Economia

Nonostante l'ambiente naturale poco favorevole e la posizione geografica piuttosto emarginata rispetto al resto dell'Europa, la Finlandia ha un tenore di vita medio alto. Ciò è dovuto soprattutto alla straordinaria capacità dei Finlandesi di sfruttare al massimo le non molte ricchezze naturali di cui il Paese dispone.

Intervento pubblico e programmi. I brillanti esiti dell'economia finlandese sono largamente dovuti all'intervento pubblico, ben presente non solo nelle attività propriamente produttive ma più in generale nei vari aspetti della vita del Paese. La vivacissima dinamica industriale post-bellica ha interessato soprattutto i settori del legno e metalmeccanico, di più recente potenziamento. Quest'ultimo è articolato in modo da realizzare sofisticati prodotti con alto valore aggiunto destinati essenzialmente all'estero, sia per la limitatezza del mercato interno sia per la necessità, che ancor oggi permane, d'importare una vasta gamma di manufatti e di minerali energetici. Il Paese ha saputo tener conto della sua particolare situazione geopolitica, posto com'è al margine tra l’Europa occidentale e la Russia, con la quale intrattiene rapporti di buon vicinato. Per tale motivo la Finlandia ha impostato un programma economico volto a trarre vantaggio dalla sua originale posizione di complementarietà con i Paesi dell'Est (da cui riceve materie prime), cercando di privilegiare questo mercato con cui è strutturalmente connessa più che con qualsiasi Paese occidentale, pur tuttavia senza trascurare né la vasta area dell'Unione Europea, né i vicini Paesi scandinavi, con i quali è associata nel Consiglio Nordico. Anche la Finlandia ha tuttavia accusato i colpi della crisi economica mondiale. Il 1984 è stato l'anno in cui è cominciata una rigida politica di austerità che ha dato buoni risultati. La Finlandia è entrata, infatti, nel primo gruppo dei Paesi partecipanti all'Unione monetaria europea.

Agricoltura. L'agricoltura, che interessa solamente il 7,7% della superficie territoriale, cerca di supplire con l'elevata meccanizzazione e la razionalizzazione delle colture alle difficoltà climatiche e pedologiche, benché lo sviluppo del settore sia in parte frenato dalla prevalenza di aziende di non elevata estensione: oltre la metà delle aziende dispone infatti di un'area tra i 5 e i 20 ettari. Il Paese ha tuttavia conseguito l'autosufficienza per ciò che riguarda i prodotti agricoli, almeno per quelli di base. Le aree produttive nordiche, anche oltre il Circolo Polare Artico, sono coltivate a orzo (esteso a circa 1/4 dell'arativo) e a patate; a latitudini inferiori si trovano l'avena, utilizzata largamente per l'alimentazione del bestiame, e il frumento; in progresso è la produzione della barbabietola da zucchero, che occupa i terreni migliori.

Allevamento. Molto curato è anche l'allevamento del bestiame, in particolare di quello bovino, che percentualmente dà altissimi quantitativi di latte, burro e formaggi, e di quello suino. In Lapponia, particolare importanza rivestono le renne il cui patrimonio è stato decimato a causa delle radiazioni diffuse per il disastro della centrale nucleare sovietica di Cernobyl del 1986. Si allevano inoltre animali da pelliccia. Una certa risorsa è offerta dalla pesca, quasi esclusivamente di mare; prevale nel pescato l'aringa del Baltico, mentre molto minori sono i quantitativi di trote e salmone; la pesca fluviale è ostacolata dalla fluitazione del legname.

Foreste. Nell'economia del Paese lo sfruttamento forestale è determinante: è sottoposto ad accurati programmi di rimboschimento. Boschi e foreste coprono quasi il 69% del territorio nazionale, sicché la Finlandia è lo Stato europeo che possiede in proporzione la più estesa superficie boschiva. Fra le essenze prevale il Pinus silvestris , che serve soprattutto per il legno da taglio e da segheria; seguono l'abete rosso, che trova impiego nell'industria della carta, e la betulla, utilizzata per i compensati.

