Donne ed Europa unita, ieri come oggi. E domani?

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Immagine: Balcanicaucaso.org

Nell’aria non si avverte il profumo delle mimose dell’8 marzo della Giornata Internazionale della donna né si condividono meme per dire “NO” alla violenza sulla donna della consueta ricorrenza del 25 novembre, eppure la questione della parità di genere resta una priorità sociale, oltre che un tema centrale (e purtroppo disatteso) delle agende politiche nazionali. E non solo. L’Unione Europea sostiene tra i propri obiettivi la parità di genere, in primis nella rappresentanza politica e nei ruoli apicali dell’Organizzazione, tuttavia questa è ben lungi dall’essere raggiunta. Sulla base della considerazione che solo 31 eurodeputate erano state designate in seno al Parlamento europeo dal 1952 al 1979, con le prime elezioni dirette a suffragio universale l’allora CEE indisse un concorso per creare un manifesto che inducesse le donne a votare. In effetti, mediante la designazione diretta da parte dei cittadini dei rappresentanti europei qualcosa cambiò: dal 15,9% di donne elette nel 1979 si giunse al 39,8% delle europarlamentari attualmente presenti.

Siamo oggi prossimi all’elezione della decima legislatura del Parlamento europeo e le sfide sui temi di genere sono ancora tante: “Basti pensare al cambiamento climatico e al maggior impatto che questo ha sulle donne, o al diritto d’aborto che si chiede venga riconosciuto come diritto umano fondamentale, in accordo con le linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Altri temi di primo piano nell’agenda UE rispetto ai diritti delle donne dovrebbero essere i congedi parentali, la lotta al divario salariale che ancora si attesta intorno al 13%, la lotta alla violenza di genere. Bisogna declinare quest’ultima battaglia con temi importanti come il consenso, la cyberviolenza, la particolare vulnerabilità delle donne immigrate e richiedenti asilo”. È Pina Caporaso a condividere con la redazione di Unimondo questo lungo elenco di obiettivi da portare a compimento. 

Intervistata insieme a Giulia Mirandola, sono le autrici del volume “Pioniere. Le donne che hanno fatto l’Europa”. “Sono numerose le donne che hanno concorso, insieme agli uomini, a far nascere l’idea di un’Europa unita e si sono adoperate per realizzarla, per l’appunto delle pioniere. Tuttavia il loro ruolo è rimasto spesso sottaciuto. Ad esempionella Casa della storia europea a Bruxelles, uno dei più importanti musei dedicati all’Europa, sono esposti i busti dei padri fondatori ma non vi è alcun riferimento alle donne fondatrici. Eppure ci sono state”. Anna Siemens, Sophie Scholl, Ada Rossi e Ursula Hirschmann, con un’Europa nata dalla resistenza al nazi-fascismo e le prime elaborazioni di un Manifesto valoriale dell’Europa unita. Fausta Deshormes La Valle e la comunicazione rivolta alle donne in funzione di vero e proprio empowerment, Simone Veil come prima presidente del Parlamento Europeo, Louise Weiss, Fabrizia Baduel Glorioso, Eliane Vogel-Polsky e le loro battaglie nel Parlamento Europeo per la parità delle donne, Sofia Corradi e l’educazione europea comune e Jo Cox, parlamentare britannica europeista tragicamente uccisa alla vigilia del voto sulla Brexit. Tutte le donne sono rappresentate sulla copertina del libro dall’illustratrice Michela Nanut, disposte sopra un drappo blu atto a simboleggiare il progetto europeo. Anche “Jo Cox resta su quel drappo, pur distaccandosi dalle altre, per condurci all’oggi: un tempo diverso in cui l’idea di Unione Europea mostra una vulnerabilità rispetto al progetto delle origini e necessita di tutta la nostra energia e convinzione per continuare a crescere” ci confida Pina Caporaso.

Un’alternanza tra biografie e contestazione storica che guarda più alle donne che hanno fondato il progetto europeo che all’attualità. “Al racconto della contemporaneità” ha spiegato Pina Caporaso “ci siamo arrivate con alcuni contesti significativi: l’Erasmus, il multilinguismo, la tensione tra guerra e pace, le migrazioni, aspetti che raccontano la forza ma anche la vulnerabilità del progetto europeo. Le donne che hanno un ruolo apicale in Europa, oggi come ieri, sono portatrici di una visione politica, dunque non si tratta di sentire in quelle di oggi un’aridità ma di valutare l’impatto delle scelte politiche che operano. In questo è interessante misurare la distanza tra le idee di pace, disarmo, giustizia sociale, uguaglianza, libertà di circolazione che hanno animato le Pioniere del progetto europeo e ciò che esprimono alcune donne protagoniste della politica del nostro tempo”.

Pina Caporaso e Giulia Mirandola (insieme a Mara Rossi e Novella Volani) hanno già realizzato un’altra pubblicazione di analoga ispirazione “Libere e sovrane. Le donne che hanno fatto la Costituzione” (dell’Italia Repubblicana) e pensano a ulteriori progetti editoriali in cui esplorare il ruolo delle donne nella storia; in cantiere un percorso che riguarda le donne che hanno fatto la Resistenza in Europa ma ancora in uno stato embrionale. Le autrici, invece, sono da tempo attive con i laboratori correlati al libro sulle Pioniere, rivolti alle scuole di tutta Europa, da Berlino a Lussemburgo, da Bruxelles a Londra e, come spiega Giulia Mirandola, anche intesi come modalità per arricchire il volume stesso con la scoperta condivisa di altre figure determinanti per l’Europa ma che non hanno trovato spazio nella pubblicazione. “Il libro finisce ma la storia prosegue. Le donne che hanno fatto e che stanno facendo l’Europa sono molte di più di quelle su cui ci siano soffermate. Riconoscere e raccontare il valore dell’azione e del pensiero femminile in tutti i campi” aggiunge Pina Caporaso “può permettere di ampliare l’immaginario e lasciarsi ispirare da queste storie che sono fatte di persone in carne ed ossa, capaci di vivere il loro tempo con inedite visioni a lungo termine”. Per questo è importante tradurre il volume anche in altre lingue, europee in primis, per divulgare la storia pionieristica di un percorso di unione unico e che oggi sembra dato per scontato. In un domani che sarà deciso anche dal voto elettorale dell’8-9 giugno.

Miriam Rossi

Miriam Rossi (Viterbo, 1981). Dottoressa di ricerca in Storia delle Relazioni e delle Organizzazioni Internazionali, è esperta di diritti umani, ONU e politica internazionale. Dopo 10 anni nel mondo della ricerca e altrettanti nel settore della cooperazione internazionale (e aver imparato a fare formazione, progettazione e comunicazione), attualmente opera all'interno dell'Università degli studi di Trento per il più ampio trasferimento della conoscenza e del sapere scientifico.

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