Italia: oggi le donne in piazza, “Se non ora quando?”

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Sono centinaia le iniziative nelle piazze delle città italiane promosse oggi dal comitato “Se non ora quando?” per chiedere "dignità e rispetto per noi e per tutte le donne". La manifestazione - sottolineano le promotrici - "non è fatta per giudicare altre donne, contro altre donne, o per dividere le donne in buone e cattive, ma per esprimere la nostra forza e la nostra determinazione".

"In Italia - riporta l'appello delle promotrici - la maggioranza delle donne lavora fuori o dentro casa, crea ricchezza, cerca un lavoro (e una su due non ci riesce), studia, si sacrifica per affermarsi nella professione che si è scelta, si prende cura delle relazioni affettive e familiari, occupandosi di figli, mariti, genitori anziani. Tante sono impegnate nella vita pubblica, in tutti i partiti, nei sindacati, nelle imprese, nelle associazioni e nel volontariato allo scopo di rendere più civile, più ricca e accogliente la società in cui vivono. Hanno considerazione e rispetto di sé, della libertà e della dignità femminile ottenute con il contributo di tante generazioni di donne che – va ricordato nel 150esimo dell’unità d’Italia – hanno costruito la nazione democratica"

"Questa ricca e varia esperienza di vita - sottolinea la nota del comitato - è cancellata dalla ripetuta, indecente, ostentata rappresentazione delle donne come nudo oggetto di scambio sessuale, offerta da giornali, televisioni, pubblicità. E ciò non è più tollerabile. Una cultura diffusa propone alle giovani generazioni di raggiungere mete scintillanti e facili guadagni offrendo bellezza e intelligenza al potente di turno, disposto a sua volta a scambiarle con risorse e ruoli pubblici. Questa mentalità e i comportamenti che ne derivano stanno inquinando la convivenza sociale e l’immagine in cui dovrebbe rispecchiarsi la coscienza civile, etica e religiosa della nazione. Così, senza quasi rendercene conto, abbiamo superato la soglia della decenza".

La nota non cita espressamente le recenti vicende giudiziarie che hanno coinvolto il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, ma il richiamo al suo ruolo e al suo comportamento è evidente. "Il modello di relazione tra donne e uomini, ostentato da una delle massime cariche dello Stato, incide profondamente negli stili di vita e nella cultura nazionale, legittimando comportamenti lesivi della dignità delle donne e delle istituzioni" - riporta la nota. "Chi vuole continuare a tacere, sostenere, giustificare, ridurre a vicende private il presente stato di cose, lo faccia assumendosene la pesante responsabilità, anche di fronte alla comunità internazionale". "Noi chiediamo a tutte le donne, senza alcuna distinzione, di difendere il valore della loro, della nostra dignità e diciamo agli uomini: se non ora, quando? è il tempo di dimostrare amicizia verso le donne" - conclude l'appello.

Le donne della Tavola della pace aderiscono alla mobilitazione “Se non ora quando?”. "L’adesione all’appello di convocazione è totale" - riporta la nota. Le donne della Tavola della pace sottolineano inoltre che "La disattenzione ai problemi oggettivi delle donne assume i caratteri di una vera e propria censura, a cui possiamo e dobbiamo insieme porre fine". "Da anni, noi donne della Tavola della pace, lavoriamo per sensibilizzare i cittadini verso tematiche trascurate dalla stampa e dai tg. Noi parliamo di guerra, di diritti umani violati, di violenza, di miseria, di povertà, di questioni che spesso hanno come vittime proprio le donne. Per questo vogliamo rimettere al centro del dibattito pubblico e politico un’altra cultura: la cultura della nonviolenza, della pace, dei diritti umani, della speranza, della giustizia, della libertà e della responsabilità. Il nostro cammino non si ferma e uno dei passi verso la prossima Marcia Perugia-Assisi sarà la nostra presenza alla mobilitazione ‘Se non ora quando?’. Partecipiamo numerosi, interroghiamoci insieme”.

Le donne e gli uomini dell'Arci nell'aderire alla manifestazione sottolineano che "mentre la quotidianità della vita lavorativa, familiare e pubblica registra una presenza sempre più qualificata e paritaria delle donne, la cattiva politica e un certo modo di fare informazione o intrattenimento propongono modelli e storture che sembrano volere fare regredire il ruolo e la dignità delle donne. Ecco perché ci auguriamo che l'appello "Se non ora, quando?" sia raccolto non solo da tante donne ma anche e soprattutto da tantissimi uomini. La tensione continua per l'affermazione del valore e dignità delle persone in tutte le loro differenze è il presupposto di una democrazia compiuta e deve essere un patrimonio collettivo che tocca a tutti e tutte di difendere".

Alle manifestazioni parteciperanno anche le colf delle Acli per la «dignità delle donne» e per il rispetto della «fatica quotidiana» del lavoro. L’associazione professionale delle Acli che organizza le lavoratrici domestiche e le assistenti familiari ha aderito con una lettera alla mobilitazione “Se non ora, quando?” per reagire – scrivono - allo «stato di disorientamento che stiamo vivendo», «alla discutibilità dei comportamenti che ci vengono “serviti” quasi quotidianamente come normali, tollerabili, giustificabili».

«Ogni giorno ci battiamo per dare dignità al lavoro e al significato edificante che questa parola porta con sé». scrivono le Acli Colf nel loro testo. «Aderiamo per rispetto ai lavoratori della categoria che difendiamo», «per rispetto ai loro sacrifici quotidiani, al loro essere determinanti seppur invisibili, al loro duro lavoro anche se non riconosciuto socialmente e non valorizzato come meriterebbe. Aderiamo per rispetto della fatica quotidiana di assistere persone anziane o occuparsi dei figli di altre donne, mentre la propria famiglia, i propri figli sono a centina di chilometri di distanza». [GB]

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