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Dossier/ La resistenza civile nonviolenta in Ucraina
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Immagine: Atlanteguerre.it
Sono state 235 le azioni di resistenza nonviolenta che si sono verificate in Ucraina dal 24 febbraio al 30 giugno 2022. A rilevarlo lo studio ‘Ukrainian nonviolent civil resistance in the face of war’ realizzato dall’Istituto Catalano per la Pace (Icip) e dall’Istituto Internazionale di Azione Nonviolenta (Novact) per studiare l’azione nonviolenta in Ucraina subito dopo l’invasione russa. Il progetto era sostenuto dell’Università tedesca Friedrich-Schiller di Jena e dal German peacebuilding Ngo Corridors. Nel rapporto, che analizziamo in questo dossier, si riportano le varie tipologie di resistenza civile nonviolenta come azioni di protesta, non collaborazione o creazione di strutture parallele alle amministrazioni militari delle forze di occupazione.
L'importanza delle 'azioni di espressione'
Le ‘azioni di espressione’ sono state le più numerose secondo la mappatura effettuata (148), in particolare quelle relative alle manifestazioni e comizi pubblici (73). Questo tipo di attività si sono verificate principalmente nelle Regioni meridionali del Paese. Una delle caratteristiche più significative delle proteste durante la guerra era l’uso di simboli ucraini come la bandiera o il canto dell’inno nazionale. Da marzo in poi in città come Beryslav o Energordar, i raduni si tenevano nei monumenti o in altri luoghi simbolo dell’identità ucraina. A Melitopol alcune manifestazioni sono state organizzate dopo la messa nella chiesa ortodossa.
Alla fine di marzo, però, la repressione nelle zone sotto occupazione è aumentata, portando a una diminuzione delle azioni di protesta pubblica. Secondo Oksana Hliebushkina, attivista e membro dell’organizzazione ‘New Generation’ con sede a Kherson, i militari russi sono stati sostituiti dalla polizia russa specializzata nel controllo della folla. Le azioni hanno quindi iniziato a svolgersi in altri simbolici luoghi, ma più lontano dal centro e con un numero minore di persone. Secondo il rapporto le azioni nonviolente, da aprile in poi, sono state drasticamente ridotte. A poco a poco, la resistenza civile nonviolenta ha adottato una strategia basata sulla clandestinità e azioni ‘invisibili’.
Dalla metà di marzo sono state almeno 48 le ‘azioni di comunicazione’ che si sono articolate attraverso la diffusione di graffiti, bandiere, poster e volantini ucraini che promuovevano la disobbedienza contro l’occupazione. In questo quadro è nata l’iniziativa ‘Nastro Giallo’ sui social network, che proponeva di appendere dalle finestre nastri con i colori ucraini, specialmente nelle aree sotto occupazione...