Carceri: sovraffolamento e poco lavoro nel post-pandemia

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Foto: Unsplash.com

Dopo che lockdown e pandemia ne avevano fatto calare il numero in modo significativo, i reati tornano a crescere con una leggera ripresa nel 2021. A dirlo è il 18esimo Rapporto sulle condizioni di detenzione di Antigone, associazione per la tutela dei diritti e delle garanzie nel sistema penale e penitenziario che dal 1998 monitora la situazione nelle carceri italiane.

Nel 2021 i reati sono stati 1,8 milioni, con un calo rispetto al 2019 del 12,6 per cento. Il 38% dei detenuti è alla prima carcerazione, mentre il 62% era già passato dal carcere almeno una volta e il 18% cinque o più volte.

Tra chi è già stato in carcere più volte, calano gli stranieri, mentre aumentano i detenuti italiani «per i quali si immaginerebbe invece che i percorsi di reinserimento sociale siano più facili», sottolinea il rapporto di Antigone.

Sovraffollamento nelle carceri, situazione più al limite di quello che sembra

La situazione nelle carceri italiane torna a essere più critica rispetto al primo anno di pandemia: a fine marzo 2022 i detenuti erano 54.609, contro le 53.364 presenze della fine del 2020, con un tasso di affollamento medio del 107,4 per cento.

Questo dato ufficiale non tiene conto tuttavia della situazione reale delle carceri, dove la capienza è spesso ridotta in conseguenza dei lavori di manutenzione alle strutture. Per esempio il Gozzini di Firenze è interessato da tempo da lavori di ristrutturazione per dotare le celle della seconda sezione di docce e acqua calda, così come, sempre in Toscana, Le Sughere di Livorno vedrà l’apertura di otto nuovi sezioni e il raddoppiamento della popolazione penitenziaria.

Più detenuti, ma ingressi in calo e pene più lunghe

Un dato significativo è quello che riguarda il netto calo degli ingressi, soprattutto sul lungo periodo. Nel 2021 gli ingressi sono passati a 36.539, contro i 35.280 del 2020, ma soprattutto contro i 92.800 del 2008: un effetto delle misure adottate dal 2012 in poi per il contrasto al cosiddetto fenomeno delle “porte girevoli”, l’ingresso in carcere di persone per periodi brevi o brevissimi, contenute nel decreto-legge n. 211 del dicembre 2011 e convertito con modificazioni dalla legge del 17 febbraio 2012, n. 9.

Al 31 dicembre 2021 la metà dei detenuti aveva pene uguali o superiori a 5 anni, mentre il 29% aveva una condanna di 10 o più anni. Nella stessa data gli ergastolani erano 1.810: si tratta di un numero in forte crescita, se si considera che nel 1992 erano solo 408. I detenuti con una pena di meno di 3 anni a fine 2021 erano 19.478...

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