Aspetti economici

L'economia del Brunei, tradizionalmente legata alle attività primarie tra le quali spiccava la coltivazione dell'Hevea destinata alla produzione della gomma, ha subito un'imponente trasformazione dopo la seconda guerra mondiale, quando, negli anni Cinquanta, è iniziato lo sfruttamento a livello industriale del giacimento petrolifero rinvenuto nel 1929, mentre nel 1965 è stato scoperto il primo giacimento di gas naturale. A partire da quel periodo è gradualmente diminuita l'importanza delle attività economiche precedentemente svolte e lo sfruttamento degli idrocarburi è divenuto l'unica fonte di ricchezza del Paese. Negli anni Settanta il Brunei ha vissuto una rapidissima crescita economica, che lo ha posto tra i primi Paesi al mondo per reddito pro capite (12 335 dollari USA nel 2003).
Il previsto esaurimento delle risorse petrolifere ha reso evidente già da tempo la necessità di procedere alla diversificazione dell'economia nazionale attualmente monosettoriale. Così, dalla metà degli anni Ottanta, con il quinto piano di sviluppo (1986-1990) e successivamente con il sesto (1991-1996) e il settimo (1997-2000), tale obiettivo è stato posto come prioritario e sono state investite ingenti risorse per la realizzazione di grandi infrastrutture e di numerosi progetti che garantiscano il mantenimento dell'attuale elevato standard di vita anche nel futuro.
All'obiettivo della diversificazione mirano la concessione di considerevoli esenzioni fiscali sugli investimenti, il tentativo di creare un ambiente economico favorevole alla competitività delle piccole e medie imprese del settore privato che operano nei settori non petroliferi, l'emanazione della legge sugli incentivi agli investimenti e la creazione dei ministeri dell'Industria e delle Risorse Primarie, istituiti, rispettivamente, nel 1975 e nel 1989.