Economia

L'economia di Palau si fonda prevalentemente sull'agricoltura (copra, banane, canna da zucchero e caffè) e sulla pesca, ma il livello di queste attività è di pura sussistenza. Solo di recente il governo ha scoperto una nuova fonte di introiti nella vendita di licenze di pesca nelle acque territoriali a flotte di Paesi stranieri, provenienti soprattutto da Taiwan, Stati Uniti, Giappone e Filippine.
Il settore industriale è ancora piuttosto modesto, malgrado nel corso degli anni Novanta i comparti manifatturieri (anche se si tratta di produzioni soltanto tradizionali e di consumo locale) abbiano ricevuto numerosi incentivi atti a promuoverne lo sviluppo.
I fondali marini di eccezionale bellezza che circondano le isole hanno favorito l'espansione del turismo, sebbene fino a ora la carenza di infrastrutture insediative e di comunicazione ne abbia ostacolato un pieno decollo: nel 1997 hanno visitato le isole 73 719 persone, con un incremento del 450% rispetto al 1986. Il dato in seguito è però calato e nel 2003 gli ingressi sono stati 59 851.
Nel complesso l'economia di questa piccolissima repubblica, che è divenuta indipendente solo di recente, è costretta a basarsi largamente sugli aiuti finanziari forniti, in cambio della concessione di basi militari sul territorio, dagli Stati Uniti, con i quali il Paese ha anche sottoscritto (nel 1994) un patto di libera associazione (Compact of Free Association).
Per svincolarsi da questo legame economico, il governo di Palau ha intrapreso una serie di riforme, volte a garantire lo sviluppo del Paese, quali la riduzione del peso occupazionale nel settore pubblico e l'incoraggiamento al ritorno dei cittadini emigrati all'estero (circa 6000, residenti attualmente soprattutto negli Stati Uniti e nelle isole Marianne), mentre nel contempo cerca di favorire ulteriormente le attività turistiche.