Colombia: la strage dei “falsi positivi”

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La Giurisdizione Speciale colombiana per la Pace (JEP)  ha presentato il 25 luglio  accuse penali contro 22 ufficiali dell’esercito colombiano per l’omicidio di 303 persone inizialmente segnalate come guerriglieri uccisi in combattimento: i cosiddetti  “falsi positivi” , contadini innocenti trucidati e poi rivestiti con uniformi militari e armati,  tra il 2005 e il 2008. Tra le persone accusate nell’ambito del cosiddetto “Macro Caso 03”, vi è anche un generale. Far passare i contadini per guerriglieri abbattuti in combattimento era una pratica comune tra i militari colombiani per ottenere vantaggi personali e meriti derivanti dalle presunte vittorie. L’accusa  di lunedì include anche un ex investigatore dell’ormai abolito Dipartimento Amministrativo di Sicurezza (DAS, un servizio segreto) e due civili, che sarebbero stati anch’essi coinvolti nelle uccisioni.

Gli imputati appartenevano alla XVI Brigata dell’Esercito nel dipartimento del  Casanare, nell’Oriente colombiano. e questo caso è solo uno dei tanti su cui ia JEP sta indagando. “Gli imputati facevano parte di un’organizzazione criminale”, che “si è separata dalle norme costituzionali e regolamentari delle operazioni militari e ha realizzato attacchi organizzati e su larga scala che avevano come obiettivo l’uccisione di persone indifese che venivano presentate come vittime di combattimenti”, ha affermato il portavoce della Jep.

Come in altri casi di “falsi positivi” già esaminati dal Jep, le vittime del  Casanare erano persone vulnerabili, anziani, disabili, uomini e donne bisognosi, prima attirati con l’inganno, e poi uccisi.Tra le vittime c’erano 9 donne e una persona di diverso orientamento sessuale. In alcuni casi, secondo le indagini, ci sono state “pratiche di estrema violenza” prima dell’omicidio. Una volta assassinate, le persone venivano vestite con abiti militari per  farli passare come guerriglieri e dotate di armi, alcune delle quali acquistate con denaro pubblico destinato ad altri scopi.

In cambio di questi crimini, i soldati ricevevano “pasti speciali, piani di vacanza, corsi di addestramento all’estero o il trasferimento al Battaglione Colombia n. 3, impegnato nella missione di pace dell’Onu nel Sinai e il riconoscimento di avere le condizioni necessarie per la promozione”, ha dichiarato il Jep. Agli imputati sono state lette le accuse e sono stati concessi 30 giorni lavorativi per dichiararsi colpevoli o innocenti,  e fornire altre prove o argomentazioni. Anche i parenti delle vittime hanno 30 giorni di tempo per sostenere le loro tesi contro gli imputati. “Se le parti negano la loro responsabilità, il caso sarà deferito all’Unità di investigazione e imputazione (Uia). Se condannati, gli imputati potrebbero essere condannati fino a 20 anni di carcere...

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