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Veneto; i 'No Dal Molin' in Regione denunciano i danni del cantiere alla falda acquifera
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Una cinquantina di vicentini del presidio 'No Dal Molin' ieri mattina ha occupato gli uffici della Regione Veneto nei quali è stata realizzata la Valutazione d’Incidenza Ambientale sul progetto statunitense alla nuova base al 'Dal Molin' per denunciare l’illegalità del cantiere, "L’iniziativa cade alla vigilia dell’arrivo del commissario Costa a Vicenza che tenterà di insabbiare i danni in corso al territorio e alla falda acquifera" - riporta una nota del comitato 'No Dal Molin'.
Alcuni manifestanti sono stati ricevuti dai responsabili della struttura amministrativa ai quali sono state consegnate le prove delle palesi violazioni alla Vinca messe in atto dalle cooperative che stanno realizzando la nuova base statunitense al Dal Molin. Innanzitutto, i danni provocati alla falda acquifera dalla palificazione che è stata realizzata violando i vincoli posti dalla Regione Veneto; poi, l’esondazione della stessa falda e l’utilizzo, da parte dei costruttori, di idrovore e scarichi diretti nel Bacchiglione che, invece, la Vinca aveva proibito.
I funzionari regionali hanno fatto presente che di fronte a palesi e provate violazioni della Vinca deve corrispondere un cambiamento della Vinca stessa; ma è lo stesso progetto statunitense – oltre alle foto scattate in questi mesi – a dichiarare che i pali usati per le fondamenta sono diversi da quelli presentati all’interno della Vinca.
"Di fronte a questa evidenze – hanno sottolineato i 'No Dal Molin' – il mancato intervento degli Uffici regionali configurerebbe il reato di omissione di atti d’ufficio". I 'No Dal Molin' hanno anche ricordato la vicenda dei cantieri per la Tav al Mugello, dove funzionari pubblici e ditte costruttrici sono state condannate a pesanti pene per la distruzione della falda acquifera locale.
Va ricordato che nelle scorse settimane un gruppo di rappresentanti del Presidio 'No Dal Molin' è penetrato nel cantiere della Base Usa in costruzione a Vicenza, dove con un'ampia documentazione fotografica ha dimostrato danni, forse irreparabili, alla falda acquifera; impiego di idrovore che erano state vietate dalla Valutazione d’Incidenza Ambientale; pali di profondità utilizzati per realizzare le fondamenta degli edifici.
"La palificazione - spiega una nota del comitato 'No Dal Molin' - compatta il terreno perché lo costringe in uno spazio più stretto (per l’inserimento dei pali che non erano previsti nel “progetto della natura”); a causa di questo compattamento, esso diventa meno filtrante, con la conseguenza che l’acqua, che corre perpendicolarmente alle fondamenta in via di realizzazione, non riesce più a scorrere e, quindi, cerca nuove strade per raggiungere il fiume Bacchiglione, esondando.
In seguito, una documentazione fotografica è stata consegnata al sindaco di Vicenza, Achille Variati e ik 'No Dal Molin' hanno inviato la documentazione al Prefetto di Vicenza al quale hanno sottoposto diverse domande. Inoltre due esposti sono stati presentati alla Procura di Vicenza per denunciare i rischi ambientali all’interno della costruenda installazione militare al Dal Molin. Il primo, presentato a doppia firma dal consigliere regionale Gianfranco Bettin e da Olol Jackson è contro la Regione Veneto per omesso controllo e omissioni di atti d’ufficio sulle prescrizioni imposte dalla Vinca (Valutazione d’incidenza ambientale). Il secondo - invece - presentato dal Presidio con firmataria il consigliere comunale Cinzia Bottene contro le due cooperative emiliane vincitrici dell’appalto: la Cmc di Ravenna e la Ccc di Bologna "colpevoli di non aver rispettato i vincoli sul progetto". [GB]