Risorse minerarie. Varie sono le risorse del sottosuolo e taluni minerali sono relativamente abbondanti; in primo luogo le piriti, il ferro e di rame, poi zolfo, piombo, nichel, oro, argento, titanio, vanadio, cobalto, mercurio, amianto. La Finlandia è il secondo produttore europeo di cromite. Grave è però la mancanza di minerali energetici per la sempre maggiore richiesta di energia da parte dell'industria.

Industria. L'attività industriale ha ricevuto un impulso veramente rimarchevole solo a cominciare dal secondo dopoguerra; dapprima si sono sviluppate le industrie connesse con l'utilizzazione del legname, quindi soprattutto i settori metallurgico e meccanico, benché utilizzino in gran parte materie prime d'importazione. L'industria più importante rimane quella del legno, favorita dall'abbondanza delle acque che, oltre a facilitare il trasporto dei tronchi (la Finlandia possiede una rete di circa 40.000 km di corsi d'acqua adatti alla fluitazione), alimentano le numerosissime segherie. Particolare prodotto è il compensato, di cui la Finlandia è il massimo esportatore mondiale; notevole sviluppo presenta anche la fabbricazione delle case di legno. Parimenti prospera l'altra grande branca relativa allo sfruttamento delle risorse forestali, quella della pasta di legno (chimica e meccanica) e della carta (di cui la Finlandia è uno dei maggiori produttori mondiali). Considerevoli sono ormai le produzioni dell'industria siderurgica, metallurgica (che lavora alluminio, rame, piombo, zinco ecc.) e meccanica (cantieri navali, impianti per la produzione di carta, fabbriche di motori e di materiale ferroviario, impianti petroliferi ecc.). Ben rappresentate sono anche le industrie tessili (specie il cotonificio, con materia prima d'importazione, e il lanificio), quelle chimiche (acido solforico, soda caustica, acido nitrico, fibre tessili artificiali ecc.) e petrolchimiche. Notevole lo sviluppo di attività industriali in vari altri settori, dall'alimentare (zuccherifici, complessi molitori, caseifici) ai birrifici e alle manifatture dei tabacchi, dai cementifici alle fabbriche di pneumatici ecc.; buoni contributi all'esportazione danno infine l'industria del vetro e quella delle porcellane.

Comunicazioni. Per le comunicazioni e i trasporti sono tuttora largamente utilizzate le vie d'acqua interne; laghi e fiumi, unitamente a numerosi canali, tra cui il Canale Saimaa, che raccorda l'omonimo lago con il Golfo di Finlandia, formano una rete navigabile di oltre 6.200 km. Elevate rispetto all'entità della popolazione sono le reti ferroviaria e stradale, che rispettivamente si sviluppano per oltre 6.000 e oltre 79.000 km (di cui 49.800 km asfaltati) e collegano il Paese con la Svezia e la Russia; le linee si svolgono principalmente in senso meridiano, mentre meno sviluppati sono i raccordi tra est e ovest. Date le distanze, funzione importante hanno i servizi aerei, assicurati da varie società, tra cui la Finnair Oy; gli aeroporti di maggior traffico sono quelli di Helsinki, Oulu, Vaasa, Turku e Kuopio. Sono i porti però, in specie Helsinki e Kotka, i punti nodali delle comunicazioni del Paese (benché d'inverno si debba spesso ricorrere ai rompighiacci), fulcri di quegli scambi internazionali che sono alla base dell'economia finlandese.

Commercio. Soddisfacente la bilancia commerciale: concorrono per un'alta percentuale alle esportazioni il legname e i suoi derivati, seguiti da macchinari, naviglio e altri mezzi di trasporto, tessuti e generi d'abbigliamento, prodotti chimici, ferro, acciai speciali e minerali non ferrosi. S'importano, invece, in prevalenza combustibili, materie prime d'interesse industriale, macchinari, manufatti vari. L'interscambio si svolge essenzialmente con la Germania e la Svezia, seguite dagli Stati Uniti e dalla Gran Bretagna. Importantissimo è infine il turismo.