Aspetti economici

Una fitta rete di canali d'irrigazione, particolarmente sviluppata nel bacino del fiume Razdan, che collega il Lago Sevan al fiume Araks, ha permesso di ovviare alla scarsità di precipitazioni dando luogo a un'agricoltura intensiva nei fondivalle, che copre in totale una superficie di 500.000 ha (per i 4/5 irrigati artificialmente). I suoi prodotti principali sono cereali (soprattutto frumento e orzo), patate, tabacco, pomodoro, frutta (mele, uva). L'allevamento comprende bovini, ovini e caprini, oltre che volatili. L'industria estrattiva sfrutta giacimenti di minerali di rame (localizzati a Alaverdi , Ahtala, Kafan, Agarak), di molibdeno (a Dastakert e a Kadzaran), di carbone, di sale, di marmi (Ararat), di gas naturale. L'Armenia dispone di un grande potenziale idroelettrico, con numerose centrali (situate lungo il corso del fiume Razdan) che forniscono energia alle industrie, attive nei settori metallurgico (del rame e dell'alluminio), meccanico (macchine agricole, apparecchi elettrici), chimico, tessile, della gomma e alimentare. Non trascurabili sono le produzioni vinicole e di alcolici in genere, calzaturiere e del legno. Per ciò che riguarda i trasporti, l'Armenia è attraversata da due importanti linee ferroviarie che la collegano verso nord ed est con Tbilisi (Georgia) e Baku (Azerbaigian) sul Mar Caspio e verso sud con l'Iran. L'economia armena ha preso parte fino al 1991 al complesso sistema economico dell'URSS che la influenzava profondamente con la politica della pianificazione. Dopo lo smembramento dell'Unione e la ritrovata autonomia si sono avviate importanti modificazioni nella struttura sociale e produttiva del Paese. Da quella data, inoltre, l'Armenia fu luogo di conflitti etnici con i vicini azeri per il controllo del Nagorno-Karabakh ; un accordo tra i presidenti dei due Paesi, conclusosi nel 1997, ha sancito l'autonomia alla regione (abitata in prevalenza da armeni e situata in territorio azero).