www.unimondo.org/Notizie/Fermiamo-il-silenzio-su-Gaza-267658
Fermiamo il silenzio su Gaza
Notizie
Stampa

Immagine: Fermiamo il silenzio
Gli attivisti della Flotilla “sono stati detenuti illegalmente senza alcuna base giuridica, prelevati dalla marina militare israeliana senza che avessero commesso alcun reato. Sono stati sequestrati, non arrestati perché l’arresto presuppone un’ipotesi di reato. In questa prigione sono stati negati i diritti basilari di difesa e la fornitura di beni e servizi fondamentali, acqua, cibo, accesso ai servizi igienici. Quindi abbiamo presentato un esposto alla Procura di Roma per questo sequestro”. Lo ha detto Maria Elena Delia, portavoce italiana della Flotilla, in una conferenza stampa con i quattro parlamentari italiani rientrati ieri in Italia dopo aver preso parte alla Global Sumud Flotilla.
Mentre rientrano in Italia dei ventisei connazionali della Global Sumud Flotilla, fermati dalle forze israeliane nel tentativo di rompere l’assedio di Gaza, l’emozione e la solidarietà continuano a vibrare nelle piazze italiane. Da Nord a Sud, la mobilitazione per la Palestina non si è mai fermata: cortei, assemblee, sit-in, flash mob, canti e poesia civile stanno componendo un unico coro di pace.
Quel coro è lo stesso che abbiamo voluto esprimere nella nostra canzone “Fermiamo il silenzio”, disponibile su YouTube, un inno contro l’indifferenza e la rassegnazione. La voce collettiva che chiede di non distogliere lo sguardo dal dramma umanitario in corso a Gaza, e di non tacere davanti al genocidio, è oggi il suono più forte che attraversa l’Italia solidale. Fermare il silenzio significa fermare la complicità, rompere la spirale di disumanità che ha ridotto la Striscia a un cumulo di macerie e dolore.
Il popolo italiano ha preso consapevolezza della gravità della situazione geopolitica mediorientale e ha deciso di reagire. Migliaia di persone stanno scendendo in piazza per affermare che la pace non può essere imposta dai potenti, ma costruita dal basso, con la partecipazione dei cittadini, dei lavoratori, dei giovani. È un’Italia che non vuole più voltarsi dall’altra parte, che riconosce nella resistenza del popolo palestinese un grido universale per la dignità e la libertà di tutti.
E proprio da Gaza, dove la vita si consuma tra fame, bombe e macerie, è arrivato un messaggio toccante che restituisce il senso profondo di questa mobilitazione. La scrittrice palestinese Eman Abu Zayed ha scritto: “A Gaza le scene della solidarietà in Italia si sono diffuse da un telefono all’altro, portando un barlume di speranza tra le macerie, la fame e le bombe. Le persone inoltravano i video sulle chat, guardando sbalordite le folle italiane. Queste immagini hanno suscitato sorrisi, ormai rari, sui volti di tanti palestinesi. In noi si è fatta strada la sensazione di non essere stati completamente abbandonati. Prima della guerra non sapevo molto dell’Italia. Sapevo che era un paese bellissimo con una storia interessante e un popolo amichevole. Ma non mi sarei mai aspettata di vedere gli italiani mobilitarsi per la Palestina, scendere in piazza in massa per sostenerci. Sono ammirata e riconoscente. Al popolo italiano e a tutti quelli che si mobilitano per Gaza voglio dire: vi vediamo, vi sentiamo, riempite i nostri cuori di gioia.”
Queste parole arrivano come un abbraccio tra popoli, un filo invisibile che lega la sofferenza e la speranza. È la prova che la solidarietà non è solo un sentimento astratto, ma una forma di resistenza civile che attraversa i confini.
Il ritorno imminente degli attivisti italiani della Global Sumud Flotilla rappresenta dunque non la fine, ma un nuovo inizio. Il loro viaggio verso Gaza, interrotto dall’arroganza delle armi, ha già raggiunto il suo scopo: riaccendere la coscienza collettiva, rompere il muro del silenzio, portare un messaggio di umanità là dove si tenta di cancellarla.
Oggi più che mai dobbiamo continuare a fermare il silenzio, con la musica, con le parole, con le piazze, con ogni gesto di fratellanza. Perché ogni atto di solidarietà, anche il più piccolo, è un mattone nella costruzione della pace.
Canzone e video "Fermiamo il silenzio". Di Laura Tussi e Fabrizio Cracolici
Laura Tussi

Docente, giornalista e scrittrice, si occupa di pedagogia nonviolenta e interculturale. Ha conseguito cinque lauree specialistiche in formazione degli adulti e consulenza pedagogica nell'ambito delle scienze della formazione e dell'educazione. Coordinamento Italia Campagna Internazionale ICAN - Premio Nobel per la Pace 2017 per il disarmo nucleare universale, collabora con diverse riviste telematiche tra cui Pressenza, Peacelink, Ildialogo, Unimondo, AgoraVox ed ha ricevuto il premio per l'impegno civile nel 70esimo Anniversario della Liberazione M.E.I. - Meeting Etichette Indipendenti, Associazione Arci Ponti di Memoria e Comune di Milano. Autrice dei libri: Sacro (EMI 2009), Memorie e Olocausto (Aracne 2009), Il dovere di ricordare (Aracne 2009), Il pensiero delle differenze(Aracne 2011), Educazione e pace (Mimesis 2012), Un racconto di vita partigiana - con Fabrizio Cracolici, presidente ANPI Nova Milanese (Mimesis 2012), Dare senso al tempo-Il Decalogo oggi. Un cammino di libertà (Paoline 2012), Il dialogo per la pace. Pedagogia della Resistenza contro ogni razzismo (Mimesis 2014), Giovanni Pesce. Per non dimenticare (Mimesis 2015) con i contributi di Vittorio Agnoletto, Daniele Biacchessi, Moni Ovadia, Tiziana Pesce, Ketty Carraffa, Antifascismo e Nonviolenza (Mimesis 2017), con Alfonso Navarra, Adelmo Cervi, Alessandro Marescotti. Collabora con diverse riviste di settore, tra cui: "Scuola e didattica" - Editrice La Scuola, "Mosaico di Pace", "GAIA" - Ecoistituto del Veneto Alex Langer, "Rivista Anarchica". Promotrice del progetto per non dimenticare delle Città di Nova Milanese e Bolzano www.lageredeportazione.org e del progetto Arci Ponti di memoria www.pontidimemoria.it. Qui il suo canale video.