Storia

Il territorio del Turkmenistan è stato inglobato nei grandi stati antichi, quello persiano degli achemedi prima e quello di Alessandro Magno poi e, nel III secolo d. C., fu sottomesso alla dinastia dei Saanidi. Nei secoli successivi si alternarono eftaliti, turchi e arabi.

Nel XIII secolo, in seguito all'invasione di G. Khān, il territorio fu diviso tra i mongoli (a sud) e i tartari (a nord). La popolazione turkmena discendente dalle tribù oguze pervenute in quest'area attorno al sec. X e si costitu come gruppo etnico distinto solo nel sec. XV organizzandosi in varie unità politico-territoriali a base tribale. Mentre il Sud del Paese subiva la politica espansionistica della Persia i khanatidi Buhara e Khiva rimasero indipendenti fino al XVIII secolo.

Nel 1890 i territori abitati dai gruppi turkmeni passarno in parte sotto la sovranità dell'Impero zarista e vennero riconosciuti in tale condizione dalla diplomazia internazionale nel 1895, a seguito di un trattato con la Gran Bretagna. Scoppiata la rivoluzione bolscevica, dopo la breve esperienza di un governo indipendente con sostegno britannico, il Turkmenistan, riconquistato dall'Armata Rossa (1920), si costituì in Repubblica Socialista Sovietica il 14 febbraio 1924, conoscendo quindi fino al 1936 forme di resistenza militare causate dai programmi di collettivizzazione e sedentarizzazione.

L'inclusione nell'URSS comportò l'immigrazione di tecnici e popolazione russa a sostegno dello sviluppo economico della regione; orientato sia in senso agricolo (estensione dell'irrigazione e in particolare costruzione del canale Karakum) sia industriale, questo fu accompagnato da un discreto miglioramento delle condizioni di vita, particolarmente nel campo della sanità e dell'istruzione. Acquisitò l'indipendenza dall'URSS il 27 ottobre 1991 in seguito al dissolvimento dell'Unione provocato dal tentato golpe moscovita di agosto e dopo formale approvazione per referendum, il Turkmenistan nel mese successivo partecipò all'istituzione della CSI (21 dicembre 1991). Il più Turkmenistan è caratterizzato da una società fra le più conservatrici fra quelle musulmane dell'Asia centrale ex sovietica, fortemente improntata sulle strutture tribali tradizionali e tuttavia non interessata dall'espansione del fondamentalismo religioso; essa ha mantenuto alla guida del Paese Saparmuryad Niyazov, il presidente allora in carica, eletto nelle liste del Partito democratico nell'ottobre 1990, riconfermato nel 1992 e nel 1994 e nominato presidente a vita nel 1999.

Fra i primi atti della nuova repubblica si annoverano l'introduzione dell'alfabeto latino e la promulgazione di una nuova Costituzione (maggio 1992); sul piano delle relazioni internazionali l'interesse per il consolidamento dei rapporti politici ed economici con i Paesi turcofoni e al contempo però, a tutela della propria indipendenza, la ricerca di una posizione di equilibrio fra Iran e Turchia.

Alla fine del 1993 veniva siglata una serie di accordi bilaterali con la Russia, il più importante dei quali consisteva nel riconoscimento, da parte di quest'ultima, della doppia cittadinanza, russa e turkmena, per i Russi (ca. il 10% della popolazione) che vivono nel Paese. Dal 1992 il Paese è membro della OSCE e dell'ONU. Nel 2001 veniva chiusa l'ambasciata turkmena in Azerbaigian a causa di una crisi scoppiata tra i due Paesi per lo sfruttamento dei giacimenti petroliferi nella zona del Mar Caspio. Nel novembre del 2002 Niyazov era vittima di un attentato; in seguito molti leader dell'opposizione venivano arrestati e condannati all'ergastolo. In un trattato del 2003 con Mosca la Russia accettava di comprare gas naturale dal Turkmenistan.

Nel 2004 un rapporto delle Nazioni Unite denunciava la grave situazione dei diritti umani del Paese e accusava il presidente di cospirare per mantenere il potere. Il 21 novembre del 2006 moriva Niyazov e il Consiglio di Sicurezza nominava come successore provvisorio Gurbanguly Berdymukhammedov, confermato con l'89% dei voti nelle elezioni presidenziali del febbraio 2007. Nel 2008 il Consiglio Popolare adottava una nuova Costituzione per la democratizzazione del sistema politico, in previsione di nuove elezioni entro l'anno, vinte in dicembre dal partito del presidente.