accordi diplomatici e joint venture in vista di produzioni di macchine belliche risulta palese, comprendendo cosa offriva il mercato e quali criteri muovevano le compravendite: la scommessa si fonda sulla varietà dei conflitti che deriva dalla tipologia dei contendenti, degli aggressori e degli aggrediti, della forma di guerra innescata volta per volta e su cui diventa importante identificare il tipo di tecnologie messe a disposizione. Nello stesso calderone di orrori il libro indaga il rapporto tra la ricerca scientifica in ambito “civile” e il suo utilizzo con fini militari, mascherando scopi, attraverso una logistica mirata e camuffata. Inoltre, lo sdoganamento da parte della sensibilità occidentale della nuova era bellica è palese nelle vetrine offerte dalle fiere del settore.

Il passaggio dal monitoraggio al volume, realizzato in collaborazione con l’Atlante delle Guerre e dei Conflitti del Mondo, rivela come ora le armi siano diffuse capillarmente e così il conflitto globale – con diverse modalità – sia in corso.

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