Corteo antifascista e antirazzista

 Sabato 22 febbraio la manifestazione diffusa in varie città d’Italia contro il DDL Sicurezza - Disegno di legge 1236 - in discussione al Senato il prossimo 4 marzo.  

Anche a Trento l’ampia piattaforma composta da organizzazioni sociali, movimenti per la giustizia climatica, sigle studentesche, associazioni, sindacati e partiti, si mobilita per un corteo cittadino che attraverserà la città dalle 15.30 in poi.  La difesa della Costituzione, delle libertà fondamentali, e dei diritti, ha unito la società civile trentina per un fermo NO ad un DDL che nulla ha a che fare con la vera sicurezza, ma rappresenta un preoccupante passo verso la repressione sociale. 

“LA NOSTRA SICUREZZA è GIUSTIZIA SOCIALE E CLIMATICA” 

Oltre 35 realtà associative - ma le adesioni continuano - tra collettivi studenteschi, sindacati, movimenti associazioni e forze politiche, riunite nella rete regionale NO DDL Sicurezza, si ritroveranno a Trento sabato 22 febbraio alle ore 15.30 in Via Verdi per dare vita ad un corteo che attraverserà la città e che si concluderà con gli interventi dal palco allestito in piazza Cesare Battisti.  Una manifestazione nazionale diffusa che si terrà in contemporanea in molte altre città d'Italia, organizzata dalla rete nazionale “A Pieno regime - NO DDL Sicurezza”. 

Il Ddl sicurezza (Disegno di Legge al Senato n. 1236), calendarizzato in discussione il prossimo 4 marzo, rappresenta un attacco senza precedenti ai diritti fondamentali e alle libertà civili: criminalizza il dissenso, restringe la libertà di manifestare, colpisce le fasce più vulnerabili della società e introduce misure pericolose per chiunque osi dissentire: un manifesto ideologico del Governo Meloni verso una democrazia illiberale. Un pacchetto di norme con il quale si vuole rispondere alle difficoltàsociali, alle disuguaglianze e alle lotte quotidiane, con la repressione e l’inasprimento delle misure coercitive. Una sicurezza che fa rima con paura e non con giustizia sociale. 

Nei mesi scorsi, organismi internazionali, tra cui ONU, OSCE e Consiglio d’Europa, hanno inviato lettere e documenti alle nostre maggiori istituzioni per sottolineare la deriva autoritaria contenuta nel provvedimento.  E solidarietà e vicinanza politica di europarlamentari di Spagna, Francia, Belgio sono stati espressi alla rete No DDL Sicurezza in occasione della visita di una rappresentanza della stessa al Parlamento Europeo il 4 febbraio, che ha evidenziato come una certa deriva repressiva stia di fatto attraversando il nostro continente, e si è concretizzato nell’emendamento presentato dal gruppo politico europeo The Left contro il Ddl sicurezza italiano, nel rapporto annuale sullo stato di diritto dell'Unione. 

Non possiamo accettare che l’Italia segua il modello autoritario ungherese. Quella del governo Meloni non è una ricerca di maggiore “sicurezza”, ma un tentativo di avere una società paralizzata dalla paura, in cui la partecipazione attiva sia ostacolata”, si legge nell’appello della Rete. 

Questo disegno di legge è fatto per colpire i segmenti più fragili della società e il suo impatto è diretto su chi lotta per il diritto al lavoro degno, per il diritto alla casa, per la giustizia climatica, contro la speculazione e contro le disuguaglianze:  le persone migranti subiscono nuove discriminazioni non potendo nemmeno più acquistare una SIM per telefonare, particolarmente allarmante è l’istituzione del reato di “rivolta penitenziaria” nelle carceri e nei CPR, che equipara la resistenza passiva a quella attiva, in un contesto detentivo già segnato dal sovraffollamento e dall’aumento incessante dei suicidi.  Il Ddl prevede, inoltre, la cessione dei dati personali delle pubbliche amministrazioni ai servizi segreti e introduce esenzioni di responsabilità per reati eversivi commessi dagli stessi apparati di intelligence. Ed ha una deriva sessista e razzista con l’articolo 15, che elimina il rinvio della pena per le donne incinte o madri con figli sotto l’anno di età, peggiorando norme storiche come il Codice Rocco. 

Ma non solo: restringe la libertà di parola, e prende di mira persino i lavoratori del settore della canapa, costretti a chiudere attività economiche e a rivedere da zero le proprie prospettive di vita. In sintesi, per tutto ciò che in Italia non funziona, la risposta del Ddl Sicurezza è premunirsi con più carcere e più repressione. 

La giornata del 22 febbraio a Trento porterà in piazza ognuna di queste tematiche, per ridisegnare in maniera collettiva cosa significhi davvero “sicurezza”. 

