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Economia
L'agricoltura rappresenta una delle principali risorse producendo, nella fascia costiera, tabacco, agrumi, uva, tè. Si pratica poi l'allevamento, lo sfruttamento delle foreste e quello del sottosuolo (manganese, estratto dal giacimento di Ciatura; carbone a Tkvarceli; barite, piombo, zinco, bentonite, rame e lignite). Le industrie, favorite dalla disponibilità di energia elettrica, sono sviluppate soprattutto nel campo della siderurgia, della chimica e della petrolchimica, della meccanica, del legno e dell'alimentazione. Esse sono concentrate nella capitale e nelle città di Kutaisi, Zestafoni, Chinvali, Poti, Rustavi e Batumi, quest'ultima stazione terminale dell'ole odotto proveniente da Baku sul Mar Caspio. Su questa economia apparentemente fiorente si sono andati a innescare, dopo l'indipendenza, gravi problemi di tipo etnico e politico che hanno provocato una forte instabilità del Paese; da un lato, infatti, le rivendicazioni indipendentiste dell'Ossezia Meridionale e dell'Abhasia hanno inasprito i rapporti con la Russia e soprattutto hanno fatto affluire da queste zone numerosi profughi; dall'altro, invece, la violenta rivolta armata degli anni 1992-93, servita a estromettere il presidente Gamsakhurdia accusato di mire autoritarie, ha sconvolto il Paese. Nel 1994, inoltre, si è raggiunto il momento più difficile per la Georgia che ha visto cadere la sua produzione industriale del 40%. Nonostante l'avvio di alcune riforme (privatizzazione delle industrie e delle terre, liberalizzazione dei prezzi) i risultati tardano ad arrivare e un terzo della popolazione vive sotto la soglia di povertà.






