Dossier/ Materie prime critiche (1)

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Il contesto e la crescente domanda di minerali per la transizione

L'Unione Europea classifica le "materie prime critiche" (CRM) come materiali strategici alla transizione ecologica, con un elevato rischio di approvvigionamento. La lista di questa particolare classe di materie viene aggiornata ogni tre anni. I minerali critici non vanno confusi con le "terre rare", come il neodimio e il disprosio, che ne sono una particolare classe e sono utilizzate, ad esempio, nei magneti permanenti. L’estrazione dei minerali critici, essenziale per la transizione, genera però in tutto il mondo abusi dei diritti umani o danni ambientali. In questo dossier proveremo a scandagliare l’argomento mostrandone la diffusione, la domanda, e le contraddizioni che solleva, per rispondere insieme alla domanda: come si costruisce una transizione energetica che sia anche giusta ed equa?

Cosa sono i minerali critici e perché ci servono

Gli impatti della crisi climatica crescono e stanno diventando sempre più evidenti; per questo sta diventando sempre più urgente attuare politiche di mitigazione e adattamento sempre più necessarie. Alla base di un reale processo di mitigazione, secondo gran parte degli scienziati del mondo, c’è l’abbattimento delle emissioni di gas serra derivate dall’utilizzo, ancora massiccio e crescente, di fonti energetiche di natura fossile. Solo lasciando da parte petrolio, gas e carbone, potremo sperare di fermare la catastrofe. Questa trasformazione radicale dei sistemi energetici globali impone una elevata domanda di una classe particolare di minerali, detti “minerali critici”. Minerali come litio, nichel, cobalto e rame sono essenziali per le tecnologie rinnovabili – turbine eoliche o pannelli solari, per esempio – e per l'elettrificazione in generale: servono per i veicoli elettrici, ma anche per i nostri smartphone e i nostri laptop. 

La crescita della domanda globale

La domanda di minerali legati alla transizione energetica è destinata a crescere in modo esponenziale. L'Agenzia Internazionale dell'Energia (IEA) prevede che entro il 2040 sarà quadruplicata. Per raggiungere gli obiettivi di neutralità climatica globale entro il 2050, la quantità di minerali critici necessaria potrebbe essere sei volte superiore a quella attuale già nel 2040. Nello specifico, la domanda di rame legata all'energia pulita aumenterà dal 20% al 45% del totale, il litio dal 38% al 92% e il nichel da meno del 10% al 54% tra il 2021 e il 2040. La domanda globale di cobalto, cruciale per le batterie ricaricabili, aumenterà di cinque volte entro il 2030 e di quindici entro il 2050. Si stima che il consumo annuale globale di cobalto raggiungerà circa 220.000 tonnellate nel 2025, per poi salire a 390.000 tonnellate nel 2030. Questa corsa all'estrazione, tuttavia, comporta già costi sociali e ambientali significativi, che ricadono pesantemente sulle comunità locali e indigene...

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Rita Cantalino

Napoletana, classe ‘88. Freelance, collabora con diverse testate. Si occupa di ambiente, clima e diritti umani, con uno sguardo particolare agli impatti sanitari e sociali delle contaminazioni di natura industriale.

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