Non certo le “zone rosse” della direttiva Piantedosi, ma la ricostruzione di una società con meno diseguaglianze, inclusiva e rispettosa dei diritti. L’obiettivo della Rete è riaprire una stagione in cui i temi della giustizia sociale e ambientale diventino davvero prioritari e maggioritari, dal diritto alla casa, al lavoro, al welfare, all’accoglienza fino alla crisi climatica in corso ed invita tutte e tutti ad essere parte di questo movimento per opporsi non solo a queste politiche, ma per portare istanze e prospettive alternative all’estrema destra che sta avanzando in tutta Europa: “NO al Ddl Sicurezza, SÌ ai diritti costituzionali!” 

Ci vediamo tutte e tutti sabato 22 febbraio dalle 15.30 in Via Verdi per dare noi il daspo a questo governo! 

Per informazioni:  3289173733 Stefano Bleggi - 3319488840 Claudia Dell’Aquila 

Il corteo avrà uno spazio di cura per permettere a tuttɘ di partecipare nel rispetto delle proprie esigenze 

Per adesioni e informazioni: [email protected] 

Lista adesioni rete NO DDL - Trentino Alto Adige Acli Trentine Anpi Trentino Alto Adige-Südtirol Arci del Trentino Arcigay del Trentino Assemblea Antirazzista Trento Associazione A scuola di Solidarietà Associazione Oratorio S.Antonio Associazione Penny Wirton Trento Associazione Taiapaia Associazione Yaku Ass. 46° Parallelo / Atlante delle Guerre e dei Conflitti del Mondo Bozen Solidale Centro Sociale Bruno Centro Pace ecologia e diritti umani - Rovereto CGIL del Trentino Ciclofficina Popolare Pedale Radicale Bolzano Comunità S.Francesco Saverio Coordinamento Studentesco Trento Donne in cammino per la pace - Borgo Valsugana Donne in nero - Rovereto Donne per la Pace - Trento Extinction Rebellion Trento GrIS Trentino Gruppo di Iniziativa Territoriale di Banca Etica Il Gioco degli Specchi APS I sentinelli di Trento Mediterranea Trento Movimento Nonviolento del Trentino Scioglilingua Bolzano Scuola di italiano Libera La Parola Spazio autogestito 77 Sportello Casa per Tutt* UDU Trento UIL del Trentino Ultima Generazione Trento 

Alleanza Verdi Sinistra del Trentino 

Rifondazione Comunista (Trentino e Alto Adige) 

Officina Comune Rovereto M5S Trentino 

Onda Sinistra Die Linke Partito Democratico del Trentino 

(adesioni in aggiornamento…) 

LA RETE NAZIONALE “A PIENO REGIME” 

A seguito dell’assemblea nazionale del 16 novembre a Roma ènata A Pieno Regime, una rete che ha coinvolto centinaia di realtàsociali, politiche e sindacali. Il 14 dicembre 100mila persone sono scese in piazza contro il governo Meloni, dando il via a un percorso di opposizione reale. 

Questa mobilitazione ha giprodotto alcuni risultati importanti: 

- un allargamento della rete stessa e una sua capillaritànei territori; 

- un rallentamento dell’iter legislativo e, dopo che alla Camera la norma èpassata quasi sotto silenzio, un crescente numero di emendamenti prodotti dalle opposizioni al Senato, che potrebbe rallentare ulteriormente l’approvazione del ddl; 

- rilievi del Presidente della Repubblica che sottolineano la gravitàdi quattro articoli specifici del ddl; 

- lettere di allarme e richieste di revisione del DDL da parte di organi internazionali quali ONU, OCSE e Consiglio d’Europa

- un'assemblea europea a Bruxelles, il 4 febbraio 2025, insieme a parlamentari UE e l’avvio di un processo di mobilitazione che guardi oltre i confini nazionali. 

OBIETTIVO DELLA MOBILITAZIONE: BLOCCARE IL DDL SICUREZZA Ora, l’obiettivo della mobilitazione non èdi rivedere o migliorare il ddl sicurezza, ma di bloccarlo e portare una larga parte del paese a far sche ne venga impedita l’approvazione. Per questo la rete A Pieno Regime si èallargata, includendo ogni forma di protesta ed invitando a mettere in campo ogni forma di iniziativa orientata a raggiungere lo scopo. Ognuno puòfare la sua parte per impedire che la deriva autoritaria proceda. Il 22 febbraio ci saranno manifestazioni in cittàitaliane importanti: oltre a Trento, Bologna, Napoli, Milano, Roma, e decine di iniziative in altre cittàe province che si riconoscono nella stessa cornice comune.